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Telecommando: un anno di sport in tv - prima parte

Con la sua affilatissima penna, Livio Balestri analizza per noi un anno di sport in televisione, nel bene, nel male, ma sempre con l'occhio di chi ama il calcio e lo sport. Questo il primo di tre divertentissimi e corrosivi articoli. Buon divertimento

Redazione

29 dicembre 2010

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Che anno è stato per lo sport in tv? È successo di tutto e quindi alla fine un bel niente. Nel senso che la tv ha continuato la sua opera di inglobamento del calcio, arrivando a violare dei momenti sacri, ma sacri davvero, come lo spogliatoio e la fine del primo tempo. Solo che i risultati sono stati davvero immondi. Calciatori e allenatori nello spogliatoio, sapendosi inquadrati, recitano, si mettono in posa (le sole persone felici sono quelle che apprezzano dei bei maschiotti un po’ nudi), ascoltano musica con l’Ipod e non dicono niente di interessante, anzi spesso non dicono niente del tutto. Alla disperata ricerca di qualcosa, Caressa prima di un match dell’Inter è arrivato a invitare la gente a guardare «con quanta cura Eto’o si aggiusta il calzettone». Le interviste a fine primo tempo sono francamente inascoltabili: già di solito un calciatore non è Kant, quanto ad ampiezza di pensiero, figuratevi quando ha ancora in circolo adrenalina e acido lattico. Esemplare il botta e risposta di Massimiliano Nebuloni e Gianluca Zambrotta a fine primo tempo del derby milanese: «Gattuso e Abate sono già ammoniti. Cosa significa questo per il secondo tempo?». «Che dovremo stare più attenti ed evitare altre ammonizioni nel secondo tempo». Però appunto la tv continua a fagocitare tutto, e questo è segno del degrado culturale e anzi mentale del nostro paese, che poi si ripercuote in tanti aspetti, dallo sport alla politica. Pensiamo alla morte di Maurizio Mosca, il principale lutto di questo 2010. Il 90% abbondante delle cose dette per ricordarlo ha riguardato le sue scenette televisive - spesso obiettivamente più da avanspettacolo, divertentissimo ma avanspettacolo, che da giornalismo - che appunto una gloriosa carriera da giornalista della carta stampata. Altre cose da segnalare. - Le tantissime cose buone di Sky sia a Vancouver che in Sudafrica (con tutti i soldi che si pappa tra abbonamento e spot martellanti, vorrei anche vedere). - Il degrado totale della Rai. Il Mondiale lo aveva in mano integralmente, ma ha preferito venderlo a Sky, tenendo per sé dei diritti grotteschi (una partita al giorno, che nelle fasi iniziali obbligava a scelte di quelle che come fai sbagli) e trasformando l’evento in un continuo, irritante e volgarotto cazzeggio: a Costanzo palesemente del Mondiale non fregava niente, con Galeazzi sembravano i due vecchietti del Muppet Show (oltretutto il secondo pareva la custodia del primo). Poi ha ammazzato la sua esclusiva per la serie A eliminando la moviola (bastava farla meglio, e oltretutto allenatori e calciatori la vedono su Sky e poi vanno in Rai a fare polemiche di cui lo spettatore non capisce nulla) e trasformando le cronache delle partite da servizi analitici a sequenze di immagini con il commento originale di telecronache fatte al momento e mai trasmesse. Con tanti saluti a un discorso generale e tecnico sul match. - Il nuovo tic verbale di Caressa, dopo il tè caldo, è - negli ultimi minuti della partita - «Una sola soluzione, buttare la palla avanti e pregare». Dopo la terza volta che lo si sente si diventa atei per forza. - La solitudine giornalistica (e probabilmente politica) del buon Gianni Cerqueti, uno dei pochi da salvare della Rai. Che al cambio di telecronisti per la nazionale è stato ancora scavalcato, stavolta da Bruno Gentili (oltretutto un vicedirettore, e di solito i capi fanno i capi, non vanno in video). D’accordo, meglio farsi scavalcare da Gentili, uno bravo, che da Civoli, come in passato, ma insomma. - La sostanziale fine degli approfondimenti serali del calcio. Domenica Sportiva e Controcampo sono trasmissioni palesemente senza un’idea, che a furia di andare oltre la notizia si dimenticano la notizia stessa. Piene solo di chiacchiere e applausi finti quanto i litigi tra gli ospiti. E gli ascolti sono pessimi. Ormai il calcio si vive solo in diretta o in immediata differita, che sia alla radio (Tutto il calcio resiste sempre benissimo), alla tv o via Internet. Il resto è fuffa, e si vede anche da come annaspa, in crisi di idee ancor più che di vendite, la stampa specializzata. - Il ritorno di Giorgio Porrà dopo un brutto male che normalmente si definisce incurabile e che invece è stato curato. Come sempre tifiamo per lui: per la sua battaglia con la salute e per il garbo e la ricchezza umana dell’uomo. E basta quest’ultima notizia a rendere positivo tutto il bilancio del 2010. Per festeggiare al meglio l’anno nuovo, vi proporremo un piccolo - ma neanche troppo - blob di gaffe, battute malriuscite, clamorose esternazioni radiotelevisive fatte durante questo 2010 che se ne va. Tutta roba vera, tutta roba fina. Sollazzatevi. 6.1. «Lucio prende nettamente la palla . Ahahahahah» (Fabio Caressa commenta un calcio di Lucio ad altezza cavallo a Pellissier in Chievo-Inter, Sky). 17.1 «Tutto esaurito allo stadio di Nicola Di Bari» (Amedeo Goria, 90° minuto, Raidue). 28.1 «Il calciatore della Fiorentina Adrian Motu è stato trovato positivo all’antidoping. E ora passiamo ad altro, è morto negli Stati Uniti lo scrittore Jerome Salinger» (Susanna Petruni, Tg1) 31.1 «Alla Fiorentina arriverà Keirrison, è un gigante di quasi un metro e ottanta» (Franco Lauro, 90° minuto, Raidue). 13.2 Durante Italia-Inghilterra di rugby femminile entra in campo un uomo nudo. Sky mostra le immagini censurando le sue parti intime. Commento di Fabio Caressa su Sky: «Ecco lo streaker alla partita di rugby, lo abbiamo un po’ sbianchettato, c’è voluto pochissimo, peraltro, eh eh». 27.2 «Il ghiaccio, in fondo, non è altro che acqua solidificata» (Franco Bragagna, Olimpiadi, Raitre) «Il Napoli può lamentare il non rigore concesso ai danni di Quagliarella» (Lucio Rizzica, Diretta gol Napoli-Roma, Sky). 28.2 «Spero che il Milan non trovi a centrocampo l’affollamento che c’è a Jama’ el-Fnaa che tu sai, perché tu Giovanni Galli vivi, è la piazza di Marrakech. E con questo calembour vi saluto» (Carlo Pellegatti, Guida al campionato, Italia Uno). Livio Balestri Leggi la seconda parte di "un anno di sport in tv"

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