Il progetto di Vittorio Pozzo per riformare il calcio italiano nel 1923 sembra trovare finalmente compimento. I gironi della Lega Nord da tre scendono a due, promozioni e retrocessioni hanno un meccanismo chiaro, tutti i club si rendono conto che devono dare continuità alla Prima Divisione per entrare nel cuore degli italiani. E nasce un simbolo che entrerà nella storia...
Il progetto di Vittorio Pozzo per riformare il calcio italiano nel 1923 sembra trovare finalmente compimento. I gironi da 3 scendono a 2 (parliamo sempre di Lega Nord, quella con le squadre più forti), promozioni e retrocessioni hanno un meccanismo chiaro, tutti i club si rendono conto che devono dare continuità alla Prima Divisione per entrare nel cuore degli italiani. E adesso per la prima volta possiamo parlare di scudetto, visto che la FIGC si inventa questo triangolino tricolore da mettere sulle maglie dei campioni d'Italia in carica. Una scelta di grande valore simbolico, che trasforma un piccolo pezzo di stoffa in un sogno: la forma è simile a quella attuale, solo che il tricolore ha sopra di sè la corona dei Savoia. A questo punto una piccola grande divagazione, visto che ci siamo ripromessi di non riproporre la storia delle singole società (per una sola ragione: è già stata scritta). La divagazione riguarda la Juventus, che nell'estate del 1923 diventa a pieno titolo di proprietà degli Agnelli. Il presidente Edoardo, figlio del fondatore Giovanni e padre del futuro Avvocato (oltre che ovviamente di Umberto), è fra i primi grandi industriali a credere nel calcio dando così una scossa a un mondo fino a quel momento gestito da gruppi di amici facoltosi ma ancora entro dimensioni 'umane'. Edoardo Agnelli si presenta in grande stile: vuole il famoso Virginio Rosetta della Pro Vercelli e lo avrà, creando il primo vero caso di calciomercato della nostra storia. (53-continua)