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Jacobs come Mennea© LAPRESSE

Jacobs come Mennea

Il campione olimpico dei 100 metri ha conquistato a Monaco anche l'oro europeo, 44 anni dopo un altro mito dello sport italiano, vincendo la finale in 9"95. E non è ancora finita...

Stefano Olivari

17.08.2022 ( Aggiornata il 17.08.2022 12:30 )

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Marcell Jacobs è campione d’Europa dei 100 metri, dopo aver vinto a Monaco una finale corsa con il retropensiero di farsi di nuovo male ma dominata in 9”95, record della manifestazione eguagliato. Stesso tempo di Zharnel Hughes nel 2018, ma a Monaco il britannico ha chiuso secondo in 9”99 in una gara con distacchi abissali visto che il bronzo è stato conquistato da Azu in 10”13, tempo che per una medaglia è quasi antico. Jacobs come Pietro Mennea, unico altro italiano nella storia a diventare campione europeo dei 100, nel 1978 a Praga dopo essere stato 4 anni prima argento a Roma dietro all'arcirivale Borzov, in tutt’altra epoca e con titoli meno inflazionati visto che gli Europei non avevano la cadenza biennale di oggi (al di là dell'edizione 2020 saltata per il Covid).

Di certo l’ultimo anno di Jacobs è stato da superfenomeno: campione olimpico dei 100 a Tokyo con il record europeo in 9”80, campione mondiale indoor dei 60 a Belgrado e campione europeo dei 100. Oltre ad essere leader della staffetta campione olimpica e di un movimento che alla finale europea ha qualificato anche Chitaru Ali, che replicando il 10”12 della semifinale avrebbe vinto il bronzo anche se ovviamente questo è bar: Ali ha chiuso ottavo, con tante belle sensazioni per il futuro. Molto concreto invece il cerotto sul polpaccio sinistro con cui Jacobs si è presentato alla finale, a causa di una contrattura che peraltro esisteva anche prima della semifinale, pur non c’entrando nulla con il problema che lo aveva fatto rinunciare al Mondiale di Eugene dopo la batteria vinta in 10”04.

E adesso? Cosa rimane da vincere a quello che anche se si ritirasse oggi sarebbe uno dei più grandi sportivi italiani di sempre? Il Mondiale all’aperto, che l’anno prossimo sarà a Budapest, prima di chiudere il periodo d’oro della carriera alle Olimpiadi di Parigi. A colpire di Jacobs, che ha davvero svoltato tre anni fa quando ha abbandonato il salto in lungo (una curiosità: con il suo personale di 8,07, ottenuto indoor, a Monaco sarebbe stato medaglia d’argento) e gli infortuni, è la grande semplicità ed anche il dopogara del titolo europeo lo ha confermato. Un personaggio fantastico che l’atletica italiana non sfrutta abbastanza per fare promozione e farlo entrare nella cultura di massa come accadde appunto per mennea. Jacobs intanto è nella storia. E non è ancora finita.

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