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Anello d'oro per Tamberi© Getty Images for European Athletics

Anello d'oro per Tamberi

Il campione olimpico di salto in alto si è confermato all'Europeo di Monaco, vincendo a 2,30 una gara resa difficile anche dal meteo. Il bello è che nella storia c'era già e che questa storia sembra lontana dalla fine...

Stefano Olivari

19.08.2022 ( Aggiornata il 19.08.2022 09:12 )

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Gianmarco Tamberi ha conquistato a Monaco il suo secondo Europeo nel salto in alto, dopo quello di Amsterdam 2016. Nell’atletica si tratta quasi di una vita fa, e per Tamberi anche di più, visto che vinse quell’oro 5 giorni prima della memorabile serata di Monte Carlo, in cui prima stabilì il record italiano a 2,39 e poi tentando il 2,41 si fece male gravemente alla caviglia sinistra perdendo le Olimpiadi di Rio, senza poi parlare della rieducazione lunga e dolorosa. Ma la storia di Tamberi la conoscono tutti, mentre nessuno sa, forse nemmeno loro due, a che punto siano i rapporti con il padre-allenatore Marco. Prima del Mondiale di Eugene, chiuso con un eccellente (in rapporto alla preparazione) quarto posto, la rottura sembrava certa, poi la federazione è riuscita a guadagnare un mese e adesso magari non si separeranno più. Storie anche di famiglia, come quella dell’esultanza facendo il gesto dell’anello all’indirizzo della fidanzata Chiara, fra pochi giorni moglie.

Tanta gioia in una gara resa difficile dalla pioggerellina e dal freddo, situazioni ostili per tutti i saltatori ed ancora di più per quelli dinamici come Tamberi. Una situazione meteo che a molti ha ricordato quella degli Europei di Praga 1978, quando Sara Simeoni vinse l’oro eguagliando il suo stesso primato mondiale a 2,01. Ma tornando al presente, tutte le difficoltà si sono viste già alla misura d’entrata, un 2,18 fallito da ben 5 atleti (fra questi Marco Fassinotti) su 13 finalisti. Tamberi ha superato alla prima prova il 2,18 ed anche il 2,23, presentandosi a 2,27 con soli 5 avversari ancora in gara. Anche qui Tamberi è passato al primo salto, come il tedesco Potye, mentre l’ucraino Protsenko lo ha fatto tirandosi dietro il fardello di 2 nulli. A 2,30 sono arrivati soltanto loro tre, quindi tutti sicuri di una medaglia: e Tamberi è stato l’unico a farcela, alla seconda prova, con l’argento a Potye ed il bronzo a Protsenko.

Festeggiamenti alla Tamberi, anche se gli dei dell’atletica lo avevano già indennizzato con l’oro olimpico a Tokyo. Un oro ai Giochi, due agli Europei veri e uno in quelli indoor (Glasgow 2019, senza dimenticare l’argento del 2021 a Torun), un oro e un bronzo ai Mondiali indoor, più tanto altro. Ed in questo tanto altro rientra anche la positività che Tamberi, così come Marcell Jacobs, emana ed ha emanato anche nei momenti negativi, perché dopo le vittorie sono capaci tutti. A 30 anni suonati ha poco ancora da chiedere all’atletica, nemmeno vincere il Mondiale l’anno prossimo a Budapest gli sposterebbe molto. Però l’atletica italiana, che ha appena ottenuto l'organizzazione dell'Europeo 2024, ha ancora molto da chiedere a Gianmarco Tamberi.

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