Euro '92: la favola della Danimarca

Euro '92: la favola della Danimarca

Ripescati dopo la squalifica della Jugoslavia, i danesi scrissero in Svezia una delle pagine più incredibili della storia del calcio. Il trionfo arrivò il 26 giugno di 30 anni fa

Jacopo Pascone/Edipress

26.06.2022 ( Aggiornata il 26.06.2022 08:47 )

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Chiunque ami questo fantastico sport preferirà sempre Davide a Golia. Squadre che riescono ad andare oltre il pronostico hanno raccolto e raccoglieranno più consenso delle favorite di turno. La storia che raccontiamo inizia nel 1991, quando sono nel pieno svolgimento le qualificazioni agli Europei di calcio di Svezia '92. La Nazionale danese è costretta a lasciare sul campo le speranze di partecipare al torneo. Nel gruppo 4 c'è una squadra sulla carta più forte e talentuosa, è la Jugoslavia di Savicevic, Boksic, Panceve e Prosinecki. Malgrado il “Brasile d'Europa” fosse molto più accreditato chiude il girone un solo un punto sopra ai danesi. Nel frattempo in Jugoslavia il conflitto che da anni scuote le varie etnie slave e che Tito era riuscito a placare durante la sua dittatura, in seguito alla sua morte, si è pian piano trasformato in guerra. Un unico Paese si sta dividendo per lasciare spazio a tanti piccoli stati. La Fifa non può quindi far partecipare la Jugoslavia agli Europei. Nella tragedia a goderne è la Danimarca, seconda nel girone di qualificazione e quindi prima prima per diritto di ripescaggio.

Danimarca "all'ultimo minuto"

La Danimarca è l'ottava squadra che chiude il cerchio delle partecipanti. L'euforia viene subito frenata dall'annuncio del capitano e stella del Barcellona: Michael Laudrup decide di non volare in Svezia perchè ritiene che il catenaccio del coach Richard Moller-Nielsen non sia consono alle sue caratteristiche perfettamente espresse nel Barça di Cruijff, con cui ha vinto da poco la Coppa dei Campioni. Senza Laudrup l'11 danese è ancora più “operaio”, ma può contare sul fratello Brian  oltre che su un portiere da poco passato alla corte di Sir Alex Ferguson: è un biondo dotato di un talento infinito e si chiama Peter Schmeichel.

Euro '92: la fase a gironi della Danimarca

Ai nastri di partenza dell’Europeo due gironi da quattro squadre. Il gruppo A è composto dai padroni di casa della Svezia, dalla Francia, dall'Inghilterra e dalla ripescata Danimarca. Nel gruppo B ci sono Olanda, Germania, Scozia e CSI (Nazionale di calcio della comunità degli stati indipendenti, nata dopo lo scioglimento dell'URSS). La “Danske Dynamite” (Dinamite Danese) gioca la sua gara d'esordio contro gli inglesi: ne esce uno 0-0 che sta stretto agli uomini di Moller-Nielsen dopo la traversa colpita da John Jensen. Nell'altra gara un pari tra Francia e Svezia. Nel secondo francesi e inglesi pareggiano, mentre Schmeichel e compagni devono arrendersi ai padroni di casa svedesi. Nella terza giornata la Svezia batte l'Inghilterra, Lineker e compagni vanno a casa; la Danimarca si gioca il tutto per tutto contro la Francia. Henrik Larsen apre le marcature a inizio gara, il francese Papin pareggia al 60esimo. Lars Elstrup entra dalla panchina e, a 12 dal termine, segna il 2-1. La Danimarca è in semifinale.

PODCAST - Europei 1992: l'incredibile trionfo della Danimarca

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Nell'edizione giocata in Svezia la selezione danese, che non doveva nemmeno partecipare, sconfisse la Germania in finale e si laureò campione

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Davide contro Golia: atto I

Dall'altra parte, come da pronostico, passano Olanda e Germania. Per i danesi adesso è dura, devono giocarsi la finale contro gli Oranje di Koeman, Bergkamp, Rijkaard, Gullit e van Basten. È ancora Larsen a stappare la semifinale con un colpo di testa, il vantaggio però dura poco: Dennis Bergkamp, al 26', la mette nell'angolino per l'1-1. La Danimarca non ci sta e grazie al suo centrocampista passa ancora avanti: doppietta personale per il giocatore di proprietà del Pisa e il sogno continua. Al minuto 86, quando sembra quasi fatta, Rijkaard pareggia su azione d'angolo. Si va ai supplementari e Schmeichel chiude ancora la porta: l'epilogo è scontato, calci di rigore. Dagli undici metri segnano quasi tutti (9 rigori su 10), a decidere la semifinale l'unico errore d'autore: il portierone dello United para il penalty di Marco van Basten. Davide ha battuto Golia.

Davide contro Golia: atto II 

Tra la gioia incontenibile di un intero Paese e con tutto il mondo che fa il tifo per loro, i danesi si trovano di fronte ad un altro “Golia”. La finale si gioca il 26 giugno a Goteborg, gli avversari sono i tedeschi campioni del mondo in carica. La favola non può finire, Cenerentola deve sposare il principe azzurro, e così sarà. La Germania inizia forte, aggredisce gli uomini di Moller-Nielsen e si infrange sul muro Schmeichel, decisivo sul terzino Reuter. Sotto gli occhi di Beckenbauer, che in tribuna parlotta con Pelé, al 18' la Danimarca passa. Povlsen dalla destra serve Jensen, il suo non è un tiro, ma un bolide che spacca la porta. La reazione immediata è affidata a Jurgen Klinsmann, il diagonale dell'attaccante viene miracolosamente ancora deviato in angolo da Peter Schmeichel. Nel secondo tempo la Germania si tuffa in avanti assediando con veemenza l'area avversaria, ma la Danske Dynamite ha un portiere che vola. A 12 dal termine succede l'incredibile: palla a Vilfort, dribbling in un fazzoletto e rasoterra di sinistro, un bacino al palo e palla in rete. Sembra un film ma è la realtà, proprio Kim Vilfort che sta alternando la magia della competizione alla tristezza nella sua vita privata –  la figlia è malata di leucemia e lui, da inizio Europeo, dopo ogni partita, torna a casa per accudirla – segna il 2-0, decretando la Danimarca campione. 

Davide ha battuto ancora Golia: una delle favole più incredibili della grande storia del calcio.

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