E’ lo stile e l’idea Guardiola a vincere, nel tempio madridista. E’ Lionel Messi a far volare, con una doppietta personale, il suo Barca verso la finale di Champions. Sconfitta pesante per il Real Madrid che, ormai, ha ben poche possibilità, di recupero. Nella prima mezz’ora di gioco sono i Blaugrana a tenere le fila del gioco con un prolungato possesso palla, al cospetto delle Merengues che si limitano a contenere il gioco avversario senza costruire azioni di sfondamento.
Al decimo minuto, Villa sfiora il gol di sinistro, ma il Real, imbattuto in questa edizione di Champions League e senza gol al passivo nelle gare interne, non reagisce, lascia l’iniziativa al Barca e prova ad interdire il suo gioco.
Al 24esimo, Messi fornisce un’apertura illuminante a Xabi che prova il tiro di destro, ma Casillas si fa trovare pronto e nega il vantaggio all’undici allenato da Guardiola. Probabilmente, ci si aspettava una gara giocata, quasi, perennemente in attacco dai madridisti, considerando anche l’impronta casalinga della partita.
Negli ultimi minuti della prima frazione di gioco, si sveglia la formazione di Mourinho e il ritmo si alza, ma più che le occasioni da rete, sono scintille tra giocatori: ammonito Arbeloa per fallo d’ostruzione su Pedro. Il Barca ci prova con Xabi, Messi e Villa, senza successo. Al 40esimo cartellino giallo per Alves, falloso su Di Maria. Gli animi si scaldano anche a bordocampo, arriva il fischio del direttore di gara che sancisce la fine del primo tempo e si scatena una rissa tra il portiere di riserva del Barcellona, Josè Pinto e un membro dell’enturage del Real: il calciatore blaugrana viene espulso.
Adebayor entra in campo al posto di Ozil ad inizio riprsa che viene giocata sulla falsa riga del primo, anche se le squadre sono più allungate. Protagonisti del secondo tempo sono il nervosismo, i cartellini gialli e quelli rossi: ammoniti Sergio Ramos per proteste nei confronti dell’arbitro e Mascherano per gioco falloso su Pepe. Al 61esimo, espulso, con rosso diretto, Pepe per un brutto fallo su Xavi Alves, dopo soli due minuti fuori anche lo Special One, reo di ironizzare, platealmente, nei confronti dell’arbitro. Il tecnico portoghese rischia un turno di stop.
Al 76esimo, Guardiola ha un'intuizione, a dir poco, vincente: fuori Pedro e dentro Afellay. Passano solo cinque minuti eproprio il nuovo entrato fornisce un cross perfetto a Lionel Messi che di piatto sinistro beffa Casillas e gonfia la rete. Il Barcellona passa in vantaggio e sul Bernabeu cala il gelo. La "Pulce" raggiunge così i 35 gol, che di lì a poco diventeranno 36, in 55 partite di Champions. Il Real cerca il pareggio, ma il gioco resta sterile e abulico e il Barca ne approfitta. All'86esimo, Messi fa tutto da solo: accelerazione, slalom, tocco di destro e gol. Sergio Ramos nulla può al cospetto del Pallone d'Oro, Casillas viene battuto per la seconda volta e la palla si infila nell'angolino più lontano. Trionfo per il Barca che, praticamente, ipoteca la finale di Londra e per i suoi 3.500 tifosi accorsi a Madrid per supportare la squadra. Nei minuti finali, il Real sparisce, è solo Barca e a Wembley si potrebbe ripetere la stessa finale di Champions del 2009 tra il Manchester United e i Blaugrana. Amara sconfitta per Josè Mourinho che, forse, ha qualcosa da imparare da Pep Guardiola che, con il suo orgoglio catalano, il suo stile ed il suo gioco si è dimostrato più Special dell'originale.La gara di ritorno si disputerà al Camp Nou il 3 maggio.
Raffaella Picciani
[album id = 80 template = compact]