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Risate grassocce con Ciccio Valenti

Dall’infotainment all’infottainment. Ovvero, dalla informazione fatta con stile allegro a quella fatta con doppi sensi e riferimenti zozzi. Infottainment appunto. Ok, ci scusiamo per la battuta volgarotta. Ma forse piacerebbe a Giacomo Valenti, detto Ciccio, che da tempo imperversa a Controcampo coi suoi montaggini di immagini curiose tratte dagli spalti degli stadi italiani...

Redazione

09.11.2010 ( Aggiornata il 09.11.2010 10:40 )

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Dall’infotainment all’infottainment. Ovvero, dalla informazione fatta con stile allegro a quella fatta con doppi sensi e riferimenti zozzi. Infottainment appunto. Ok, ci scusiamo per la battuta volgarotta. Ma forse piacerebbe a Giacomo Valenti, detto Ciccio, che da tempo imperversa a Controcampo coi suoi montaggini di immagini curiose tratte dagli spalti degli stadi italiani. A parte il fatto che sarebbe bello che qualcuno ci spiegasse perché nelle trasmissioni sportive si deve fare anche del cabaret, ma a parte questo l’idea poteva anche essere buona tre anni fa, quando era partita. Solo che si è presto persa in un fiorire di inquadrature di gratta gratta (di palle), snariciamenti, di mostri vari ripresi in curva e tribuna, e di immagini stantie che tutti in settimana hanno già visto su internet. Con battute grassocce, e sull’aggettivo grassocce – vista la stazza – immaginate quali calembour farebbe il nostro, e sempre meno risate anche del pubblico in studio. Così, per dare nuovo impulso a tutto, ecco una novità che – come quasi tutte le novità, specie nel periodo - peggiora ulteriormente il tutto: la candid camera. Roba inventata in Italia nel 1965 (in America nel 1948), quindi all’insegna della più pura sperimentazione. Suggeriamo alcune altre possibili innovazioni: un repertorio di errori di campioni con musica liscio in sottofondo, la classifica dei gol più facili sbagliati, una serie di dichiarazioni piene di strafalcioni linguistici. Roba inventata dalla Gialappa’s certo, ma del 1990, quindi comunque più nuova della candid camera. Ulteriore perla, la spalla di Ciccio è una bella ragazza (in sé è una bella notizia, visto che è meglio guardare le belle donne ecc ecc come insegna il proprietario anche di Rete4), che però si chiama Raffaella Fico. Lei è Fico, ma è anche…? Esatto. Oltretutto in che puntata debutta? In quella dov’è ospite Pippo Inzaghi, incalzato con una serie di domande pungenti (tipo, meglio segnare in un derby scudetto o in Champions?) dalla valletta della trasmissione, che è la sua fidanzata, Alessia Ventura. Morale, quando Brandi col suo grugnetto e gli occhi da husky che gli brillano, dà la linea a Ciccio, il nostro debutta con: «Tu Pippo, pippa… Io la Fico, che non è un nome d’arte… Alberto, goditi il tuo Pippo e la tua pippa, io mi godo la mia Raffaella, c’è Pippo e pippa, qui c’è fico e…». Insomma, già che non fanno ridere – a parte la Ventura che si sganascia come neanche la sua omonima Simona – ripetiamole venti volte, finché alla fine uno non increspa un labbro sperando di non sentirle più. Con cotanto inizio serviva uno sforzo titanico per proseguire all’altezza. Non certo la candid camera, una noia mortale, la Fico con la o che si finge cassiera di un Milan point e prende per scemo un cliente. Ecco quindi le immagini di una falciatrice automatica di erba e poi alcuni sciamannati «i fumatori di erba automatici», un bambino che fa il dito medio, Garrone che si stappa un orecchio, Pastore con un’eruzione cutanea che strizza l’occhio «il brufolo glielo hanno già strizzato altri». Fino al colpo di classe: «Volevo sapere da Alessia se anche nell’intimità Pippo entra solo negli ultimi 20 minuti». Risate e imbarazzo si mescolano, tanto che pure Brandi non si tiene: «Caserma Ciccio». Chiamatelo infottainment. Livio Balestri telecommando@hotmail.it

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