Claudio Lotito non &egrave; l'uomo pi&ugrave; potente del calcio italiano, anche se al suo ego piace che i giornalisti lo dicano. Certo &egrave; che del potere calcistico &egrave; il braccio violento e pi&ugrave; visibile, come confermato dallo scoop di Repubblica che ha pubblicato il testo di una sua telefonata dello scorso 28 gennaio con Pino Iodice, direttore generale dell'Ischia, il quale ha registrato tutto e lo ha passato al giornale. Ma cosa importa a Lotito dell'Ischia? Ovviamente niente. Per&ograve; il club campano &egrave; uno dei club di LegaPro pi&ugrave; critici nei confronti della gestione Macalli, una delle colonne della presidenza Tavecchio. Nel corso della telefonata Lotito dice che Beretta in lega conta zero, che Macalli in ogni caso &egrave; politicamente finito, che avere in serie A realt&agrave; come Carpi (testuale: "Il Carpi non pu&ograve; salire"), Latina o Frosinone sarebbe una sciagura per la vendita dei diritti televisivi. Tutte cose vere al 100%, ma che un consigliere federale pu&ograve; dire soltanto in privato. Per questo la pubblicazione di questa telefonata in fondo a Lotito non &egrave; dispiaciuta.  Twitter @StefanoOlivari

Lotito, la verit&agrave; in una telefonata

La LegaPro ha avuto ultimamente una buona idea, ma non &egrave; stata quella di devolvere il suo 17% di voti alla causa di Carlo Tavecchio. La buona idea &egrave; stata quella di non aspettare l'elemosina della RAI, contendendo spazi al tamburello o alla pallamano, creandosi la propria piattaforma televisiva e producendo in proprio tutte le partite (circa 1.200) della stagione 2014-15. Il progetto, presentato nella sede di Firenze dal presidente Macalli, da Romi Gai (l'ex dirigente della Juventus di Giraudo, ideatore dell'operazione: Gai, non Giraudo che tuttora si occupa di categorie superiori) e Claudio Arrigoni (l'ex direttore di Sky Sport, adesso quindi direttore di LegaPro Channel) praticamente consiste nel trasmettere tutte le partite della stagione in diretta streaming su sportube.tv, finanziandosi con la pubblicit&agrave; e rivendendo (evidentemente per poco) ad altre emittenti le partite pi&ugrave; interessanti: quindi alla RAI, che trasmetter&agrave; uno dei due anticipi del venerd&igrave;, alle emittenti locali ma anche agli stessi siti ufficiali dei club. Il tutto va di pari passo con un mega-spezzatino che vedr&agrave; due fasce orarie al venerd&igrave;, cinque al sabato e alla domenica, una al luned&igrave;. Un delirio di calendario, in cui sar&agrave; difficile raccapezzarsi anche per i pi&ugrave; motivati. La serie C (possiamo, senza offesa, tornare a chiamarla cos&igrave; visto che &egrave; tornata ai 3 gironi da 20 con cui negli anni Settanta siamo cresciuti prima della riforma C1-C2) allarga cos&igrave; senz'altro il suo bacino d'utenza televisivo, puntando anche sugli italiani all'estero legati alla propria citt&agrave; di origine, ma potrebbe perdere molti dei suoi non molti spettatori fisici. Si tratta comunque di una scommessa coraggiosa e di un bel progetto, del tutto mancante in serie A (qualcuno ha notizie dei diritti web?), che cerca di valorizzare l'unico vero punto di forza della LegaPro e cio&egrave; l'attaccamento dell'italiano al campanile.  Twitter @StefanoOlivari

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Lotito, la verità in una telefonata

Lega Pro Channel, spezzatino per sopravvivere