Dieci punti recuperati in due partite. Fantascienza? Errore di calcolo? No, semplicemente l’effetto della nuova formula dei play-off made in Belgio, che ha permesso allo Standard Liegi di portarsi a soli quattro punti dalla vetta dopo aver sconfitto nel giro di sette giorni le prime delle classe, ovvero Anderlecht (3-1 a Bruxelles) e Genk (2-1 a Liegi). Chi cercava suspence e imprevedibilità fino alle ultime battute è stato accontentato. Chi per contro lamentava l’iniquità della formula, che in teoria permette di vincere il campionato ad una squadra posizionatasi dopo trenta giornate al sesto posto a 15 punti dalla vetta, avrà nuove frecce al proprio arco.
I play-off in Belgio prevedono un girone all’italiana con partite di andata e ritorno disputato dalle prime sei classificate durante la regular season della Jupiler Pro League. Le squadre partono con la metà dei punti conquistati, arrotondata per eccesso. Ed ecco così lo Standard, che per varie ragioni ha offerto prestazioni altalenanti durante l’intera stagione, qualificarsi ai play-off all’ultima giornata, vedere dimezzato il proprio svantaggio nei confronti delle citate Anderlecht e Genk e trovarsi, dopo sole due giornate, in piena corsa per il titolo.
In patria lo Standard è una squadra che ha poco da invidiare a chicchessia. Due nazionali di futuro valore come Axel Witsel e Steven Defour, un paio di prospetti dalle grandi potenzialità quali Carcela-Gonzales e Mangala, un portiere interessante (il turco Sinan Bolat), un terzino da riscoprire (Sebastien Pocognoli) e una coppia di onesti mestieranti delle aree di rigore come Meme Tchitè e Aloys Nong. Nel singolo incontro, i Rouges rappresentano una brutta gatta da pelare per tutti. Essendo però una squadra giovane e ancora in costruzione (lo Standard che qualche tempo fa furoreggiava nella vecchia Coppa Uefa è stato smantellato, per ragioni di bilancio, in soli due anni), pecca in continuità. Ma dei play-off così strutturati, con dieci scontri diretti, rappresentano qualcosa di più di una competizione ad eliminazione e qualcosa di meno di un vero e proprio campionato. L’ideale per una big del Belgio alle prese con problemi di discontinuità.
Non è un caso che questa formula sia supportata dal G-4 belga (Anderlecht, Club Brugge, Ghent e Standard) e osteggiata da tutte le altre, che rischiano di perdere quanto acquisito al termine di una stagione-rivelazione (ad esempio il St. Truiden lo scorso anno, neopromossa qualificata per l’Europa League nella regular season, fuori dopo i play-off) nei durissimi scontri di vertice finali. L’idea però, a parere di chi scrive, è più originale dei play-off secchi, regala più emozioni e si presta meno a pastette di fine stagione. Per renderla attuabile, ed è doveroso sottolinearlo, il Belgio ha ridotto la Jupiler Pro League da 18 a 16 squadre.