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F1 Austria: vince Leclerc, Sainz tradito dal motore© Getty Images

F1 Austria: vince Leclerc, Sainz tradito dal motore

Il pilota monegasco conquista il Gp d’Austria davanti a Max Verstappen (Red Bull) e Lewis Hamilton (Mercedes). Ritirati Sainz e Perez. Schumacher sesto con la Haas

11.07.2022 ( Aggiornata il 11.07.2022 09:05 )

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Ferrari: la vittoria di Leclerc e il ritiro di Sainz

Una Ferrari dai due volti. Da una parte la gioia di Charles Leclerc (sopra raffigurato), che a distanza di tre mesi esatti dall’ultimo trionfo ottenuto (Gp Australia) torna nuovamente sul gradino più alto del podio regalando alla Rossa una vittoria in terra austriaca che mancava da ben 19 anni, quando a vincere era stato il leggendario Michael Schumacher. Dall’altra la tristezza di Carlos Sainz Jr, costretto a ritirarsi mentre stava per sorpassare con DRS aperto la Red Bull di Max Verstappen per l’ennesimo problema di affidabilità al motore, con tanto di fiamme pronte ad avvolgere repentinamente il cofano motore della F1-75. Queste le due immagini che hanno caratterizzato la gara della Ferrari in Austria che, se da una parte sembra quasi ribadire quella superiorità tecnica e di prestazioni già intravvista in Gran Bretagna, dall’altra però ci ricorda che senza una buona affidabilità si possono perdere punti preziosissimi, cosa questa che in ottica iridata con il passare delle gare rischia di pesare sempre di più.

Cominciando dalle buone notizie, se già nella Sprint del sabato pomeriggio si era intuito che senza una lotta piuttosto intensa tra i piloti, la Rossa sarebbe stata in grado di lottare maggiormente con Verstappen e la Red Bull, la gara di oggi pomeriggio ci dimostra che sul circuito del Red Bull Ring la Ferrari F1-75 è stata senza ombra di dubbio la monoposto da battere, grazie a un ottimo Charles Leclerc, supportato da una monoposto apparsa a sorpresa decisamente più gentile delle gomme rispetto alla RB18.

Se al via Verstappen mantiene la testa della corsa con un Leclerc apparso meno arrembante rispetto alla Sprint e sembra inizialmente scappare via, già alla quarta tornata la Rossa numero 16 porta il gap su Verstappen sotto il secondo entrando in zona DRS, riuscendo a superare l’olandese e a prendere la testa della corsa in curva 4 nel corso del dodicesimo giro (dopo averci già provato in curva 3 il giro precedente).

Passato in testa, Leclerc dimostra di avere una migliore gestione delle gomme, e non è un caso che la Red Bull decida di fermare Verstappen subito nella tornata successiva (13°giro) per rispondere al pilota monegasco montando gomma dura nuova. Se all’inizio Verstappen riesce a guadagnare quasi un secondo a giro sfruttando il vantaggio della gomma nuova, con il passare dei giri il guadagno sul giro passa a mezzo secondo. Con la sosta di Leclerc (27° giro) e di Sainz (28° giro) Verstappen torna in testa, ma con gomma dura nuova e più fresca rispetto al campione olandese, per il pilota monegasco della Ferrari è un gioco da ragazzi tornare sotto a Verstappen (a cui deve recuperare sei secondi), arrivando già nel corso del 32° giro in zona DRS, e completando il sorpasso ai danni del campione del mondo nella tornata successiva (33° giro).
Nel corso del 36° giro Verstappen con Sainz negli scarichi torna ai box per la seconda sosta dove monta un secondo set di gomme dure nuove, con cui torna nuovamente a guadagnare un secondo al giro su Leclerc (a cui deve recuperare circa 19 secondi), con i piloti della Ferrari che si fermeranno per la seconda sosta rispettivamente nel corso del 50°giro con Leclerc, e nel 51° giro per Sainz, montando anch’essi gomma dura nuova.

In due giri Leclerc arriva già in zona DRS su Verstappen, che supera per la terza volta nel corso del 53°giro in curva 3.
Leclerc sembra essere nelle condizioni di scappare via, e, non a caso in parte ci riesce portando il gap su Verstappen nell’ordine di circa due secondi. Il ritiro di Sainz a causa della rottura del motore costringe la Direzione Gara a usare la Virtual Safety Car, con Leclerc e Verstappen che nel corso del 58° giro effettuano entrambi la terza sosta montando gomme medie nuove, con il gap che sale fino a 3”5. Nel finale di gara l’acceleratore aperto in fase di frenata complica non poco la vita a Leclerc, il quale però alla fine riesce comunque a vincere, con 1”532 sul pilota olandese della Red Bull.

Per un Leclerc che festeggia il ritorno alla vittoria dopo tre mesi, c’è un Sainz che pur costretto al ritiro mostra una volta di più la sua crescita nel rapporto con la F1-75 disputando una gara esemplare. Solo il problema al motore accusato nel corso del 57°giro (mentre stava per superare Verstappen tramite DRS) lo priva di un secondo posto assolutamente meritato, per quanto visto in pista. Comprensibile la delusione del pilota spagnolo, che rischia peraltro molto seriamente di partire in fondo alla griglia nella prossima gara in Francia, se come sembra sarà necessario punzonare la quarta power unit stagionale.

In conclusione, quindi, la Ferrari vista oggi in Austria è una monoposto che, come già visto domenica scorsa a Silverstone, si sa adattare con facilità a qualsiasi tipo di pista, facendosi quasi preferire in queste ultime due gare alla Red Bull. In particolare, anche rispetto alla Sprint di ieri, la Ferrari vista oggi sa gestire molto bene qualsiasi compound di gomme, comportandosi molto bene sia con le medie, sia con le dure (cosa quest’ultima non del tutto scontata alla vigilia), allungandone la vita, riuscendo così a ritardare la sosta rispetto alla concorrenza e a sfruttare fino all’ultimo la mescola stessa.
Sul fronte piloti, se Sainz ha dimostrato di aver finalmente trovato un buon feeling con la macchina, Leclerc dimostra una volta di più la sua perfetta simbiosi con la F1-75, diventando quasi un tutt’uno con la macchina, e riuscendo ad ottimizzarne il comportamento. Significativa in tal senso la gestione dell’acceleratore negli ultimi giri di sofferenza per il giovane monegasco, in una gara che lo ha visto superare Verstappen per ben tre volte.

Dove in Ferrari c’è ancora da lavorare tanto è l’affidabilità, con Sainz costretto a ritirarsi per il cedimento del motore, mancando così una doppietta che avrebbe permesso alla scuderia di Maranello di riavvicinarsi non poco alla Red Bull nel Mondiale Costruttori.

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