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F1 2023, analisi del Mondiale a metà stagione

F1 2023, analisi del Mondiale a metà stagione

In attesa che il Mondiale di Formula 1 riprenda il prossimo 27 Agosto con il Gp d’Olanda, analizziamo quanto avvenuto nella prima parte di campionato

07.08.2023 ( Aggiornata il 07.08.2023 22:49 )

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Ferrari, McLaren, Mercedes e Aston Martin: analisi della prima parte di campionato

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La Ferrari rappresenta in tal senso una delle delusioni di questa stagione (come ben si evince dalla Classifica Costruttori, che vede a parità di gare fin qui disputate (12) la Rossa con 191 punti contro i 314 della passata stagione): partita con l’obiettivo di lottare con la Red Bull per il titolo mondiale (alla luce della scelta di bloccare già a partire dal Gp di Francia della passata stagione lo sviluppo della promettente F1-75), la scuderia di Maranello e il neo Team Principal Frederic Vasseur si sono ritrovati tra le mani una SF-23 (figlia della precedente gestione Binotto) che ha fatto dell’incostanza nei tempi e nell’eccessivo consumo delle gomme nel passo gara i suoi limiti fondamentali per quanto concerne le prime gare di campionato, parzialmente corretti con gli aggiornamenti introdotti in Spagna e nelle gare successive. Solamente nei tre weekend corredati da Sprint la Rossa è tornata a salire sul podio, ottenendo nelle rispettive gare domenicali con il sopra raffigurato Charles Leclerc un terzo posto in Azerbaijan e in Belgio e un secondo posto in Austria. Proprio nell’ultima gara di campionato corsa in Belgio (caratterizzata dall’impossibilità di poter simulare il passo gara per via della pioggia caduta nel corso dell’unica sessione di prove libere prevista) la Ferrari (seppur staccata di 32”259 dalla Red Bull vincitrice di Verstappen) ha disputato senza ombra di dubbio il suo miglior weekend di gara, riuscendo non solo a gestire piuttosto bene il degrado gomme, ma anche a rispondere prontamente ai tentativi di undercut messi in campo dalla Mercedes di Lewis Hamilton, quasi come se il team di Maranello riuscisse a dare il meglio di se in un weekend compresso, e sotto il profilo tecnico, su piste con basso carico aerodinamico.
Proprio questa, se vogliamo, è l’indicazione sorprendente che il Gp del Belgio ci ha lasciato: se a detta della squadra (e di Charles Leclerc, come confessato in un’intervista rilasciata a Sky) la pista che avrebbe dovuto sposarsi al meglio con le caratteristiche della SF-23 sarebbe dovuta essere quella dell’Hungaroring (pista con curve a medio-bassa velocità e con la trazione a dir poco fondamentale), la realtà dei fatti ci ha mostrato una Rossa in evidente difficoltà sul tracciato ungherese, ma perfettamente a suo agio sul circuito di Spa-Francorschamps, che presente caratteristiche opposte a quelle dell’Hungaroring. Per questo, diventa fondamentale preparare al meglio la tappa di Monza (per la quale sono previsti degli aggiornamenti): se al momento è impossibile battere la Red Bull, chissà che almeno la gara di casa possa regalare qualche emozione al popolo della Rossa.

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Chi è destinato a una seconda parte di stagione in crescendo è senza ombra di dubbio la McLaren: dopo un inizio di campionato in evidente difficoltà, con gli sviluppi anticipati in Austria sulla monoposto di Norris e poi montati in Gran Bretagna anche sulla monoposto di Piastri il team di Woking ha evidenziato una crescita prestazionale di grandissimo livello che l’ha portata ad essere la seconda forza del campionato a Silverstone e all’Hungaroring, ma non del tutto in Belgio, dove (aldilà del secondo posto di Piastri nella Sprint) e pur essendo la più veloce nel secondo settore, ha finito con il pagare un deficit di velocità in rettilineo nel primo e nel terzo settore, dovuto in primis a un assetto pensato prevedibilmente per una gara totalmente bagnata (con la pioggia caduta per pochissimi giri senza peraltro richiedere il passaggio dalle gomme d’asciutto alle gomme intermedie), ma anche per l’impossibilità di usare un’ala a basso carico calibrata agli aggiornamenti introdotti tra Austria e Gran Bretagna sulla monoposto. Ala attesa tra Zandvoort e Monza, e che sarà l’antipasto di un secondo importante pacchetto di novità che caratterizzerà la seconda metà di campionato del team di Woking, desiderosa con i talentuosi Lando Norris (sopra raffigurato, che ha confermato nella prima parte di campionato tutto il suo valore) e Oscar Piastri (buonissima la prima parte di campionato nella sua stagione di esordio in F1) di diventare la seconda forza del campionato alle spalle dell’imbattibile Red Bull.

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In casa Mercedes, invece, si guarda già al 2024: per il secondo anno consecutivo, a sorpresa, il team tedesco ha di fatto sbagliato la monoposto insistendo sulla filosofia zero pods che alla fine non ha per niente pagato e che ha spinto Mike Elliott a tornare a vestire i panni di Chief Technical Officer, con James Allison tornato dopo un anno e pochi mesi nelle vesti di Dt. Mercedes però ha il grande pregio di saper ottimizzare al massimo i punti che riesce a conquistare nelle rispettive gare, ed è proprio grazie a questa caratteristica che nonostante le varie difficoltà è riuscita comunque a salire al secondo posto della Classifica Costruttori, con il sopra raffigurato Lewis Hamilton che in Belgio si è portato a un punto dal terzo posto in Classifica Piloti di Fernando Alonso. Proprio Hamilton (in attesa di ufficializzare il rinnovo contrattuale con Mercedes, dato per cosa fatta da entrambe le parti) rappresenta in questo momento il valore aggiunto della squadra di Brackley, prendendosi una rivincita nei confronti di quel George Russell che lo scorso anno lo aveva battuto nel primo anno in Mercedes: 148 i punti dell’eptacampione del mondo inglese (con ben quattro podi: il secondo posto in Australia e in Spagna, e il terzo posto in Canada e in Gran Bretagna) contro i 99 di Russell (unico podio in Spagna, grazie al terzo posto finale)
Sotto il profilo tecnico, come detto, la W14 è già piuttosto mutata rispetto ad inizio stagione, con l’introduzione di un nuovo pacchetto di aggiornamenti introdotto a Monaco (con l’adozione di pance spioventi di scuola Red Bull e con l’introduzione di una nuova sospensione anteriore), a cui è seguito quello introdotto in Belgio (bocche dei radiatori più tondeggianti per indirizzare il flusso sotto le bocche attraverso le nuove fiancate, che si presentano decisamente più scavate rispetto a prima).

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Chi ha sbagliato la direzione dello sviluppo è l’Aston Martin: dopo aver conquistato ben cinque podi nelle prime sei gare con un grandissimo Fernando Alonso (terzo in Bahrain, Arabia Saudita, Australia e a Miami, secondo a Montecarlo) perfettamente entrato in sintonia con la nuova squadra, con il pacchetto introdotto in Canada l’AMR23 ha visto il podio solamente sul circuito intitolato a Gilles Villeneuve grazie al secondo posto finale del pilota asturiano, classificatosi poi quinto in Austria, settimo in Austria, nono in Gran Bretagna, e infine quinto in Belgio. Proprio la gara corsa sul circuito di Spa-Francorchamps, ha fatto tornare il sorriso al sopra raffigurato Alonso, il quale ha dichiarato che finalmente la squadra sta capendo la macchina, con l’auspicio di poter ritrovare con una certa regolarità una posizione all’interno della top 5.

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