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F1, Monza 1975: Niki Lauda e la conquista del primo titolo mondiale© Autosprint

F1, Monza 1975: Niki Lauda e la conquista del primo titolo mondiale

Il 7 Settembre 1975 la Ferrari si aggiudica non solo il Gp d’Italia con Clay Regazzoni, ma anche il titolo piloti con il pilota austriaco, così come il titolo costruttori

2 settembre

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Una grande giornata di festa. Il 7 Settembre 1975 è una data speciale per i tifosi della Ferrari: non solo infatti la scuderia di Maranello si aggiudica il Gp d’Italia con Clay Regazzoni (che bissa così la vittoria ottenuta nel 1970 al volante della F312B), ma oltre al titolo costruttori conquista anche il titolo piloti con Niki Lauda, mettendo così fine a un digiuno lungo undici anni (l’ultima volta che un pilota Ferrari si era aggiudicato il titolo piloti era stato nel 1964 con il britannico John Surtees). 

Mai come quell’anno il Gp d’Italia era fortemente atteso dai tifosi: da una parte il monzese Vittorio Brambilla aveva vinto la precedente gara di campionato in Austria (caratterizzata da una forte pioggia, che spinse gli organizzatori a sospendere definitivamente la gara dopo 29 dei 54 giri in programma, assegnando la metà del punteggio previsto ai primi sei classificati), dall’altra il ferrarista Niki Lauda era a un passo (o meglio, a mezzo punto) dalla conquista del suo primo titolo mondiale, per cui anche nel caso in cui non avesse conquistato dei punti a Monza (e al contempo Reutemann al volante della sua Brabham-Ford non si fosse aggiudicato la gara) si sarebbe aggiudicato matematicamente il suo primo titolo mondiale.  

©Scuderia Ferrari via Facebook

Già dalla prima giornata di qualifiche in programma venerdì è possibile percepire l’eccellente stato di forma della Ferrari, che non a caso conquista le prime due posizioni con Niki Lauda (1’32”82) davanti a Regazzoni (1’33”11), con Reutemann terzo (1’33”99) e piuttosto staccato. 
Scenario, questo, ulteriormente ribadito nelle qualifiche del sabato, che vedono Lauda ottenere la sua ottava pole stagionale (la diciassettesima in carriera) con il tempo di 1’32”24 davanti al compagno di squadra Regazzoni (1’32”75) con Emerson Fittipaldi (McLaren-Ford) terzo con il tempo di 1’33”08 davanti alla Tyrrell-Ford di Jody Scheckter (1’33”27) e al compagno di squadra Jochen Mass (McLaren), quinto con il tempo di 1’33”29. Solo settima la Brabham di Carlos Reutemann, con il tempo di 1’33”44. 

Tutto sembra dunque andare nella direzione voluta dalla Ferrari, ma nella notte tra sabato e domenica (così come nella mattinata di domenica) sul circuito di Monza si abbatte un temporale anche piuttosto intenso, che per ore metterà in discussione addirittura lo svolgimento della gara. All’interno della scuderia di Maranello c’è un po' di preoccupazione: non è la prima volta, infatti, nell’arco della stagione che la squadra pasticcia con l’assetto in condizioni di pista bagnata. In Olanda infatti Lauda dopo aver conquistato la pole era stato costretto in gara ad accontentarsi del secondo posto staccato di 1”060 dal vincitore James Hunt in quanto la Hesketh aveva puntato su un assetto tendente più verso l’asciutto, così come in Gran Bretagna il pilota austriaco si era classificato ottavo (staccato di due giri dal vincitore Emerson Fittipaldi), mentre in Austria nonostante la pole Lauda aveva chiuso la gara in sesta posizione, staccato di un minuto e mezzo dalla March vincitrice di Vittorio Brambilla. 

Fortunatamente, però, verso le 13 la pioggia comincia a diminuire progressivamente d’intensità, salvo poi fermarsi. Il cielo resta ancora grigio, e il rischio di partire con gomme da bagnato (per via delle pozze d’acqua presenti in pista) è piuttosto concreto. Alle 14:30, però, improvvisamente comincia a fare capolino il sole, che in mezz’ora circa riesce ad asciugare tutta la pista, garantendo così a squadre e piloti la disputa della gara su pista asciutta, mettendo così la Ferrari nelle condizioni di poter esprimere tutto il suo potenziale. Nella gara di casa, davanti al suo pubblico. 

© Autosprint

Intorno alle 15:05 viene così data la possibilità ai piloti di effettuare due giri di prova al fine di ottimizzare gli assetti, prima di andare a schierarsi in griglia di partenza in vista della partenza della gara, previsto per le 15:30. 

©Autosprint 
Al via Regazzoni riesce a superare il compagno di squadra Niki Lauda, con le due Ferrari che mantengono così la testa della gara. Alle loro spalle Scheckter (Tyrrell-Ford) e Mass (McLaren-Ford) sono abili a passare la McLaren-Ford di Emerson Fittipaldi, che perde così due posizioni scendendo dal terzo al quinto posto. Gara da dimenticare per l’idolo di casa Vittorio Brambilla e per l’inglese Bob Evans: se il pilota monzese al via accusa un problema alla frizione, che lo costringerà già al ritiro nel corso della prima tornata, il pilota inglese della BRM sarà costretto al ritiro per un problema di natura elettrica. 
Tornando alle posizioni di testa, se le due Ferrari mantengono la leadership della corsa, alle loro spalle ad appassionare il pubblico è il duello per il terzo posto tra Scheckter e Mass, con il pilota tedesco che già in quel primo giro riesce a superare il pilota sudafricano della Tyrrell, salvo poi venir risorpassato all’altezza della Parabolica da parte dello stesso Scheckter. Al momento però di affrontare alla Prima Variante all’inizio del secondo giro Scheckter arriva lungo, mentre Mass colpisce il paletto che delimita la chicane, accusando un serio danno alle sospensioni, che di fatto mette fine alla sua gara. Alle spalle di Mass, Reutemann urta di traverso il paletto, Fittipaldi affronta correttamente la Prima Variante, mentre Pryce (Shadow-Ford) si mette di traverso, venendo urtato dalla Parnelli-Ford di Mario Andretti. Seguono poi altri piloti che tagliano la Variante alla luce di quanto avvenuto, con il pilota austriaco Harald Ertl (Hesketh-Ford) che in quel frangente sale sulla ruota anteriore della March-Ford del tedesco Hans-Joachim Stuck, senza però arrecare alcun tipo di danno. 

© Wikipedia/ Gabriela Noris

Questa situazione favorisce ulteriormente le due Ferrari, che aumentano in maniera significativa il proprio vantaggio sul terzetto che segue, costituito dalla Brabham-Ford di Carlos Reutemann, dalla McLaren-Ford di Emerson Fittipaldi e dalla Hesketh-Ford di James Hunt, con Peterson (Lotus-Ford) costretto al ritiro per un problema al motore. 
Nel corso del decimo giro Depailler (Tyrrell-Ford) sale al quinto posto superando Hunt, salvo poi andare lungo sei giri dopo alla Prima Variante, andando così a perdere due posizioni a beneficio di Hunt e di Pryce. 
Restando nel gruppo degli inseguitori alle spalle delle due Ferrari, da registrare nel corso del tredicesimo giro il sorpasso di Fittipaldi ai danni di Reutemann, con il due volte campione del mondo brasiliano che comincia così un inseguimento nei confronti delle Ferrari, che sembrano avere in mano la corsa. Nel corso del 27°giro Pryce supera Hunt nella lotta per il quinto posto, ma sarà vana gloria: pochi giri dopo, infatti, la sua Shadow romperà uno scarico, con il pilota gallese che riuscirà comunque a concludere il Gp d’Italia, subendo però nel corso del 37°giro il controsorpasso ad opera di Hunt, che andrà così a conquistare definitivamente la quinta posizione. 

Tornando alle posizioni di testa, se Regazzoni riesce a mantenere senza troppi problemi la leadership del Gp d’Italia, con il passare dei giri Fittipaldi riesce progressivamente ad avvicinarsi alla Rossa di Niki Lauda, finchè nel corso del 46° dei 52 giri previsti riesce a trovare il sorpasso decisivo, salendo così in seconda posizione. 
Il pilota brasiliano della McLaren tenta a questo punto un’impossibile rimonta nei confronti della Rossa di Regazzoni, il quale una volta accortosi dell’avvicendamento alle sue spalle, riesce a dare un ulteriore strappo, ampliando così il suo già notevole vantaggio. 

Clay Regazzoni su Ferrari riesce così a conquistare il Gp d’Italia (ottenendo così la sua terza vittoria in Formula 1, dopo quelle ottenute al volante della Rossa nel 1970 sempre a Monza e nel 1974 in Germania sul circuito del Nürburgring), precedendo di 16”6 la McLaren di Fittipaldi, di 23”2 la Rossa di Lauda, di 55”1 la Tyrrell-Ford di Reutemann, di 57”1 la Hesketh-Ford di Hunt e di 1’15”9 la Shadow-Ford di Pryce. A festeggiare, però, non è solo il pilota ticinese, ma è tutta la Ferrari, con Niki Lauda che con il terzo posto riesce a conquistare il suo primo titolo mondiale, riportando dopo undici anni il titolo piloti a Maranello, e con la Rossa che festeggia il suo terzo titolo costruttori. 

© Autosprint

La sensazione è che per la Ferrari si sia aperto ufficialmente un ciclo, potendo contare sul talento di Lauda e al contempo sulla grande esperienza  di Regazzoni, e in parte sarà proprio così, con il pilota austriaco che inizierà la stagione 1976 (che vedrà l’addio di Luca Cordero di Montezemolo nei panni di ds, sostituito da Daniele Audetto) con l’obiettivo di bissare il titolo mondiale vinto a Monza, con le prime nove gare di campionato che non a caso vedranno Lauda conquistare cinque vittorie (Brasile, Sudafrica, Belgio, Monaco e Gran Bretagna), due secondi posti (Usa Ovest e Spagna), un terzo posto (Svezia) e un ritiro (Francia), comandando la Classifica Piloti con 61 punti (con Scheckter secondo con 30 punti, e con Hunt terzo a quota 26). Purtroppo, però, il drammatico incidente occorsogli in Germania sul circuito del Nürburgring (con il rientro del campione austriaco a Monza), la contemporanea crescita della McLaren di James Hunt, e la scelta di ritirarsi nel secondo giro del Gp del Giappone (per via delle condizioni fin troppo pericolose della pista del Fuji per via della pioggia torrenziale) priveranno per un solo punto Lauda del secondo titolo mondiale, con Hunt che si laurea così campione del mondo. Solo nel 1977 il campione austriaco riuscirà a conquistare con la Ferrari il suo secondo titolo mondiale, salvo poi divorziare dalla Rossa a due gare dal termine. Ma questa, come scriverebbe, Michael Ende, è un’altra storia. 

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