Il Milan vincerà pure lo scudetto, ma non quello dei conti. Il bilancio 2010, approvato (...) dall’assemblea dei soci che ha salutato l’ingresso di Barbara Berlusconi nel cda, si è chiuso con un passivo monstre: -69,8 milioni di euro. In Serie A i rossoneri contendono il primato negativo ai cugini dell’Inter, che a giugno 2009 hanno registrato un deficit di 69 milioni. Un risultato che è in linea con la gestione recente, visto che negli ultimi 5 anni soltanto le cessioni eccellenti di Shevchenko (2006, utile di 11,9 milioni) e Kakà (2009, perdita di 9,8) hanno avuto il potere di riequilibrare i risultati economici. Come sempre, paga la Fininvest: ai 45,1 milioni di versamenti del 2010, se ne sono aggiunti 38,1 nei primi tre mesi di quest’anno. Proprio l’assenza della maxi-plusvalenza (64 milioni) di Kakà è stato il fattore-chiave del peggioramento contabile. Nel 2010 i proventi dalle cessioni dei calciatori sono calati a 25,5 milioni. Il fatturato, tolte le plusvalenze, è di 227,7, leggermente inferiore rispetto ai 233,3 del 2009. In calo i diritti tv, col ritorno alla vendita centralizzata, in aumento le entrate commerciali. Uefa Come farà il Milan a rispettare i parametri del fair play finanziario (primo step: deficit massimo di 45 milioni sommando le annualità 2012 e 2013)? (...) Nel 2010 il costo del lavoro, nonostante gli annunci, è addirittura aumentato (da 178,8 a 192,8 milioni) arrivando a mangiarsi l’ 85% dei ricavi: premi più alti, sì, ma pure salari in crescita, con l’arrivo di Ibra e Robinho. Almeno, nel bilancio del dicembre 2011, verranno contabilizzati i 12-13 milioni di risparmi (tra stipendio e provvigioni) derivanti dalla partenza di Ronaldinho.
Fonte: Marco Iaria e Marco Pasotto per La Gazzetta dello Sport, l'articolo completo è pubblicato su Gazzetta.it