Rasheed Wallace, star
NBA di prima grandezza ritiratosi la scorsa stagione e noto per le proprie pazzie sul campo (detiene il record ogni epoca di falli tecnici, sempre e comunque rimediati per proteste contro gli arbitri), è un nativo di
Philadelphia, più precisamente
Germantown,
North Philly, ghetto afro-americano di indubbia pericolosità, insomma un philadelphiano doc, fiero della propria appartenenza. Ogni volta che veniva a giocare a
Philadelphia contro i
Sixers (ha militato nei
Washington Bullets,
Portland Trail Blazers,
Atlanta Hawks,
Detroit Pistons e
Boston Celtics) il pubblico della
Wells Fargo Arena lo subissava di boooo, astio e ingiurie per tutta la partita su di lui e su tutta la sua famiglia. Puntualmente intervistato su questo fatto, il suo sorriso smagliante parlava da solo, e le parole facevano da contesto: "certo che mi fischiano, fanno bene, qual'è il problema? Sono philadelphiani, sono dei duri, anche io sono philadelphiano, e anche io sono un duro. Se fossi con loro a guardare la partita anche io farei come loro, fischierei e insulterei Rasheed, non c'è dubbio, e non c'è problema".
Daniele Vecchi