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GS Noir / Samia Yusuf Omar

Redazione

15.03.2017 ( Aggiornata il 15.03.2017 11:34 )

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GS Noir: protagonisti e storie in cui allo sport si intrecciano tragedia umana, polemica, a volte mistero. Buona lettura.
 Non ce la faranno a fermarmi. Ho ancora qualche mese per prepararmi e ce la farò. A Pechino vollero tutti intervistarmi perché arrivai ultima... non accadrà di nuovo. Io a Londra voglio vincere la medaglia d'oro! Non ce la faranno a fermarmi, maledetti mercanti di esseri umani. Se penso a tutto ciò che ho dovuto subire per arrivare su questa nave, impazzisco solo al pensiero. Ma manca poco. L'Italia è ormai vicina. Così troverò un bravo allenatore che mi prepari per i Giochi, lì ci sanno fare. Finalmente! Ci hanno lanciato delle funi, cosa faccio? Non so nuotare, ho paura... proteggimi papà... Voglio essere ancora la tua "piccola guerriera", proprio come mi chiamavi sempre.
  Samia Yusuf Omar nasce a Mogadiscio nel 1991, proprio durante la guerra civile in Somalia. In mezzo a tante privazioni e difficoltà si rifugia nella corsa, illuminata dalla scoperta su un giornale della foto di Mo Farah, campione di atletica leggera di origini somale. Anche solo allenarsi, in un contesto simile, è pericoloso. Ma Samia è una sognatrice testarda: comincia a vincere diverse gare sui 200 metri piani nel suo Paese per poi gareggiare ai campionati africani. Viene chiamata a rappresentare la Somalia ai Giochi Olimpici di Pechino 2008, ha solo 17 anni. Nella sua batteria c'è la campionessa giamaicana Veronica Campbell-Brown, un fascio di muscoli e potenza come le altre atlete. Samia è in seconda corsia, il confronto è già perso prima dello start: lei è magra e gracile, ma non si dà per vinta e chiude con il suo record di 32' 16'', lontanissima dalle colleghe. La sua è una storia che racconta tanto e fa il giro del mondo. Decide di scappare da Mogadiscio proprio come aveva fatto la sorella maggiore, rifugiatasi in Europa per fare musica. I viaggi sono lunghi e costosissimi, attraverso il Sudan e la Libia prima di salpare per l'Italia, in condizioni atroci. Samia vuole partecipare alle Olimpiadi di Londra 2012: per questo desidera arrivare in Italia per potersi allenare adeguatamente e vincere la medaglia d'oro. Un sogno forse irraggiungibile, che si infrange nelle fredde acque del Mediterraneo a poche miglia dalle coste siciliane. Samia Yusuf Omar si lancia per raggiungere le funi lanciate dai mezzi italiani, giunti in soccorso delle centinaia di persone a bordo di quella carretta del mare, ma senza saper nuotare. Non ce la fa. Aveva appena 21 anni.   Già pubblicati: Agostino Di Bartolomei (18.01.2017) Leonardo David (25.01.2017) Isaac Gálvez e Dimitri De Fauw (31.01.2017) Riccardo Paletti (09.02.2017) Slobodan Jankovic (13.02.2017) Italo Alaimo (21.02.2017) Abebe Bikila (01.03.2017) Nodar Kumaritashvili (08.03.2017)   Fabio Ornano @fabio_ornano

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