Prima il paradiso, poi l'inferno. Viaggio terribile, per fortuna affrontato con un biglietto di andata e ritorno in tasca. Un decennio, o quasi. Per dimenticare la discesa agli inferi e riassaporare il gusto del successo. Borussia Dortmund, campione di Germania. Meisterschale da mostrare al popolo in giallo, fiumi di birra da ingurgitare fino a notte fonda. E festa sia. Due gol, un successo (sul Norimberga), la rivale più vicina (il Leverkusen) sconfitta a Colonia: titolo con due giornate d'anticipo, il pomeriggio perfetto, a dimenticare un recente passato da incubo. Sistemato il bilancio da profondo rosso, si è partiti alla riscossa, puntando sui giovani. Nel 1997 vinceva la Champions League (superando in finale la Juve), nel 2002 si aggiudicava il terzo campionato nel giro di 7 stagioni, 4 anni dopo il baratro s'era aperto sotto i suoi piedi.
Perché vincere è bello, ma mantenersi in alto costa caro. Troppe stelle, arrivate a illuminare il cielo di Dortmund e ad aprire ampie voragini nei conti del club. Niente più Champions, meno soldi in entrata. E debito da record: 140 milioni di euro, nel 2006. Fallimento alle porte, a meno di un miracolo, arrivato all'ultimo istante utile, un accordo con la Morgan Stanley. Toccava ripartire, quasi da zero. Un po' come era capitato a tutto il calcio tedesco, qualche anno prima, travolto dall'uscita a Euro 2000. Duplice ripartenza, stesso progetto: i giovani. Investimenti raddoppiati nel giro di pochi anni, per tutti, ancor più per il Dortmund, che spende circa 6 milioni di euro all'anno per allevare ragazzi. Altri li compra, con occhio esperto. È la squadra più giovane della Bundesliga, età media intorno ai 24 anni, ben 17 giocatori in rosa dai 22 anni in giù. Nessun asso, a inizio stagione. Alcuni lo sono diventati, strada facendo. Mario Gotze, tifoso e calciatore, e Kevin Grosskreutz, attaccanti d'assalto.
E Nuri Sahin, forse l'uomo più in vista. Per lui si sono mosse Inter e Real Madrid, per Gotze il Barcellona e il Manchester United. Jurgen Klopp, giovane tra i giovani, li ha plasmati, costruendo una squadra dal calcio godibile, veloce, imprevedibile. E vincente, pure. La rosa, secondo gli esperti, vale meno di 150 milioni, la metà di quella del Bayern Monaco, terzo in classifica. Un tempo era nei primi 10 fra i club più ricchi d'Europa, adesso è solo al 22esimo posto. In quanto a seguito, invece, vola alto: 12 pienoni quest'anno, circa 76mila spettatori di media. Pochi soldi, molti giovani, tanta passione. La ricetta vincente.
Fonte: Ivo Romano per La Stampa, link all'articolo