Fia, Formula 1 e il futuro della massima serie motoristica

Due concezioni a dir poco agli antipodi. FIA e FOM guardano al futuro della Formula 1 con due visioni totalmente differenti: da una parte la Federazione Internazionale dell’Automobile guidata da Mohammed Ben Sulayem auspica un campionato costituito da meno gare rispetto alle 6 Sprint e alle 22 gare domenicali attuali (dal prossimo anno 24) e con più squadre (almeno 12), dall’altra la FOM (Formula One Management) guidata da Stefano Domenicali (e di conseguenza Liberty Media) che ritiene soddisfacente il numero di 24 gare (più sei Sprint) a stagione, ma che al contempo non è disposta ad accogliere nuovi team all’interno del Circus (vedi Andretti) a patto che non portino un valore aggiunto all’intera categoria.
Se a questo poi aggiungiamo le recenti posizioni in merito all’ultima gara di campionato disputata in Qatar (che ha visto numerosi piloti arrivare sul traguardo a dir poco stremati), con Ben Sulayem e Domenicali che hanno assunto (come vedremo) due posizioni differenti, ecco quindi che non è da escludere non tanto nel breve quanto nel medio periodo salvo colpi di scena una clamorosa rottura nei rapporti tra FIA e FOM/Liberty Media, capace di far riportare alla mente degli appassionati più longevi le nette contrapposizioni che caratterizzarono sul finire degli anni’70 e i primi anni ‘80 il rapporto tra la FISA (antesignana dell’attuale FIA) all’epoca guidata da Jean Marie Balestre e la FOCA (Formula One Constructor’s Association, antesignana della FOM) guidata in quegli anni da Bernie Ecclestone.