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La nostra storia

1 - Le tappe fondamentali del grande calcio italiano, dal primo campionato fino ai giorni nostri. Tutto parte in una domenica di maggio a Torino...

Redazione

16.12.2010 ( Aggiornata il 16.12.2010 06:56 )

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Cosa ha diverso dalle altre già scritte questa storia del calcio italiano che cominciamo oggi e che diventerà un appuntamento quotidiano? Prima di tutto è aperta ai contributi di tutti gli appassionati, ad integrazione degli articoli: nessuno di noi ha la verità in tasca, aver letto centinaia di libri sull'argomento non ci fa diventare detentori del Verbo ma capaci di scrivere una traccia credibile pensiamo di sì. In secondo luogo non sarà riferita ad una sola squadra, come verrebbe più facile e come sarebbe anche commercialmente più 'furbo': cercheremo di dare una visione d'insieme del fenomeno calcio nel nostro paese, senza ammorbare i lettori con sociologia da frustrati. Poi non avremo né la pretesa né l'ossessione della completezza e del compitino in bella copia: scriveremo di squadre e personaggi che hanno rappresentato dal punto di vista storico una svolta, non è che ci metteremo a copiare albi d'oro facilmente consultabili su Wikipedia. Infine cercheremo di evitare la retorica, anche quella innocua del campionismo. Non basta una foto sgranata in bianco e nero per guadagnarsi l'appellativo di fenomeno, le 'partite più belle di tutti i tempi' non possono essere poi tantissime e bisogna fare una selezione. Il progetto è ambizioso, per questo è da Guerino. E adesso partiamo. Non dalla preistoria, ma dal primo campionato di serie A. Che si svolge nell'arco di...un giorno! L'8 maggio 1898, in una domenica torinese che dentro al velodromo vede in campo quattro squadre: tre della città (International, Ginnastica e Torinese) più il Genoa Cricket and Athletic Club. Il programma prevede semifinali al mattino e finale al pomeriggio, con biglietto d'ingresso a una lira e sedia (facoltativa) in affitto per un'altra lira. Bello il campo, di terra battuta, bello l'impianto. Ma prima di parlare delle partite bisogna rispondere alla seguente domanda: come si è arrivati a questo punto? Prima di tutto bisogna dire che in quegli anni pionieristici Torino è un po' il centro del calcio italiano. Merito delle elìte cittadine, che danno al gioco un carattere italiano e non di importazione come avviene invece in altre città come Genova. A Torino sul finire dell'Ottocento il calcio è il gioco dei ragazzi bene, tollerato ed addirittura incoraggiato in molte scuole (la Juventus nasce di fatto in un liceo). Fino al 1998 questo sport in Italia vive di infiniti derby cittadini, quando alcune sfide fra Torinese e Genoa fanno sorgere l'idea di allargarsi. Bisogna darsi un'organizzazione e così il 15 marzo a Torino si riuniscono i rappresentanti di alcune delle società più importanti di quel giro ligure-piemontese. Fra quelle forti manca soltanto l'Alessandria, per protesta contro torti arbitrali subiti in uno dei tornei amichevoli di qualche settimana prima. Il 26 marzo nasce la Federazione Italiana Football, non certo la prima in Italia (il primato è della ginnastica, nel 1869) e poco dopo si decide che il primo campionato italiano verrà disputato tutto in un giorno. Gli spostamenti sono difficili, i soldi sono pochi, per tutti si tratta di un salto nel buio. (1-continua) Stefano Olivari

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