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Nurmi

E' stato probabilmente il più grande mezzofondista di tutti i tempi, spaziando dai 1.500 metri alla mezza maratona. E' stato per molti versi, dal professionismo alle metodologie di allenamento, il primo atleta dell'era moderna anche se viene spesso associato agli altri cosiddetti 'finlandesi volanti'...

Redazione

16.02.2011 ( Aggiornata il 16.02.2011 05:34 )

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Paavo Nurmi è stato probabilmente il più grande mezzofondista di tutti i tempi, spaziando dai 1.500 metri alla mezza maratona (o meglio, a quella che oggi sarebbe chiamata mezza maratona), al di là degli ovvii confronti cronometrici con gli atleti di oggi. E' stato per molti versi, dal professionismo alle metodologie di allenamento, il primo atleta dell'era moderna anche se viene spesso associato agli altri cosiddetti 'finlandesi volanti' (Hannes Kolehmainen, Ville Ritola, eccetera). Tutti campioni, ma oltre alle medaglie Nurmi ebbe anche una caratteristica unica: la capacità di segnare un'epoca. Nato a Turku il 13 giugno 1897, vinse nove medaglie d'oro ai Giochi Olimpici in un'epoca in cui di fatto i Giochi erano l'unica grande competizione internazionale. Ad Anversa 1920 fu primo nel cross individuale, in quello a squadre e nei 10.000 metri, con un secondo posto nei 5.000. A Parigi 1924 le medaglie d'oro furono addirittura 5, per l'atletica un'impresa pazzesca e mai più eguagliata: cross individuale e a squadre (fra l'altro fu l'ultima volta della corsa campestre ai Giochi, uno scandalo considerati gli sport oggi presenti), 3.000 metri a squadre, 1.500 e 5.000. Da notare: finali dei 1.500 e dei 5.000 corse a distanza di un'ora, altro che programmi fatti su miura per le stelle. Ad Amsterdam 1928, a 31 anni, primo nei 10.000 e secondo nei 3.000 siepi e nei 5.000. Avrebbe partecipato anche ai Giochi di Los Angeles 1932, ma proprio alla vigilia fu escluso per professionismo. Nonostante questo si recò lo stesso negli Stati Uniti, dove sognava di chiudere la carriera con l'oro olimpico della maratona, ma le accuse di un dirigente svedese (rimborsi spese eccessivi, secondo lui, in alcuni meeting degli anni prima) vennero ritenute credibili. Dopo il ritiro Nurmi aprì un negozio a Helsinki e coltivò con discrezione il suo mito, che in parte schiacciò il figlio Matti (buon mezzofondista negli anni Cinquanta). Nel 1952, alle Olimpiadi in Finlandia, fu ovviamente lui ad accendere la fiamma olimpica. Morì il 2 ottobre 1973 ed ebbe funerali di Stato. (2-continua)

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