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F1 2023, analisi del Mondiale a metà stagione

F1 2023, analisi del Mondiale a metà stagione

In attesa che il Mondiale di Formula 1 riprenda il prossimo 27 Agosto con il Gp d’Olanda, analizziamo quanto avvenuto nella prima parte di campionato

07.08.2023 ( Aggiornata il 07.08.2023 22:49 )

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Dodici vittorie nelle dodici gare fin qui disputate. Non si può sintetizzare in altro modo la netta superiorità in pista della Red Bull, che ha di fatto dominato la prima parte del Mondiale 2023 di Formula 1, conclusasi lo scorso weekend in Belgio prima della consueta pausa estiva, con il Circus che riprenderà la propria corsa il prossimo 27 Agosto in Olanda, nella gara di casa del due volte campione del mondo (e attuale leader del Mondiale) Max Verstappen.

Red Bull e il segreto del proprio successo

© Getty Images

Una prima parte di campionato, quella 2023, figlia dell’altrettanto ottima seconda parte di campionato dello scorso anno, che aveva visto la Red Bull dal Gp di Francia (corso il 24 Luglio 2022) vincere tutte le gare domenicali ad eccezione del Gp di San Paolo, conquistato dalla Mercedes guidata da George Russell. Un bilancio, apparentemente impossibile da migliorare, e che invece Red Bull è riuscita a fare: non solo dall’ultima gara dello scorso campionato ad Abu Dhabi al Gp del Belgio la scuderia austriaca si è aggiudicata tutte e 13 le gare domenicali in programma (11 con Verstappen e 2 con Perez), ma, se ci limitiamo alle sole 12 gare fin qui disputate del Mondiale 2023 la scuderia con sede a Milton Keynes è riuscita ad aggiudicarsele tutte (10 con Verstappen e 2 con Perez), battendo il doppio record McLaren relativo al maggior numero di vittorie consecutive in assoluto e nell’arco di una singola stagione che durava dal 1988, quando Ayrton Senna ed Alain Prost si aggiudicarono le prime undici gare di campionato. Allora come oggi, fondamentale oltre ad avere un’ottima monoposto a disposizione è anche e sopratutto il talento dei piloti: se all’epoca, come detto, la McLaren poteva contare sul talento di due grandi piloti del calibro di Prost e Senna, la Red Bull ha dovuto fare riferimento solo ed esclusivamente sull’immenso talento di Max Verstappen (sopra raffigurato), che gara dopo gara ci dimostra sempre più non solo l’incredibile maturità nello stile di guida che negli anni è riuscito a trovare, ma anche e sopratutto la sua continua fame di vittorie associata a un’incredibile visione di gara che gli consente nel corso del Gp domenicale (quando veramente tutto conta) di saper fare la differenza, anche nei confronti del compagno di squadra Sergio Perez.

Proprio il pilota messicano rappresenta (se vogliamo) una delle poche delusioni della stagione Red Bull: se nelle prime gare di campionato grazie alle vittorie ottenute in Arabia Saudita ed Azerbaijan Checo era convinto di poter lottare per il titolo mondiale con Verstappen, il sorpasso subito a Miami associato a una serie di piazzamenti in qualifica non esaltanti con tanto di mancato accesso in Q3 (l’ultimo posto in griglia a Monaco, l’undicesimo posto in griglia in Spagna, il dodicesimo posto in griglia in Canada e ben due quindicesimi posti in griglia in Austria e Gran Bretagna) seppur caratterizzati da delle buone gare di rimonta hanno consentito a Verstappen di fare il vuoto in Classifica Piloti, portando il gap nei confronti di Perez agli attuali 125 punti. Il tutto potendo contare su una monoposto come la Red Bull RB19, che dal momento in cui è scesa in pista nel corso dei test precampionato in Bahrain ha impressionato non poco la concorrenza non solo per le soluzioni adottate o per la pregevole efficienza aerodinamica di cui dispone (e che la porta a fare la differenza su qualsiasi pista, sia essa ad alta o bassa velocità), ma anche e sopratutto per la sofisticatezza del fondo.

La grande fortuna di Verstappen, poi, è stata quella di avere non un singolo avversario, ma più avversari che si sono alternati alle sue spalle in base alle caratteristiche dei circuiti dove si è corso, pronti a far esaltare le doti di questa o di quella monoposto. Ecco, quindi, perché, alle spalle della Red Bull non vediamo una sola monoposto, ma più monoposto, rappresentate da Ferrari, McLaren e Mercedes, con Aston Martin più staccata rispetto a questo gruppo.

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