Dopo la doppietta Cosmi-Marino gli esoneri in serie A sono arrivati a quota 13, senza che nessuno abbia realmente inciso sul rendimento della squadra per così dire 'esonerante'. Al di là dei soliti discorsi c'è da registrare il fatto che più della metà dei club di A abbia cambiato allenatore, alcuni anche più di una volta come nel caso del Palermo (e ti pareva). Da Zamparini torna, non sappiamo quanto felice, quel Delio Rossi cacciato il 28 febbraio dopo lo 0-7 con l'Udinese. Il primo esonero della stagione è di agosto, quando il Bologna licenzia Franco Colomba per chiamare Malesani. All'inizio di novembre tocca al tecnico del Genoa Giampiero Gasperini, sostituito da Ballardini. A metà novembre via Bisoli dal Cagliari, Cellino chiama Donadoni. All'inizio di dicembre entra in scena il Brescia:via Iachini, al suo posto Beretta. Poco prima di Natale l'Inter saluta, senza troppo calore, Rafa Benitez fresco di Mondiale per club: è pronto Leonardo. Dopo la pausa natalizia la prima panchina a saltare è quella del Catania che il 18 gennaio passa da Marco Giampaolo a Diego Simeone. Il 30 il Brescia esonera Beretta richiamando Iachini. Il 10 febbraio il Bari esonera Ventura, al suo postom Bortolo Mutti. Il 20 dopo l'incredibile partita con il Genoa Ranieri dà le dimissioni e in panchina va Montella. L'ultimo a cadere, prima di Cosmi e Marino, è Di Carlo: la Sampdoria punta, si fa per dire, su Cavasin. Alla fine di tutto questo cosa rimane? Qualche risultato positivo, almeno per i primi tempi dopo gli esoneri, e di sicuro qualche posto di lavoro in più, forse. Ma di questi tempi non è poco.