I ricordi di Uncini, primo pilota a vincere a Misano nella classe regina

I ricordi di Uncini, primo pilota a vincere a Misano nella classe regina

L'ex pilota marchigiano: «Questo è un circuito fantastico capace di darti adrenalina allo stato puro. E quel successo nel 1982...» 

Simone Braconcini/Edipress

24.10.2021 12:01

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Franco Uncini e la pista di Misano: la storia di un amore che non tramonterà mai. Tanti ricordi, descritti con enorme emozione dal campionissimo di Civitanova Marche, oggi 66enne e ancora in formissima: «Questa pista esaltava le mie doti – racconta Uncini – e tornare lì ogni volta è sempre un’emozione speciale. Io a Misano sono nato e lì ho messo per la prima volta le ruote in pista nel lontano 1973». L’ex pilota della Suzuki costruì proprio a Misano il suo capolavoro più bello, laureandosi Campione del Motomondiale nel 1982, con ben 5 giornate di anticipo. E la vittoria che, in un certo senso, fu più significativa per la conquista di quel titolo, fu proprio quella ottenuta il 30 maggio del 1982 sulla pista di Misano. Quel giorno, la 500 chiudeva il programma ufficiale, con lo scatto dal semaforo fissato per le ore 16. Il Gran Premio durò quasi un’ora e mise a dura prova la resistenza fisica di tutti i motociclisti, tra i quali vi furono ritirati illustri come Randy Mamola e Barry Sheene, traditi dalle rispettive Suzuki e Yamaha. La moto azzurra numero tredici, quella dell’esile e combattivo Uncini, invece, funzionò alla meraviglia e puntuale arrivò il successo dell’italiano che appaiò in vetta alla classifica Kenny Roberts, spiccando così il volo verso il trionfo iridato.

Franco, quali ricordi ha di quella fantastica gara, che la vide trionfare davanti a Freddie Spencer?

«Quella gara me la ricordo come se l’avessi corsa oggi. A riparlarne, anche dopo che è passata una vita, mi vengono i brividi. Ricordo una partenza non eccellente anche se non del tutto negativa, come d’altronde mi capitava spesso. Devo dire che in quell’occasione non mi preoccupai più di tanto. Perché poi ero sicuro che le mie qualità mi avrebbero permesso di recuperare. E, in effetti, fu proprio così: giro dopo giro, iniziai a rimontare, fino a vincere davanti a due campionissimi, come Freddie Spencer e Graeme Crosby. La moto andava che era una bellezza, la sentivo totalmente mia, entravo in curva che era una meraviglia». 

Come la prese il grande Spencer?

«Lui era un grande campione. Ci siamo dati battaglia su quella pista, ma sempre con grande lealtà e rispetto reciproco. Ancora oggi, quando lo sento, il mio amico Freddie mi ricorda di quella gara a Misano in cui l’ho battuto. Forse, non me lo perdonerà mai (ride, ndi)». 

Quella vittoria a Misano le portò fortuna: quell’anno divenne campione del mondo.

«Senza dubbio è così. Quell’anno vinsi con 103 punti, trionfando in 5 Gran Premi. Ma iniziai fortemente a credere nel titolo proprio dopo quella grande vittoria a Misano nel Gran Premio delle Nazioni. La mia tecnica di corsa quel giorno fu fluida, armoniosa, gentile. Insomma, riuscii a mettere in pista un po’ quelle che erano le mie qualità. E poi, che goduria affrontare quelle curve di Misano, una pista fantastica, in grado di darti adrenalina allo stato puro».

Ma quella del 1982, non fu l’unica vittoria sulla pista di Misano, vero?

«Esatto. A Misano vinsi tantissime altre volte. Era davvero una pista magica, per me. Ricordo con emozione la doppia vittoria, nelle classi 250 e 350, che conquistai nel 1976. Gare nelle quali ebbi l’onore di battere due volte il mitico Giacomo Agostini. All’indomani del trionfo, ricordo ancora il titolo di un giornale che recitava così: “Franco Uncini, è nata una stella”. Per me, fu la soddisfazione più grande».

E pensare che i soliti critici avventati dicevano che lei fosse troppo gracile per correre nella classe 500.

«E io li lasciavo parlare. Questo fece sì che arrivai forse con qualche anno di ritardo nella classe regina. Ma non ho rimpianti: ho fatto ricredere molte persone, mi sono tolto le mie soddisfazioni. Se ancor oggi posso ricordare con piacere i miei tanti trionfi a Misano, vuol dire che lì (e non solo) ho costruito qualcosa di importante. Vincere un campionato del Mondo è già fantastico di suo, farlo nella selettiva 500, è addirittura incredibile».

Fanno eco a queste parole quelle dello storico meccanico di fiducia di Uncini, il mitico Mario Ciamberlini, che qualche tempo fa, ricordando quella gara, dichiarò: «Il GP di Misano del 1982 fu il più importante. Franco mantenne i nervi saldi e il primo posto, facendo capire quanto volesse diventare il migliore della 500. Uncini si dimostrò tranquillo, io un po’ meno – concluse il tecnico – con il cacciavite rovinai il guard-rail e persi il conto delle sigarette fumate».

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