Che anno è stato per lo sport in tv? È successo di tutto e quindi alla fine un bel niente. Nel senso che la tv ha continuato la sua opera di inglobamento del calcio, arrivando a violare dei momenti sacri, ma sacri davvero, come lo spogliatoio e la fine del primo tempo. Solo che i risultati sono stati davvero immondi. Calciatori e allenatori nello spogliatoio, sapendosi inquadrati, recitano, si mettono in posa (le sole persone felici sono quelle che apprezzano dei bei maschiotti un po’ nudi), ascoltano musica con l’Ipod e non dicono niente di interessante, anzi spesso non dicono niente del tutto. Alla disperata ricerca di qualcosa, Caressa prima di un match dell’Inter è arrivato a invitare la gente a guardare «con quanta cura Eto’o si aggiusta il calzettone». Le interviste a fine primo tempo sono francamente inascoltabili: già di solito un calciatore non è Kant, quanto ad ampiezza di pensiero, figuratevi quando ha ancora in circolo adrenalina e acido lattico. Esemplare il botta e risposta di Massimiliano Nebuloni e Gianluca Zambrotta a fine primo tempo del derby milanese: «Gattuso e Abate sono già ammoniti. Cosa significa questo per il secondo tempo?». «Che dovremo stare più attenti ed evitare altre ammonizioni nel secondo tempo».
Però appunto la tv continua a fagocitare tutto, e questo è segno del degrado culturale e anzi mentale del nostro paese, che poi si ripercuote in tanti aspetti, dallo sport alla politica. Pensiamo alla morte di Maurizio Mosca, il principale lutto di questo 2010. Il 90% abbondante delle cose dette per ricordarlo ha riguardato le sue scenette televisive - spesso obiettivamente più da avanspettacolo, divertentissimo ma avanspettacolo, che da giornalismo - che appunto una gloriosa carriera da giornalista della carta stampata.
Altre cose da segnalare.
- Le tantissime cose buone di Sky sia a Vancouver che in Sudafrica (con tutti i soldi che si pappa tra abbonamento e spot martellanti, vorrei anche vedere).
- Il degrado totale della Rai. Il Mondiale lo aveva in mano integralmente, ma ha preferito venderlo a Sky, tenendo per sé dei diritti grotteschi (una partita al giorno, che nelle fasi iniziali obbligava a scelte di quelle che come fai sbagli) e trasformando l’evento in un continuo, irritante e volgarotto cazzeggio: a Costanzo palesemente del Mondiale non fregava niente, con Galeazzi sembravano i due vecchietti del Muppet Show (oltretutto il secondo pareva la custodia del primo). Poi ha ammazzato la sua esclusiva per la serie A eliminando la moviola (bastava farla meglio, e oltretutto allenatori e calciatori la vedono su Sky e poi vanno in Rai a fare polemiche di cui lo spettatore non capisce nulla) e trasformando le cronache delle partite da servizi analitici a sequenze di immagini con il commento originale di telecronache fatte al momento e mai trasmesse. Con tanti saluti a un discorso generale e tecnico sul match.
- Il nuovo tic verbale di Caressa, dopo il tè caldo, è - negli ultimi minuti della partita - «Una sola soluzione, buttare la palla avanti e pregare». Dopo la terza volta che lo si sente si diventa atei per forza.
- La solitudine giornalistica (e probabilmente politica) del buon Gianni Cerqueti, uno dei pochi da salvare della Rai. Che al cambio di telecronisti per la nazionale è stato ancora scavalcato, stavolta da Bruno Gentili (oltretutto un vicedirettore, e di solito i capi fanno i capi, non vanno in video). D’accordo, meglio farsi scavalcare da Gentili, uno bravo, che da Civoli, come in passato, ma insomma.
- La sostanziale fine degli approfondimenti serali del calcio. Domenica Sportiva e Controcampo sono trasmissioni palesemente senza un’idea, che a furia di andare oltre la notizia si dimenticano la notizia stessa. Piene solo di chiacchiere e applausi finti quanto i litigi tra gli ospiti. E gli ascolti sono pessimi. Ormai il calcio si vive solo in diretta o in immediata differita, che sia alla radio (Tutto il calcio resiste sempre benissimo), alla tv o via Internet. Il resto è fuffa, e si vede anche da come annaspa, in crisi di idee ancor più che di vendite, la stampa specializzata.
- Il ritorno di Giorgio Porrà dopo un brutto male che normalmente si definisce incurabile e che invece è stato curato. Come sempre tifiamo per lui: per la sua battaglia con la salute e per il garbo e la ricchezza umana dell’uomo. E basta quest’ultima notizia a rendere positivo tutto il bilancio del 2010.
Per festeggiare al meglio l’anno nuovo, vi proporremo un piccolo - ma neanche troppo - blob di gaffe, battute malriuscite, clamorose esternazioni radiotelevisive fatte durante questo 2010 che se ne va. Tutta roba vera, tutta roba fina. Sollazzatevi.
6.1. «Lucio prende nettamente la palla . Ahahahahah» (Fabio Caressa commenta un calcio di Lucio ad altezza cavallo a Pellissier in Chievo-Inter, Sky).
17.1 «Tutto esaurito allo stadio di Nicola Di Bari» (Amedeo Goria, 90° minuto, Raidue).
28.1 «Il calciatore della Fiorentina Adrian Motu è stato trovato positivo all’antidoping. E ora passiamo ad altro, è morto negli Stati Uniti lo scrittore Jerome Salinger» (Susanna Petruni, Tg1)
31.1 «Alla Fiorentina arriverà Keirrison, è un gigante di quasi un metro e ottanta» (Franco Lauro, 90° minuto, Raidue).
13.2 Durante Italia-Inghilterra di rugby femminile entra in campo un uomo nudo. Sky mostra le immagini censurando le sue parti intime. Commento di Fabio Caressa su Sky: «Ecco lo streaker alla partita di rugby, lo abbiamo un po’ sbianchettato, c’è voluto pochissimo, peraltro, eh eh».
27.2 «Il ghiaccio, in fondo, non è altro che acqua solidificata» (Franco Bragagna, Olimpiadi, Raitre)
«Il Napoli può lamentare il non rigore concesso ai danni di Quagliarella» (Lucio Rizzica, Diretta gol Napoli-Roma, Sky).
28.2 «Spero che il Milan non trovi a centrocampo l’affollamento che c’è a Jama’ el-Fnaa che tu sai, perché tu Giovanni Galli vivi, è la piazza di Marrakech. E con questo calembour vi saluto» (Carlo Pellegatti, Guida al campionato, Italia Uno).
Livio Balestri
Leggi la seconda parte di "un anno di sport in tv"