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Questa sera la Dea in campo contro la Juve per provare a sfatare un tabù che dura ormai da 58 anni
Negli ultimi anni l’Atalanta ci ha ormai abituato alle sue ottime prestazioni e ai suoi risultati superlativi. Con il suo bel gioco, l’impressionante potenziale offensivo e la sua solidità complessiva ha raggiunto per il terzo anno consecutivo la qualificazione alla Champions League, “rischiando” seriamente in questa stagione di arrivare al secondo posto alle spalle dell’Inter campione d’Italia.
Ciò nonostante, se si guarda alla storia della Dea, si noterà come il palmarès sia purtroppo molto scarno. La squadra bergamasca viene infatti definita “la regina delle provinciali” essendo la squadra che pur non rappresentando un capoluogo di regione e non avendo mai vinto lo scudetto, vanta più presenze nella massima serie. Ebbene, malgrado gli ingenti sforzi profusi nel corso della sua centenaria storia, la Dea ha alzato al cielo solamente un trofeo: la Coppa Italia del 1962-63.
Il cammino trionfale dell’Atalanta in quell’edizione inizia contro il Como, superato per 4-2. Poi, nell’ordine, cadono sotto i colpi nerazzurri il Catania, il Padova e il Bari, prima della finale contro il Torino. L’appuntamento con la storia si tiene il 2 giugno 1963 a San Siro. I granata sono un’ottima formazione e vantano in bacheca già due Coppe Italia. In campo però non c’è storia: uno scatenato Domenghini segna tre gol, di cui uno dopo pochissimi minuti, permettendo così a capitan Gardoni di alzare al cielo quello che ancora oggi rimane il primo e unico trofeo atalantino. Questa sera al Mapei Stadium di Reggio Emilia i ragazzi di Gasperini proveranno a seguire le orme di Domenghini e compagni: per portare a Bergamo un’altra storica Coppa Italia bisogna però superare l’ostacolo Juve.
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