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Trent'anni dopo Leonard-Hagler

Redazione

06.04.2017 ( Aggiornata il 06.04.2017 08:38 )

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La sfida fra Ray 'Sugar' Leonard e Marvin 'The Marvellous' Hagler è stata l'evento più rappresentativo della boxe e probabilmente anche dello sport degli anni Ottanta: per il carisma dei protagonisti, per l'attesa e per l'impazzimento dei media, prima ancora che per il combattimento in sé stesso, il 6 aprile del 1987 al Caesars Palace di Las Vegas. Ma perché ancora oggi si parla di quel match, oltretutto in uno sport che si inventa 'incontri del secolo' quasi ogni anno? Sicuramente la giustificazione non è sportiva perché Leonard arrivava da tre anni di inattività (si era ritirato a 28 anni...) e da cinque in cui aveva combattuto soltanto una vota a causa dei problemi agli occhi ma soprattutto di una attenta gestione della sua immagine. Quanto ad Hagler, a 33 anni era in ogni caso verso la fine di una carriera logorante e con poca protezione organizzativa (il pareggio nel primo dei due incontri contro il nostro Antuofermo grida ancora vendetta). Intanto va detto che era Hagler ad avere mediaticamente bisogno di Leonard, non il contrario, per questo accettò tutte le condizioni imposte dal rivale, in particolare i 12 round invece dei 15. Mossa decisiva, perché tutti gli spettatori del match concordano sul fatto che da metà incontro in poi Leonard fosse stanchissimo. Non fu un incontro spettacolare, come spesso accade fra due pugili di grande tecnica e intelligenza (lo era anche Hagler, anche la sesta ripresa di Hagler-Mugabi vista su You Tube miliardi di volte farebbe pensare il contrario), e fu anche arbitrato male perché Richard Steele tollerò la tattica ostruzionistica di Leonard: decine di ammonizioni per holding ma nessun punto di penalità. La superiore abilità difensiva di Leonard lo salvò in quasi tutte le riprese, tranne forse la nona ed il verdetto fu quindi incertissimo. Durante l'abbraccio prima del verdetto Leonard disse ad Hagler "Mi hai battuto", come ha raccontato più volte Hagler ed è anche stato confermato dalla lettura del labiale (mai viste tante moviole nella storia della boxe, anche per episodi più controversi), ma i giudici furono di diverso parere. Split decision, ma con al suo interno alcune scelte clamorose. JoJo Guerra vide Leonard vincitore 118-110 (traduzione: secondo lui aveva vinto quasi tutte le riprese, essendo 10 il punteggio dato al vincitore della singola ripresa), Dave Moretti diede un più corretto 115-113 per Leonard e Lou Filippo un ugualmente accettabile, visto che la sfida si era decisa su dettagli, 115-113 per Hagler. L'incontro, trasmesso da Italia Uno, generò tante discussioni anche da noi e c'era la certezza che sarebbe stato il primo di una lunga serie. In effetti Hagler chiese subito la rivincita ma il furbo Leonard si defilò ritirandosi per la seconda volta (altre sarebbero seguite). Dopo qualche mese, a sorpresa, arrivò il ritiro dello stesso Hagler: solo Leonard lo avrebbe stimolato a rimanere in un ambiente a cui aveva dato tutto e che gli aveva dato tutto. Si era già di fatto stabilito a Milano, dove vive ancora oggi (lo abbiamo visto di recente al rinato Principe). La rivincita non ci sarebbe mai stata, se non nella nostra fantasia: per questo quel match, come tutti i grandi match basati su un solo episodio (Alì-Foreman, per dire), è come se si fosse disputato ieri e si staglia rispetto a tante altre sfide memorabili dell'epoca, anche con gli stessi Leonard e Hagler sul ring.

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