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Scommessa contro Cecchinato

Scommessa contro Cecchinato

Redazione

19.07.2016 ( Aggiornata il 19.07.2016 16:03 )

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In pochi giorni Marco Cecchinato è passato dalla prospettiva di giocare in Coppa Davis ad una squalifica durissima inflittagli dalla stessa Federtennis di cui fino a domenica ha difeso i colori, da riserva pronta a subentrare a Seppi, con l'Argentina. 40.000 euro di multa e 18 mesi, un anno e mezzo di stop per avere, questa l'accusa, taroccato una partita con lui stesso in campo in un challenger (contro il polacco Majchrzak) in Marocco e per avere usato informazioni riservate, una specie di equivalente sportivo dell'insider trading, su altre partite fra cui una riguardante proprio Seppi. L'episodio più grave è ovviamente quello che lo riguarda direttamente, il quarto di finale di Mohammedia 2015 giocato contro il numero 338 del mondo da un Cecchinato ai suoi massimi, 82 del ranking, e strafavorito. Si parla di 800 euro scommessi sui 2 set a 0 per il polacco, pagati a 7. Traduzione: 4.800 euro netti di guadagno. Parlando soltanto di scommesse legali, in Italia risultano avere puntato su questo risultato soltanto un amico di Cecchinato e suo padre (il padre dell'amico). Va detto che l'amico ha dichiarato, stiamo parlando di giustizia sportiva, che con Cecchinato parlava spesso e che aveva semplicemente intuito lo stato di forma del tennista palermitano, scommettendogli quindi contro. Versione arrivata dopo qualche contraddizione e comunque improbabile, con l'amico (di nome Accardi) che ha asserito di scommettere in proprio sul tennis, mentre per altri sport puntava direttamente soldi di Cecchinato. Ci sono poi altri di match di Cecchinato, anche di doppio, finiti sotto osservazione, ma per completezza di informazione rimandiamo al testo completo della sentenza che abbiamo letto sul sito della FIT. Di nostro aggiungiamo alcune considerazioni. La prima è che è altamente improbabile che Cecchinato e Accardi facessero parte di una qualche organizzazione che alterasse sistematicamente le partite, infatti questi 'sindacati' operano quasi sempre assicurando un risultato probabile (tale sarebbe stato ad esempio il 2 a 0 di Cecchinato contro il polacco) e non inventandosi cose assurde su eventi con pochissimi euro di gioco e quindi immediatamente nel mirino delle autorità. Insomma, hanno o avrebbero agito in proprio. La seconda considerazione è che 4.800 sono per chi segue superficialmente il tennis pochi soldi, ma in realtà per chi non è stabilmente nei primi 70-80 del mondo tanto pochi non sono. Facciamo cifre precise: a Mohammedia il vincitore prende 6.150 euro lordi e un semifinalista (Cecchinato era testa di serie numero 4) 2.130 euro. Non stiamo giustificando Cecchinato, ma solo dire che nel mondo challenger 4.800 euro (peraltro guadagnati dagli Accardi) sono una bella cifra. Terzo pensiero: in semifinale Majchrzak ha di nuovo sorpreso, battendo la testa serie numero uno Carreno Busta (da controllare anche gli amici di Carreno Busta, a questo punto) arrendendosi poi in una finale combattuta contro un altro spagnolo, Carballes-Baena. Insomma, era in un buon momento di forma a prescindere dai comportamenti di Cecchinato. Quarta considerazione: ombre e luci nel comportamento della FIT, visto che Cecchinato è stato deferito a marzo e che la sentenza è arrivata casualmente con la Davis alle spalle, ma torna ad onore dell'Italia del tennis essersi privata del suo miglior giocatore sotto i 25 anni senza fare tante storie. In sintesi: si sono visti processi, anche sportivi, con prove molto più schiaccianti, quindi si può dire che questa sentenza sia stata per certi versi anch'essa una scommessa, peraltro con buoni fondamenti, contro Cecchinato.

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