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In attesa della seconda qualifica sperimentale (in programma a Monza in occasione del Gp d’Italia) analizziamo i pregi e difetti dell’Alternative Tyre Allocation emersi nel primo test in Ungheria
Un format all’insegna dell’ecosostenibilità. In occasione del Gp d’Ungheria ha fatto il suo esordio l’Alternative Tyre Allocation, la nuova metodologia di allocazione delle gomme, che verrà testato per una seconda volta a Monza in occasione del Gp d’Italia prima di una votazione tra F1, FIA e squadre per valutare una sua definitiva introduzione a partire dal prossimo anno. Un format, l’ATA, che se da una parte ha visto delle qualifiche molto combattute (con Lewis Hamilton che ha conquistato la pole position battendo Max Verstappen per soli tre millesimi), dall’altra forse ha tolto qualcosa alle prove libere, con le squadre che hanno di fatto girato meno tra FP2 e FP3 per evitare di restare senza gomme medie e dure in vista di qualifica e gara. Nel caso di effettiva introduzione a partire dal 2024 non c’è dubbio sul fatto che il format possa venir riveduto e corretto per ottimizzare gli eventuali limiti emersi. Detto questo, però, è altrettanto evidente il fatto che l’ATA nel format visto in Ungheria abbia evidenziato dei pregi e dei difetti, che andremo qui ad approfondire.
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