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Senna-Prost, la rivalità che infiammò la F1

Senna-Prost, la rivalità che infiammò la F1

I due piloti duellavano in pista ma si stimavano a vicenda fuori dall'abitacolo, tanto da "condividere" il podio il 7 novembre 1993, in Australia, giorno del ritiro del francese

Paolo Marcacci/Edipress

29.08.2021 14:53

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Adelaide, Australia, 7 novembre 1993: non è stato soltanto l’ultimo gran premio della stagione, l’ultimo atto di un campionato del mondo dominato in lungo e in largo dalla Williams e da Alain Prost. Adelaide 1993 è anche il punto finale messo alla fine di un racconto che sembrava non dovesse finire mai: quello del duello tra Ayrton Senna e il Professor Prost. Adelaide 1993 è il crepuscolo di due dei, semplicemente perché uno ha deciso, in maniera ormai definitiva, non reversibile, di scendere dall’abitacolo. Nel momento in cui si sfila la maschera, dopo aver tolto il casco, è come se scrollasse dalle proprie esili spalle il peso di un decennio trascorso a cercare razionalmente di raggiungere il limite e di mantenerlo, alimentando ogni volta la ricerca della prestazione perfetta. Contro tutto e tutti, contro ogni imprevisto del quale limitare fino alla soglia del possibile la percentuale di incidenza. Contro Ayrton Senna, soprattutto, che dal 1988 in poi aveva rappresentato il nemico migliore, la sua antitesi, ma anche il suo completamento, il termine di un paragone inevitabile e al tempo stesso quasi eretico.

 

F1, quando Senna e Prost "condivisero" il podio  

 

Prima del podio, c’è la passeggiata verso i suoi gradini. Prima del podio c’è tutto quello che può passare per la testa a due che non saranno mai più come sono in quegli istanti: uno ha concluso la sua missione, in pace con se stesso e con i suoi quattro fregi di campione del mondo; l’altro con la prospettiva di approdare, ora, nella scuderia più forte, per fare il vuoto rispetto a tutti gli avversari che gli restano. Tutti gli altri, che nemmeno messi insieme saranno mai il suo nemico migliore. Se ne rende conto del tutto soltanto durante quei passi verso il trofeo e le magnum di champagne, Ayrton Senna. Sul podio, dopo la cerimonia di rito, Senna chiama, non invita, sul gradino più alto Alain Prost: gli alza il braccio, indicando alla folla, al mondo, il campione del mondo; omaggiandone la carriera che sotto quel cielo d’Australia ha appena consumato il suo epilogo. Ma, soprattutto, Ayrton Senna compie quel gesto per omaggiare chi in tutti quegli anni lo aveva costretto, quindi aiutato, a tirare fuori il meglio della propria classe, della propria determinazione, della propria cattiveria. E chi ti impegna a tirare fuori il meglio, in un modo o nell’altro, ti rende migliore, suo malgrado. Nell’abbraccio che scioglie la tensione, il dio delle corse vorrebbe trattenere il più possibile il tempo dei due, tra i suoi figli prediletti, a cui avrebbe donato l’immortalità agonistica, se solo avesse potuto. Tra loro è appena iniziata l’era del rispetto. Reciproco, come l’odio che si erano sputati addosso a colpi gommando gli asfalti di ogni continente.

 

Senna e quel messaggio a Prost

 

Più tardi, Senna confiderà a un amico intimo che solo dopo l’uscita di scena del Professore aveva compreso quanta della sua determinazione era andata perduta per sempre con il ritiro del francese: tutta quella che provava dallo sfidare in pista il “suo” rivale. Suo e di nessun altro. Una forma di amore, come abbiamo già sussurrato. E che la Formula 1 per Ayrton non sia più la stessa, da quando non scorge più la livrea francese del casco di Alain, lo dice lui stesso. Lo dice pubblicamente, mentre è al volante della Williams, per un giro di prova che serve anche a girare uno spot pubblicitario, durante il weekend del Gran Premio di Imola del 1994: mentre sta prendendo parte alle riprese di un filmato promozionale per la Elf (sponsor e fornitore Williams nel 1994) nel quale compie un giro “on board” sul tracciato di Imola, Senna collegato via radio sorprende tutti affermando improvvisamente, in inglese, con tutta la spontaneità di cui è capace quando è animato da uno dei suoi slanci: “Vorrei fare gli auguri di bentornato al mio amico Alain, manchi a tutti…”. In effetti, non è iniziato affatto bene il campionato del mondo del 1994 per Ayrton Senna e per la Williams, rimasti a secco nelle prime due gare. Per qualche motivo, il pilota di San Paolo si sente ancora un pesce fuor d’acqua in seno alla scuderia di Frank Williams e al tempo stesso, dopo un inizio così in salita, sa che a Imola, terzo appuntamento iridato stagionale, non potrà sbagliare nulla. A Imola, nel primo giorno di maggio del 1994.

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