In questo periodo va di moda il Bar&ccedil;a. Per il gioco e la capacit&agrave; di rigenerarsi col vivaio, competitive a livello di Segunda (il Bar&ccedil;a Atl&egrave;tic ora &egrave; quarto) e anche nella partita di Champions con il Rubin Kazan. Ma nella citt&agrave; di Barcellona il Bar&ccedil;a non ha l&rsquo;esclusiva sui giovani di talento.  Al quarto posto della Primera, virtuale Champions, c&rsquo;&egrave; infatti un Espanyol costretto dalla necessit&agrave; ad affidarsi quasi completamente al proprio settore giovanile, uno dei migliori di Spagna. In estate quattro acquisti &ldquo;forestieri&rdquo; (Mattioni, Duscher, Datolo, Sergio Garc&iacute;a), peraltro operazioni al risparmio, ma su 27 giocatori impiegati finora ben 15 provengono dal settore giovanile, numeri inferiori solo a quelli di Real Sociedad e Athletic Bilbao (per ovvi motivi). Cinque (Chica, V&iacute;ctor Ruiz, D&iacute;dac Vil&agrave;, Baena e Javi M&aacute;rquez) fanno parte dell&rsquo;undici-tipo: Pochettino, uno dei nuovi tecnici pi&ugrave; interessanti della Liga, non ha alcuna remora.  La propensione a lanciare i giovani ha costituito un fattore di risparmio per lo stesso settore giovanile: la recente politica dell&rsquo;Espanyol non prevede innesti da fuori la Catalogna (anche per le difficolt&agrave; di adattamento provate da ragazzini lontani da casa), e ha portato consistenti tagli al bilancio della cantera. I pi&ugrave; sensibili quelli agli stipendi della squadra B, la cui et&agrave; media &egrave; stata abbassata da 24 a 20 anni. Lamentele degli agenti dei giocatori, ma quasi nessuno &egrave; andato via, perch&eacute; la contropartita &egrave; ghiottissima, vista la facilit&agrave; con cui Pochettino pesca nel mucchio.  Mucchio nel quale spicca il 24enne Javi M&aacute;rquez, prossimo uomo-mercato che incarna la miglior tradizione (recente) del calcio spagnolo: testa alta, grande visione di gioco in mezzo al campo e un sinistro che fa male anche da lunghissime distanze. Altra probabile perla &egrave; V&iacute;ctor Ruiz, anch&rsquo;egli mancino, senso della posizione, gioco d&rsquo;anticipo, ottime doti d&rsquo;impostazione, uno dei difensori spagnoli pi&ugrave; promettenti con Dom&iacute;nguez dell&rsquo;Atl&eacute;tico e San Jos&eacute; dell&rsquo;Athletic, suoi colleghi nell&rsquo;Under 21. Giocatori pi&ugrave; di complemento D&iacute;dac (terzino sinistro 21enne),&nbsp; e Baena (centrocampista difensivo accanto a Javi M&aacute;rquez nel 4-2-3-1), interessante invece l&rsquo;approccio alla prima squadra del centravanti 19enne &Aacute;lvaro V&aacute;zquez (8 presenze, solo una dall&rsquo;inizio, ma un gol da attaccante vero, e pure decisivo, con l&rsquo;Osasuna) e del 18enne difensore centrale Jordi Amat (bronzo al mondiale Under 17 lo scorso anno, 4 presenze tutte dall&rsquo;inizio). Perch&eacute; non si vive solo di Messi. &nbsp;(a cura di Valentino Tola) &nbsp;

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L'altra cantera