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I professionisti del Genoa

La Prima Divisione riunificata del 1922-23 vede il dominio dei rossoblu di mister Garbutt, modello non solo in campo (chiude la stagione senza sconfitte) ma anche per la loro visione organizzativa avanti di anni rispetto agli avversari.

Redazione

27 marzo 2011

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La Prima Divisione riunificata ha sempre in Pro Vercelli e Genoa le squadre favorite, ma il vero obbiettivo organizzativo della stagione è sfoltire il massimo campionato e arrivare da 36 squadre a 24. Missione compiuta, in ognuno dei 3 gironi da 12 retrocedono quindi in 4: alla fine si salveranno 19 squadre provenienti dalla CCI e solo 5 di quelle provenienti dal campionato FIGC. Sul piano calcistico il Genoa si mostra ancora più forte del previsto: una difesa eccezionale, con in porta De Prà, terzini De Vecchi e Bellini e una mediana insuperabile permettono di chiudere la stagione addirittura imbattuti. I tre gironi sono vinti da Genoa, Pro Vercelli e dalla sorpresa Padova, che quindi vanno a giocarsi la fase finale della Lega Nord in un gironcino molto combattuto: la partita decisiva si gioca a Genova ed è vinta dai padroni di casa con un goal di Enrico Sardi. Dalla Lega Sud, più ambiziosa che nel passato ma ancora con problemi organizzativi (per dire: l'Anconitana è promossa di diritto alle semifinali in quanto unica iscritta al girone marchigiano, in Sicilia le regole cambiano a torneo in corso e portano a un girone con partite di sola andata), emerge la Lazio di un giovanissimo Fulvio Bernardini che solo due anni prima ha cambiato ruolo trasformandosi da portiere in centravanti. La doppia finale è dominata dal Genoa, che vince così il suo ottavo massimo campionato che ancora non si definisce scudetto. Dal 1912 il suo allenatore è l'inglese William Garbutt, che al di là dell'aspetto tattico (il Metodo è lo schema adottato più o meno da tutti) è importante per essere stato il primo allenatore ufficialmente professionista del nostro calcio. Magari non il primo in assoluto, ma di sicuro il primo alla luce del sole. Garbutt è anche l'inventore del calciomercato condotto attraverso i soldi e non con (spesso) falsi trasferimenti per lavoro: fanno epoca gli aqcuisti di De Vecchi dal Milan (400 lire) e Santamaria dall'Andrea Doria (1.600), ma anche le polemiche sullo status dilettantistico dei calciatori che ovviamente vedono il Genoa schierato contro l'ipocrisia. Ma la Coppa del Mondo ancora non esiste e rimanere agganciata al carro olimpico è per la FIFA fondamentale. Stefano Olivari stefano@indiscreto.it

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