Un'altra storia philadelphiana è quella dei
Flyers di hockey, arrivati nella
NHL nel 1967 come expansion team, e capaci quasi da subito di rendersi noti al grande pubblico come la più classica e vera espressione della rude città di
Philadelphia, ovvero come i famigerati "
Broad Street Bullies", tradotto alla meglio "
i bulli di Broad Street (la strada principale di
Philadelphia)". E' facile quindi intuire quale fosse la attitudine dei giocatori in arancione sul ghiaccio, prepotente, intimidatoria, violenta e provocatoria, tutte caratteristiche già presenti nel
DNA del gioco dell'hockey, ma estremizzate e portate all'eccesso dalla banda di
Capitan Bobby Clarke, una delle icone storiche degli arancio. Questa attitudine però, ovviamente sapientemente miscelata con la tecnica e la carica di
Coach Fred Shero, portò i
Flyers alla vittoria di due
Stanley Cup consecutive nel
1974 e nel
1975, portando i
Broad Street Bullies a "bulleggiare" in
Broad Street per la consueta parade cittadina per festeggiare la vittoria. Quelle due
Stanley Cup però rimasero anche le uniche e le ultime, per i
Flyers, vivendo da allora alcuni anni bui nella prima metà degli anni novanta, ma rimanendo comunque sempre uno dei top team della
Atlantic Division, riuscendo addirittura altre sei volte ad arrivare alla Finale di
Stanley Cup, venendo sconfitta ogni volta, nel 1976 dai
Montreal Canadiens, nel 1980 dai
New York Islanders, nel 1985 e nell'87 dagli
Edmonton Oilers, nel 1997 dai
Detroit Red Wings e nel 2010 dai
Chicago Blackhawks pur avendo, in quest'ultima stagione, compiuto l'impresa di rimontare i
Boston Bruins da 0-3 nelle
Eastern Semifinals, andando a vincere la Serie 4-3, entrando comunque nella storia.
Daniele Vecchi