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Redazione

27.10.2010 ( Aggiornata il 27.10.2010 18:50 )

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Da maestro a scemo del villaggio in pochi mesi. Roy Hodgson chiaramente non ci sta, pur conoscendo perfettamente i meccanismi mediatici del calcio moderno. Il suo Fulham finalista di Europa League è solo una sbiadito ricordo, adesso esiste solo un Liverpool che fa acqua da tutte le parti. Il 2-1 al Blackburn ha garantito al tecnico l’ossigeno minimo. I numeri però dicono che la sua permanenza sulla panchina dei Reds rimane a tempo. Nella Premier League solamente in due occasioni il cambio di proprietà non ha coinciso con un mutamento, nel breve periodo, della guida tecnica. Le eccezioni si chiamano Alex Ferguson, rimasto in sella al Manchester United dopo l’insediamento nel 2005 della famiglia Glazer (ci mancava solo che i poco amati americani toccassero l’icona sir Alex), e Alex McLeish, il cui posto al Birmingham City non è stato messo in discussione dal miliardario di Hong Kong Carson Yeung, il nuovo proprietario del club. Per il resto, proprietà nuova ha sempre significato allenatore nuovo. All’inizio degli anni Novanta Jack Walker diede il benservito a Don Mackay ritenendolo troppo poco carismatico per guidare un club ambizioso e pieno di ottimi giocatori come sarebbe diventato da lì a poco il Blackburn Rovers. Non ebbe torto, perché il suo successore, Kenny Daglish, nel 1995 vinse il titolo. Per le stesse ragioni Mohamed Al-Fayed, una volta acquisito il Fulham, non esitò a sbarazzarsi di Mickey Adams a favore di Kevin Keegan. Nel dicembre del 2000 la società di investimenti ENIC inserì nel proprio pacchetto il Tottenham Hotspur. La permanenza dello scozzese George Graham a Londra, sponda Spurs, durò solamente altri novanta giorni prima di lasciare il posto a Glenn Hoddle. A White Heart Lane fece tre mesi da dead man walking, un pò come capitò tre anni dopo a Claudio Ranieri sulla panchina del Chelsea. L’arrivo di Roman Abramovich segnava l’inizio in casa Blues di una nuova era nella quale il tecnico capitolino non poteva rientrare. Sempre in tema di italiani, Gianfranco Zola è durato cinque mesi alla guida del traballante West Ham dopo l’insediamento del duo David Gold e David Sullivan. Nel frattempo però un nuovo tecnico del nostro paese era sbarcato nel dorato mondo della Premier League: Roberto Mancini, che dopo soli due mesi dall’acquisto del Manchester City da parte della società Abu Dhabi United Group, era stato chiamato dallo sceicco Mansour Bin Zayed Al Nayhan per sostituire il gallese Mark Hughes, considerato inadatto dalla nuova proprietà per centrare il grande obiettivo della qualificazione alla Champions League. Riuscirà a Hodgson a sopravvivere alla New England Sport Ventures (NESV) di mister John W. Henry?

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