Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912

L'importanza di Roger Bannister© Getty Images

L'importanza di Roger Bannister

Con la morte dell'uomo che infranse la barriera dei 4 minuti sul miglio si chiude definitivamente l'epoca in cui l'atletica era uno sport e non un lavoro, spesso di tipo parastatale...

5 marzo 2018

  • Link copiato

Non ha mai vinto medaglie olimpiche e ai suoi tempi i Mondiali di atletica non esistevano, ma Roger Bannister era lo stesso uno degli sportivi britannici più famosi. Onorato e amato in tarda età (è morto sabato scorso a 88 anni) anche da chi non aveva vissuto in diretta il suo mito, quello dell’atletica idealizzata che in Momenti di gloria trova la sua rappresentazione più alta. La citazione del famoso film sulla spedizione britannica ai Giochi di Parigi 1924 non è buttata lì a caso, perché nel punto più alto della sua parabola di atleta, il 6 maggio del 1954, Bannister incrocerà Harold Abrahams, vincitore dell'oro dei 100 nel film e nella realtà. 

Lo stadio è quello della Oxford University, a Iffley Road. La gara è quella che per decenni è stata ritenuta la più nobile dell’atletica insieme ai ‘cugini’ 1500, cioè il miglio (1609 metri). Un tentativo di record mondiale quasi dichiarato, con sei atleti in gara ma gli occhi di tutti su tre di loro. Chris Brasher, Chris Chataway e lui, Roger Bannister, 25 anni, fresco di laurea in medicina, che ha nella testa il 4’1”4 dello svedese Hagg. Brasher tira per due giri al passo del record mondiale di Hagg, poi il ruolo di lepre passa a Chataway, con Bannister che arranca. Il finale del futuro medico è però straordinario, uno sprint disperato che negli ultimi cento metri quasi lo fa sbandare e tagliato il traguardo lo fa stramazzare al suolo. 3’59”4, record mondiale e muro dei 4 minuti abbattuto. Inghilterra in delirio, con Abrahams a commentare per la BBC.

Quello di Bannister sarebbe uno dei mille record dello sport, se non fosse che è stato uno degli ultimi ad essere ottenuto da un atleta davvero dilettante. Per lui l’atletica era una passione, con il mito di Sydney Wooderson, ex primatista mondiale del miglio, e gli allenamenti come svago fra studi e tirocinio. Nel 1948, a 19 anni, fu preselezionato per i Giochi di Londra ma rinunciò sostenendo che lui non era di un livello così alto. Si godette le gare come spettatore e sognò di essere in pista a Helsinki 4 anni dopo: così accadde e nella finale dei 1500 fu quarto in uno dei finali più famosi della storia del mezzofondo, con 8 atleti praticamente sulla stessa linea. Quanto al record del miglio, sarebbe durato soltanto un mese e mezzo, battuto da John Landy, ma Bannister avrebbe nobilitato ulteriormente il suo 1954 superando lo stesso Landy ai Giochi del Commonwealth e poi con l’oro agli Europei di Berna.

A 25 anni la scelta, definitiva, in favore della medicina pur essendoci all’orizzonte i Giochi di Melbourne. Bannister diventerà un importante neurologo, famoso sia a livello ospedialero sia come ricercatore, mai pentitosi (almeno in pubblico) di avere abbandonato l'agonismo così presto. A Melbourne andranno gli amici Brasher, che vincerà l’oro nelle siepi, e Chataway che subito dopo entrerà in politica diventando deputato per i Tories. Bannister non avrebbe mai smesso di seguire e amare l’atletica, osservandone la degenerazione etica che ne ha fatto uno sport come tutti gli altri. L'ultima immagine che abbiamo di lui è con la torcia olimpica di Londra 2012. Portata con la classe di un'atletica e di un'Inghilterra perdute. 

Condividi

  • Link copiato

Commenti

Loading...





















Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi