Internazionali 2006, Federer-Nadal e quei due storici match point

Internazionali 2006, Federer-Nadal e quei due storici match point

Lo svizzero arrivò a un punto dalla vittoria ma Rafa si impose in cinque set memorabili, confeemando il titolo vinto a Roma un anno prima 

Redazione Edipress

14.05.2021 ( Aggiornata il 14.05.2021 11:28 )

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Il Big Bang, la sfida fra due mondi che definirà il futuro del tennis sul rosso. C’è molto di più del titolo di Roma quando Federer e Nadal scendono sul Centrale del Foro Italico il 14 maggio 2006. Si gioca nel Centrale caldo e intimo, con i tifosi molto vicini al campo. Nadal è il guerriero dai capelli lunghi, con lo smanicato giallo e i pantaloni sotto il ginocchio. Federer, interamente in bianco, è una perfetta icona neoclassica che connette il gioco moderno con la finezza del passato.

La partita

Lo svizzero, 24 anni e sette Slam vinti, manca due set point sul servizio di Nadal, poi domina il tiebreak d’apertura 7-0. Nadal, che un anno prima aveva chiuso proprio al tiebreak, contro l’argentino Guillermo Coria, l’undicesima conclusa al quinto set in 62 edizioni del torneo, cambia lo scenario della finale contro Federer già dal primo game del secondo set. È nel clou di quella che sarà la striscia di 81 vittorie consecutive sulla terra battuta, iniziata dopo il quarto di finale perso contro Andreev a Valencia nel 2005. Stavolta è il maiorchino il primo ad avere un set point, sul 5-4, sul servizio dell’avversario. È una partita a scacchi. È un set a specchio rispetto al primo, e come il primo non può che finire al tiebreak. Federer allunga e sale 4-2. Nadal però non ha alcuna intenzione di rendergli la vita facile. Rimonta da 2-4 a 6-5, aiutato da tre errori in lunghezza, scende a rete su un approccio che non sembra certo efficace, ma il passante dello svizzero si ferma sotto il nastro. Federer si porta addosso sfiducia e frustrazione per tutto il terzo set, deciso dal passante diagonale di rovescio che vale a Nadal il break chiave al quinto game. Il primo gioco del quarto appare come la resa anticipata di Federer. Ma nelle circostanze estreme il campione riemerge. Veleggia fino al 6-2 e allunga al quinto. Nadal, già costretto a risalire da sotto 0-3 al quinto un anno prima, va sotto 4-1. Il primo doppio fallo della partita offre a Federer due match point sul 6-5 40-15. «Sul primo ero in una buona posizione, non volevo cercare direttamente il vincente - commenta lo svizzero -. Ho cercato di rimanere solido, di mettergli una palla alta e carica contro il suo rovescio ma non ci sono arrivato in tempo. Penso che quell’errore mi sia costato la partita». Alla seconda occasione, cerca di compensare il rimpianto ma lo raddoppia con un dritto frettoloso e ancor meno efficace. Nadal è uno dei migliori interpreti moderni della dottrina Wilander: metti quante più prime possibile in campo, anche non al massimo della velocità, e sulla distanza dei cinque set finirai per vincere. Il quinto set va ancora al tiebreak e Nadal prepara battaglia. Federer ha vinto 26 degli ultimi 38 tornei giocati, e nel 2006 ha perso solo due volte, sempre contro Nadal. Inizia meglio, allunga sul 3-1, amministra sul 4-2 e sul 5-3. Rafa però non molla, trasforma ogni partita in una guerra di logoramento. Il tennis di Nadal logora gli avversari. Le traiettorie dello spagnolo sono sempre profonde ma controllate. Costringe Federer a giocare da posizioni scomode, vince gli ultimi quattro punti nel tiebreak decisivo e lo scontro più lungo nel racconto epico della loro rivalità. Completa la 53ma partita di fila sulla terra battuta. Non perde sulla sua superficie preferita dal quarto di finale di Valencia del 2005 contro il russo Igor Andreev. Eguaglia il record di successi sul rosso dell’argentino Guillermo Vilas e i titoli vinti da Borg prima dei 20 anni. Solo Borg e Newcombe a Wimbledon e Muster a Montecarlo erano riusciti a vincere due finali consecutive al quinto set. Federer ha vinto cinque punti in più e giocato un tennis sublime. Ma il gladiatore Rafa ha conquistato la folla. Roma ha trovato il suo re.

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