Fabio Junior, l’uragano che a Roma non è mai passato

Fabio Junior, l’uragano che a Roma non è mai passato

Arrivato nel gennaio 1999, al presidente Sensi costò ben 30 miliardi di lire. Inizialmente paragonato a Ronaldo, è ricordato come uno dei più grandi flop della storia giallorossa

Paolo Valenti/Edipress

08.01.2024 ( Aggiornata il 08.01.2024 09:39 )

  • Link copiato

Il 14 gennaio 1999, per una Roma che sta attraversando l’impasse dell’inverno di Zeman (saranno solo cinque i punti ottenuti nelle sette partite giocate tra il 20 dicembre 1998 e il 7 febbraio 1999), arriva il momento tanto agognato già nella precedente sessione estiva del calciomercato: il presidente Sensi può finalmente presentare il giocatore che sembrava mancare al 4-3-3 del boemo, il centravanti che dovrebbe garantire ulteriore potenza a quello che, in quel momento, è comunque il miglior attacco del campionato.

Fabio Junior, l’Uragano

Si tratta di Fabio Junior, brasiliano di ventuno anni che nella stagione appena conclusa col Cruzeiro ha realizzato 18 gol in 32 partite. Non sono solo i numeri a incoronarlo come nuova promessa del calcio verdeoro: le sue prestazioni lo portano al riconoscimento della Bola de Prata, premio assegnato ai migliori undici calciatori della massima divisione brasiliana. Insomma, non sembra un’eresia che il soprannome col quale si presenta ai nuovi tifosi sia quello di Uragano. Dal punto di vista fisico è ben strutturato (è alto 186 centimetri) anche se appare un po’ macchinoso nei movimenti. Ma l’esordio in nazionale, avvenuto il 14 ottobre 1998 nel vittorioso match disputato contro l’Ecuador, sembra rappresentare un’ulteriore garanzia delle buone referenze che lo accompagnano.

Fabio Junior, il nuovo Ronaldo

Già, perché dal suo Paese d’origine giungono voci (col senno di poi storpiate dalla distanza, verrebbe da dire) che indicano in Fabio Junior il nuovo Ronaldo. Lui, senza simulare modestia, non fa nulla per non alimentarle. A fronte di un’esplicita domanda sul paragone, a scanso di equivoci risponde così:”Ronaldo? Non so cosa giri nella sua testa, so cosa gira nella mia e penso di essere l'attaccante brasiliano più forte fra quelli in attività”. E anche dal punto di vista estetico fa poco per sottrarsi al confronto, presentandosi nella Capitale con un look molto simile a quello del campione interista: testa rasata e orecchino, oltre alla carnagione molto simile di cui la natura li ha dotati, sono tratti (i soli, probabilmente) che lo avvicinano al Fenomeno. In assenza degli strumenti che oggi rendono conoscibili squadre e giocatori di qualsiasi latitudine, i non addetti ai lavori possono farsi un’idea delle qualità tecniche del ragazzo acquistando un vhs distribuito dal Corriere dello Sport, che a Roma va a ruba. Sono immagini che qualche dubbio sulle sue effettive capacità dovrebbero alimentarlo. Il presidente Sensi è felice di essere finalmente riuscito a “regalare” (in realtà Fabio Junior gli costa 30 miliardi di lire) alla piazza quell’attaccante che critica e pubblico chiedevano a gran voce. La stampa romana, durante il calciomercato dell’estate 1998, aveva profuso fiumi di inchiostro nel raccontare le trattative che i giallorossi avevano intavolato per inseguire un numero imprecisato di attaccanti, da Trezeguet a Batistuta. Balbo, per motivi di età e di screzi con Zeman, era stato ceduto al Parma e andava sostituito, Delvecchio non convinceva nelle vesti di titolare. Si ripiegò sull’evanescente Bartelt, argentino assurto a eroe per qualche stralcio di partita, diventato dopo poche settimane un oggetto misterioso. I gol che l’ex attaccante interista aveva realizzato in abbondanza nella prima parte di stagione, non avevano placato quel desiderio di centravanti che Fabio Junior riuscì a soddisfare solo nei pochi giorni necessari a soffocare le aspettative.

Fabio Junior, che delusione!

Sì, perché alla fine il giovane brasiliano si dimostra una delusione cocente. Deve attendere qualche settimana per esordire a Venezia, poi segna un gol nella prima partita che gioca all’Olimpico, ripetendosi nella trasferta di Udine del 7 marzo 1999. Ma le sue prestazioni non sono all’altezza delle esigenze del boemo, che su di lui si esprimerà in termini lapidari: ”Non sa fare quasi niente e non ha la minima voglia di imparare”. Un giudizio senza appello che chiude ogni possibilità di recupero per Fabio Junior, al quale l’arrivo sulla panchina di Fabio Capello non giova in alcun modo. La seconda stagione in giallorosso è ancor più ombrosa della prima, tanto che, nel mercato invernale del 2000, l’allenatore di Pieris avalla l’acquisto di un attaccante di riserva come Paolo Poggi, non contando in alcun modo sul contributo del brasiliano che, ancor prima della fine del campionato, torna al Cruzeiro. Del suo periodo nella Capitale restano 5 gol (4 in campionato e 1 in Coppa Uefa) e il ricordo sempre più sbiadito di un uragano che in città non è mai passato. 

Condividi

  • Link copiato

Commenti