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Red Bull e la conquista del sesto titolo costruttori© Getty Images

Red Bull e la conquista del sesto titolo costruttori

Max Verstappen vince il Gp del Giappone e regala al team austriaco il suo sesto titolo costruttori. McLaren seconda e terza con Norris e Piastri, Ferrari (quarta e sesta con Leclerc e Sainz) si porta a -20 dalla Mercedes (quinta e settima con Hamilton e Russell)

24.09.2023 ( Aggiornata il 24.09.2023 20:11 )

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Un trionfo figlio del perfetto binomio tra macchina e pilota. Così può essere spiegata la conquista del titolo costruttori ad opera della Red Bull (il sesto per la scuderia austriaca dopo quelli vinti nel 2010, 2011, 2012, 2013 e 2022) al termine del Gp del Giappone, che ha visto il ritorno alla vittoria di Max Verstappen dopo la battuta d’arresto di Singapore, rivelatasi essere un episodio isolato.

Che quello avvenuto lo scorso weekend a Marina Bay fosse stato un caso eccezionale (legato al layout della pista singaporiana e alla difficoltà sul giro secco di mandare in temperatura le gomme, e non ad esempio a una conseguenza dell’introduzione della Direttiva Tecnica 018/2023 sulle ali flessibili) lo si era capito sin dalle prove libere (così come dalle qualifiche) che avevano visto Max Verstappen tornare ad essere il più veloce in pista, denotando una evidente superiorità tecnica sopratutto nel primo settore (e in particolare nello snake, da curva 2 a curva 7), dove era possibile apprezzare la bontà aerodinamica della RB19.

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Una superiorità, quella di Verstappen, che si è vista anche nel corso della gara odierna, al punto che se c’è stato un momento in cui il campione olandese è apparso in difficoltà, questo è senza ombra di dubbio rappresentato dalla partenza: al via, infatti, Verstappen ha fatto pattinare troppo le gomme, con le McLaren di Piastri (alla sua destra) prima e Norris (alla sua sinistra) poi pronti ad approfittarne. Qui Verstappen è stato abile a difendersi, chiudendo la strada ad entrambi i piloti McLaren, riuscendo a mantenere la testa della corsa al momento di affrontare la prima curva. Superata indenne la prima curva, il campione olandese non ha più avuto particolari insidie da affrontare, cominciando a dare giro dopo giro il suo ritmo alla corsa, e portando a casa una vittoria che se da una parte rappresenta una sorta di rivincita dello stesso Verstappen nei confronti di chi aveva ipotizzato un nuovo passo dopo quello di Singapore, dall’altra consente alla Red Bull di confermarsi campione del mondo costruttori a casa del suo attuale partner motoristico Honda.
Un titolo costruttori, quello vinto nella giornata odierna da Red Bull, in cui il contributo di Verstappen si è rivelato essere a dir poco basilare: basti pensare che dei 623 punti attualmente conquistati dalla scuderia di Milton Keynes nel campionato costruttori ben 400 sono ad opera del campione olandese,capace di tirare fuori il massimo dalla sua RB19 senza mai arrivare al limite, ma dando anzi l’impressione di avere ancora qualche decimo nel suo cilindro, pronto ad essere utilizzato nei casi più estremi.

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Un Verstappen, quello odierno, cresciuto moltissimo rispetto alle sue primissime stagioni in Formula 1, e destinato grazie al suo immenso talento a scrivere numerose pagine di storia della massima serie motoristica, a cominciare dalla prossima gara in Qatar, dove potrebbe diventare il primo pilota della storia del Circus a laurearsi campione del mondo al termine di una gara Sprint, visti i tre punti mancanti nei confronti del secondo classificato (e compagno di squadra) Sergio Perez.

Proprio il pilota messicano, nel giorno in cui Red Bull festeggia la riconferma del titolo costruttori, rappresenta se vogliamo la nota dolente in una giornata di festa, a causa dei numerosi errori compiuti in gara che lo hanno costretto a concludere anticipatamente il Gp del Giappone.
Già al via della gara, infatti, Perez (stretto alla sua destra dalla Ferrari di Carlos Sainz Jr) viene spinto verso la sinistra, dove si trova la Mercedes di Lewis Hamilton, partito meglio di Checo, e intenzionato a guadagnargli la posizione. Perez non ci sta, e finisce con l’impattare verso la Mercedes numero 44 (che finirà sull’erba, per poi rientrare in pista). Se Hamilton non accusa particolari danni alla monoposto, sulla RB19 di Perez si è danneggiata l’ala anteriore, con il pilota messicano costretto al termine del primo giro a tornare ai box, cambiare gomme (passando dalle medie alle dure) e sopratutto a cambiare l’ala, potendo contare anche sulla Safety Car (mandata in pista per consentire la rimozione dei detriti provocati dal contatto tra l’Alfa Romeo di Valtteri Bottas e la Williams di Logan Sargeant), Perez, però, commette un errore piuttosto grave uscendo dalla pitlane non rispettando la linea della Safety Car e andando a superare alcune macchine che sopraggiungevano sul traguardo (nel caso specifico la Williams di Sargeant e l’Alfa di Bottas) violando così il Regolamento, motivo per il quale la Direzione Gara gli infliggerà una penalità di cinque secondi da scontare in occasione della successiva sosta.
Risalito fino al dodicesimo posto, nel corso del dodicesimo giro Perez commette un nuovo errore mentre sta tentando di superare la Haas di Kevin Magnussen, mandando in testacoda il pilota danese (andando così a subire una nuova penalità di cinque secondi) e danneggiando nuovamente la sua ala anteriore. Rientrato ai box per sostituire per la seconda volta l’ala (una volta scontata la penalità di cinque secondi), Perez torna in pista in 19° posizione, e all’altezza della Spoon Curve sarà nuovamente protagonista in negativo, costringendo la McLaren di Lando Norris a un lungo che gli farà perdere cinque secondi nei confronti di Verstappen. In occasione della Virtual Safety Car (chiamata dalla Direzione Gara per rimuovere i detriti in pista del contratto occorso in precedenza tra Magnussen e lo stesso Perez). .Nel corso del 15°giro Perez si ferma definitivamente ai box per ritirare la macchina (divenuta giro dopo giro inguidabile all’anteriore dopo il contatto al via con Hamilton) nel momento stesso in cui la Direzione Gara aveva deciso di comminargli altri cinque secondi di penalità per aver provocato il contatto con Magnussen. Per evitare di dover scontare una qualsiasi penalità nella successiva gara in Qatar, Perez verrà poi rimandato in pista dalla squadra nel corso del 40°giro, per poi rientrare ai box per scontare la penalità nel corso del 41°giro, e ritirarsi definitivamente nel corso della 42°tornata.

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Una domenica da dimenticare per Checo, che vede così salire da 151 a 177 i punti di svantaggio nei confronti del compagno di squadra Verstappen in Classifica Piloti, e che ribadisce purtroppo il momento piuttosto complicato del pilota messicano, che al termine della gara si è unito con Verstappen e la squadra per festeggiare il titolo costruttori conquistato nella giornata odierna, ma consapevole del fatto che quanto avvenuto in Giappone non era per niente il rendimento che la Red Bull si aspettava da lui per questa gara.

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