9 luglio 2006: l’indimenticabile vittoria dell’Italia a Berlino

9 luglio 2006: l’indimenticabile vittoria dell’Italia a Berlino

Esattamente 15 anni fa gli azzurri alzavano al cielo la Coppa del Mondo dopo un’interminabile finale vinta ai rigori contro la Francia

Alessio Abbruzzese/Edipress

09.07.2021 ( Aggiornata il 09.07.2021 09:49 )

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Ci sono immagini e momenti che più di molti altri rimangono ben saldi nella nostra memoria collettiva. Quella di Cannavaro che alza al cielo di Berlino la Coppa del Mondo il 9 luglio del 2006 è senza nessun dubbio una di queste. Un’immagine iconica, indelebile, fotogramma testimone eterno di una fantastica vittoria. Allo scoccare della mezzanotte sono ufficialmente passati ben 15 anni da quella mite serata mitteleuropea che ci ha permesso di salire sul tetto del mondo, incoronandoci campioni. In tutto questo tempo le parole sull’impresa azzurra si sono sprecate, il nostro movimento calcio ha conosciuto un lento e inesorabile declino, ha toccato il fondo e poi ha rialzato la testa. Il nostro Paese, e il mondo intero dopotutto, sono cambiati radicalmente in questi 15 anni. Noi stessi abbiamo fatto altrettanto, le nostre interazioni sociali, il modo in cui viviamo, comunichiamo ed utilizziamo internet ci fa guardare indietro e pensare al 2006 come all’età della pietra. Eppure la notte di Berlino è fresca ed intatta nella nostra memoria, possiamo senza sforzi particolari ricordare e rivivere le altalenanti emozioni di quella sera, la paura e la sofferenza, l’attesa e la speranza, la liberazione e la gioia.  

Il cammino trionfale e la semifinale di Dortmund

 

Che quella spedizione in Germania fosse nata sotto una buona stella lo avevamo dapprima sperato, dopo tre partite del girone non eccellenti, poi sussurrato scaramanticamente dopo la vittoria in extremis sull’Australia e poi capito in maniera definitiva dopo la semifinale di Dortmund. Si sa che quello italiano, oltre che di santi, poeti, eroi e navigatori, è anche un popolo di sognatori, un popolo che può passare molto rapidamente dalla grande esaltazione alla più cupa disperazione. Per questo con ogni probabilità l’impresa del WestfalenStadion ha acquisito il suo pieno e totale significato solamente dopo la finale di Berlino. Senza l’atto conclusivo, il trionfale cammino azzurro avrebbe rischiato ovviamente di rimanere incompiuto, mutilato e destinato a finire ben presto nel dimenticatoio.

La finale, la sofferenza e la gioia

 

Gli azzurri arrivano a giocarsi la finale sicuri dei propri mezzi, ma di certo non da favoriti. I Bleus dall’altra parte possono fare ancora affidamento sul loro vecchio e intramontabile numero 10, Zinedine Zidane. Non sanno che alla fine, croce e delizia, contribuirà alla disfatta rendendosi protagonista di un gesto orribile. Zizou fa 1-0 dal dischetto, rischiando un delizioso scavetto, poi impazzisce e rimedia un rosso per la celebre testata a Materazzi. Nel mezzo il pareggio del nostro numero 23 e tanta, tanta sofferenza. Ai calci di rigore l’assenza del numero 10 transalpino forse fa la differenza. I nostri, glaciali dagli undici metri, segnano tutti. L’ultimo è Fabio Grosso, che col suo mancino ci regala la gioia più grande, la pazza gioia di essere italiani.

Italia-Francia 2006: il trionfo mondiale azzurro

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Il 9 luglio di 15 anni fa la nostra nazionale si aggiudicava la sua quarta Coppa del Mondo superando i Bleus ai calci di rigore

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