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Le testate televisive da Ba a Eto'o

L'inizio italiano della prova tivù per sanzionare gli atti violenti risale al 1999, anche se nella storia rimarrà solo la decisione 'live' dell'Elizondo di Berlino...

Redazione

22.11.2010 ( Aggiornata il 22.11.2010 08:31 )

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Non è che i calciatori abbiano iniziato a reagire con testate alle provocazioni degli avversari solo da pochi anni, è che da pochi anni le telecamere riescono a dare una quadro completo di ogni episodio di calcio per così dire maggiore. E va detto che una testata come quella di Eto'o a Cesare sarebbe forse sfuggita all'occhio umano probabilmente anche in caso di 5, 7, 9, 25 arbitri. Viva la televisione, quindi, che permette anche se in ritardo di fare giustizia anche se le vette 'live' dell'Elizondo di Berlino non saranno forse più toccate. Banale ricordare la testata più famosa della storia, quella di Zidane a Materazzi nella fionale mondiale 2006 dopo che il difensore azzurro l'aveva omaggiato di frasi mai completamente chiarite (da un po' di tempo si è concordata una versione 'leggera' su offese alla sorella del francese). Uno Zidane recidivo, peraltro, visto che con la maglia della Juventus aveva colpito (con la testa, non con la maglia) nel 2000 il tedesco Jochen Kientz in Juventus-Amburgo di Champions League. La curiosità è che anche Materazzi, come improbabile 'vittima' ha un'altra tacca sulla sua fusoliera: nel 2007 il sampdoriano Delvecchio gli avrebbe infatti dato una testata, con cartellino rosso senza bisogno di prova tivù. L'inizio italiano della prova tivù per sanzionare la condotta violenta risale però al 1999, quando Ibrahim Ba (allora al Perugia) colpì con una testata al volto il difensore del Cagliari Fabio Macellari nella partita giocata il 22 settembre. Ma proprio la tv aveva fatto punire un calciatore italiano a Usa ' 94. Non mancano comunque altri precedenti 'azzurri' (Tassotti, che in Italia-Spagna del Mondiale 1994 ruppe il naso a Luis Enrique colpendolo con una gomitata: l' arbitro non vide il gesto, ma la Commissione disciplinare della Fifa squalificò il difensore per otto giornate dopo aver visto i filmati tv) o di serie A ma 'ufficiosi': nel 1995 Jocelyn Angloma, all'epoca al Torino, venne espulso durante Torino-Atalanta per un fallo su Morfeo. Tre giorni dopo il giudice sportivo squalificò invece per due giornate un altro granata, Falcone, vero colpevole, dopo aver visto le immagini in tivù.

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