Ajax-Benfica: Cruijff contro Eusebio e quella sfida infinita nel 1969

Ajax-Benfica: Cruijff contro Eusebio e quella sfida infinita nel 1969

Le due squadre, guidate dai rispettivi leader, si affrontarono nei quarti di finale della Coppa dei Campioni 1968-69: la contesa venne decisa allo spareggio

Jacopo Pascone/Edipress

15.03.2022 15:12

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Tutte le epoche calcistiche sono segnate dai campioni. A fine anni ’60 una partita di Coppa dei Campioni – appunto – tra Ajax e Benfica, voleva dire una sola cosa: Cruijff contro Eusebio. Mentre il portoghese si avviava verso la fase calante della carriera – comunque fresca di Scarpa d’Oro e Pallone d’Oro 1965 –, appena 22enne l’olandese aveva già cominciato a prendere per mano l’Ajax e si preparava per diventare il numero 1 incontrastato nel decennio successivo del calcio europeo.

Ajax-Benfica, la qualificazione infinita

Nella Coppa dei Campioni 1968-69 il tabellone dei quarti di finale regala la sfida da brividi: il Benfica, finalista dell’edizione precedente, affronta i giovani ragazzi di Rinus Michels. I tempi che corrono, con le dovute differenze nel regolamento rispetto a quello odierno, daranno vita a una contesa epica, che sfocerà in ben 300 minuti di gioco (invece dei canonici 180, 210 se si contano i supplementari). Tutto questo tra pronostici sovvertiti e fattori campo annullati dalle giocate dei campioni.

Benfica corsaro ad Amsterdam

Il primo atto si gioca il 12 febbraio 1969, con il manto dell’Olimpico di Amsterdam contornato dalla neve. Qui il Benfica fa valere il suo blasone e fa subito la voce grossa: al 32’ Jacinto trasforma il rigore dell’1-0, mentre solo 5 minuti più tardi il pressing di Eusebio induce all’errore la retroguardia olandese, con José Torres bravo ad addomesticare e spedire in rete la sfera. Al 47’ Cruijff smarca il neo entrato Danielsson al limite dell’area, lo svedese controlla e scarica una gran botta riaprendo il discorso qualificazione. Anche il cambio dell’allenatore ospite Otto Gloria risulta decisivo (pur essendo stato effettuato nel corso del primo tempo per l’infortunio di Antonio Simoes): José Augusto mette dentro di testa su azione d’angolo al 60esimo, segnando la rete del definitivo 1-3.

Cruijff regala spettacolo al Da Luz

Una settimana più tardi si gioca il ritorno al Da Luz. I Lancieri devono ribaltare il punteggio dell’andata: per farlo serve un miracolo, o forse, semplicemente serve Johan Cruijff. Al 9° minuto il Profeta del gol ha già regalato l’assist a Danielsson, che dopo la rete dell’andata ha rispedito in panchina Nuninga. Appena due minuti più tardi ecco il gol che vale il 2-0, di rapina. Mentre poco dopo la mezzora arriva la perla sempre di Cruijff, che realizza così la sua doppietta personale: partito sul filo del fuorigioco fa secchi nell’ordine portiere e difensore, prima di depositare in rete. A questo punto il Benfica potrebbe crollare, con un’ora ancora da giocare e con l’Ajax che vola sulle ali dell’entusiasmo. La squadra portoghese invece inizia ad attaccare e raccoglie i frutti al 70esimo, grazie al colpo di testa di José Torres. A questo punto che si fa? Il fattore campo è stato annullato, i gol in trasferta sono gli stessi e i rigori non sono ancora contemplati: con questi punteggi il regolamento prevede lo spareggio.

Ajax-Benfica, lo spareggio del 5 marzo 1969

La contesa infinita si decide nel pomeriggio del 5 marzo 1969, allo Stadio dipartimentale Yves du Manoir, a Colombes, in Francia, dove sono giunti ben 40mila sostenitori olandesi. Le squadre che avevano dato spettacolo nel precedente doppio confronto non riescono a superarsi. Dopo 90 minuti di 0-0 si prosegue così ai supplementari: lo spauracchio della monetina è dietro l’angolo. A spostare gli equilibri della qualificazione ci pensa ancora lui, Johan Cruijff, il migliore in campo. La sua rete segnata al secondo minuto del primo tempo supplementare fa da apripista alla doppietta di Danielsson, che taglia definitivamente le gambe al Benfica: finisce 3-0 per i ragazzi di Michels. L’esito del confronto sembra essere una sorta di passaggio di testimone tra una squadra, il Benfica, che ha scritto pagine europee memorabili e l’altra, l’Ajax, alla quale basterà tornare a vincere il campionato olandese nel ’70 per cominciare un ciclo irripetibile alla conquista dell’Europa professando il calcio totale. Nell’immediato Cruijff – che non gioca con il 14, ma veste ancora la  10 – scalza Eusebio dal trono, ma in finale troverà il Milan del Golden Boy Gianni Rivera e della sua banda di pesti. Sarà proprio uno scalmanato Pierino Prati con una tripletta a regalare il secondo trionfo europeo ai rossoneri, lasciando Johan come un re senza corona.

 

 

 

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