Un’interessante articolo comparso sul web magazine Inside Futbol a firma Andy Potts ha fatto il punto sulla riforma del campionato russo prevista a partire dal 2012. Niente più torneo nell’arco dell’anno solare, da marzo a novembre, bensì una stagione sulla falsariga dei grandi campionati europei, con inizio ad agosto, lunga pausa invernale tra fine novembre e metà marzo, e conclusione a maggio. Una svolta che imprime un’ulteriore “occidentalizzazione” alla linea politica tracciata dalla Federcalcio locale.
Il nuovo format prevede una formula simile a quella adottata in Belgio, dove al termine della regular season il campionato viene diviso in due; in un gruppo ci si gioca titolo nazionale e qualificazione alle coppe europee, nell’altro la permanenza nella massima divisione. Un metodo che a detta del presidente della Federcalcio Sergei Fursenko dovrebbe aiutare il mondo del pallone russo ad uscire “dalla palude della corruzione, nella quale sguazzano soprattutto le società medio-piccole”. Molte di esse, conclude Fursenko, a metà stagione non hanno già più obiettivi, e pertanto decidono di monetizzare sotto banco vendendo qualche partita.
Tra i dirigenti del calcio russo esiste una grande voglia di normalizzazione ai ritmi ed agli stili del calcio europeo occidentale. Il nuovo format viaggia proprio in questa direzione, anche alla luce della candidatura del paese ad organizzare il Mondiale del 2018. Calendari in linea con il resto d’Europa porterebbero benefici anche alla nazionale ed ai club: la prima affronterebbe avversari che, in determinati periodi, hanno sostenuto la medesima preparazione; i secondi sarebbero maggiormente cautelati dalle inside di un mercato “sfasato”, dove il Cska Mosca di turno deve attendere metà stagione per ottenere Doumbia, oppure, al contrario, molti club si trovano privati di alcuni dei loro pezzi migliori a metà campionato.
Il grande problema rimane il clima. Se già adesso il Tom Tomsk, club siberiano, disputa le prime partite stagionali su campo neutro in una parte più calda della Russia, si può solo immaginare cosa succederà anticipando di una quarantina di giorni (da maggio a metà marzo) il calendario. Attualmente in prima divisione militano due club siti a est degli Urali: il già citato Tom Tomsk e il Sibir Novosibirsk, ultimo in campionato e destinato ad essere sostituito a partire dal prossimo anno dal Kuban Krasnodar, proveniente dal più caldo Mar Nero. Un problema in meno per una Federazione che sembra vedere di buon occhio una progressiva divisione dei più seguiti sport di squadra del paese in aree territoriali ben precise: calcio nella Russia occidentale, hockey su ghiaccio in quella orientale.