Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912

90esimo minuto: la finta di Lauro

Redazione

4 aprile 2011

  • Link copiato

Che weekend fantastico è stato questo, amici! Un weekend rotfl come direbbero gli smanettoni di internet (non è un ringhio di un cane, è la sigla di rolling on the floor laughing, rotolarsi in terra dal ridere, ma così è più cool, più trendy, no?). Non che siamo milanisti, onestamente del tifare una squadra italiana non ci frega di meno da un bel pezzo, ma anche l’interista più depresso ha avuto motivi per tirarsi su. Eccovi in pillole il meglio del weekend, e pensate cos’è stato il peggio. Cominciando da una telecronaca particolarmente esilarante di Caressa proprio nel derby. Prima inquadrano Snejider che sta per battere una punizione e sul suo viso sbatte un laser verde. Caressa dice. «Il solito laser, ma Snejider non se ne accorge neanche». Dopodiché l’olandese sbatte la punizione in secondo anello, forse cercando di centrare il furbone che lo disturbava, e inizia a inveire con l’arbitro. Chissà se se ne fosse accorto. A quel punto Caressa si dà alla classica e giusta filippica contro i puntatori, ma il tacon xè peso del buso, come avrebbe detto Rocco. Lo splendido arriva dopo. Thiago Motta va vicino al gol con un colpo di testa che Abbiati para alla grandissima, lasciando però il sospetto che potesse essere gol. Nel pre-partita Caressa aveva magnificato le nuove stupende incredibili fantastiche gol-cam, due telecamera piazzate proprio a perpendicolo sulle traverse per risolvere dubbi del genere. Annuncio tronfio: «Ora con la gol-cam capiremo tutto». Vediamo il replay e capiamo che le telecamere non sono a perpendicolo: «Ecco... non si capisce». Un trionfo. La delizia di domenica è stata 90° Minuto, che ha sfoderato una puntata da antologia. Che poi sia da antologia dell’horror, o del trash, o del pulp, o del weird, o dello stracult, vedete voi, o chiedete a esperti come Tommaso Labranca o Marco Giusti.  A noi basti dire che ci ha ricordato le puntate delle edizioni del periodo Carino-Bubba-Castellotti e tutta la compagnia di giro di allora. Per caso, probabilmente, per coincidenze cosmiche, ma ci accontentiamo. Nel malaugurato caso ve la siate persi, cercatevela da qualche parte (ottimo, se non lo conoscete, il servizio Rai Replay che vi fa rivedere online quel che volete), craccatevela, scaricatevela, usatela come antidepressivo. Partiamo dal sempre grande Dario Di Gennaro, che ci piace assai per questa faccia di bambinone beccato in flagrante con un dito dentro il barattolo della Nutella, di quelli che si ciucciano comunque il dito l’ultima volta, che sia per cercare disperatamente di nascondere le prove o per godersi l’ultimo sprazzo di cioccolato e nocciole. Il suo servizio di Cesena-Fiorentina si apre suppergiù così: «Una partita che vive sull'ossimoro storpiato Parolo-Mutu, il primo reduce dalla Nazionale, il secondo l'uomo di maggior classe dei viola». L’ossimoro storpiato? Parolo-Mutu? Una cosa così è peggio se te la studi a tavolino o se ti viene spontanea al momento? In fondo, un crescendo che neanche Rossini o certe canzoni dei Led Zeppelin. Derby di Milano, il giorno dopo. Il servizio si apre con un’intervista a un uomo distrutto. Faccia stravolta, barba non tagliatissima, camicia stazzonata e un po’ aperta che fa intravedere il torace villoso. Leonardo, ancora stravolto per la sconfitta e i marchiani errori tattici? No, Allegri, che probabilmente ha fatto bisboccia fino alla mattina (e se l’ha fatta col suo presidente, non vogliamo sapere nessun dettaglio). E che il cronista Rai intervista seduto al tavolino di un bar, e dietro c’è il bancone coi succhi di frutta e tutto il resto. Una scena di una tristezza senza fine, tra l’altro Allegri è ancora così brasato che è già tanto se si capiscono le sue parole. Con il bello che, quando si torna in studio, Jacopo Volpi magnifica il tutto. «Anche Raisport fa i suoi scoop, ma noi mica mettiamo il bollino “esclusivo” ai nostri servizi». Ecco, un motivo ci sarà. Ancora, Napoli-Lazio. Le emozioni sono state tali e tante che nel commentino finale la faccia di Fabrizio Failla è un coacervo di tic: occhi che si socchiudono in continuazione, bocca che si allarga in inquietanti rictus. Ma si sa che Failla è il più contento del nuovo corso di 90° Minuto, con le finte telecronache a commentare le immagini: anche in tempi non sospetti lui fingeva emozione ed enfasi sui gol, come se fossero avvenuti in diretta, ora è il suo trionfo. Il capolavoro è proprio all’ultima inquadratura, lo ha già notato il sempre ottimo Antonio Dipollina su Repubblica. Finita la trasmissione, Franco Lauro si avvicina a Volpi per salutare lui e il pubblico. E come sempre gli tende la mano (fedele alla regola dello scambiatevi un gesto di pace). Solo che Volpi non ricambia perché sta sistemando i foglio coi suoi preziosi appunti. E allora Lauro fa una cosa meravigliosa, una gag che ricorda il miglior Paolo Villaggio, quello di decenni fa, del professor Kranz e del Fracchia a cui si intrecciavano i diti: finge un gesto strano, inesistente, come se in realtà il suo intendimento fosse stato un po’ di lisciarsi i capelli, un po’ di far danzare la mano nell’aria. Un momento quasi poetico, perché è poetica l’imbranataggine che tutti noi goffi abbiamo, a disagio come siamo in un mondo difficile, che non capiamo, che non ci appartiene e a cui non apparteniamo. Livio Balestri telecommando@hotmail.it

Condividi

  • Link copiato

Commenti

Loading...





















Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi