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F1: Mercedes, Red Bull e le ali della discordia© Getty Images

F1: Mercedes, Red Bull e le ali della discordia

La FIA ha annunciato alle squadre che dal 15 Giugno verranno inaspriti i controlli volti a verificare la presenza o meno di ali flessibili.

18.05.2021 ( Aggiornata il 18.05.2021 19:26 )

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Una novità regolamentare determinata dalla guerra psicologica in atto tra Mercedes e Red Bull, e destinata presumibilmente a portare delle variazioni nel corso della corrente stagione. Nei giorni scorsi la Federazione ha infatti comunicato alle squadre che a partire dal prossimo 15 Giugno (e più concretamente dal Gp di Francia, in programma sul circuito del Paul Ricard il 27 Giugno) verranno riviste ulteriormente le verifiche atte a dimostrare la flessibilità o meno delle ali anteriori e posteriori delle monoposto con una serie di controlli ulteriormente irrigiditi. Una risposta, quindi, all’accusa Mercedes lanciata in Spagna dal sette volte campione del mondo Lewis Hamilton nei confronti della Red Bull (sospettata di avere un’ala posteriore in grado di flettersi sul rettilineo principale), ma che conferma una volta di più il rapporto conflittuale tra le due squadre destinate quest’anno a giocarsi il titolo mondiale.

La battaglia psicologica tra Mercedes e Red Bull

Una battaglia psicologica da combattere non solo in pista, ma anche nel paddock, fuori dai riflettori. Con il passare delle settimane Mercedes e Red Bull (candidate alla conquista del titolo iridato) hanno cominciato ad innalzare sempre più il livello dello scontro (e delle polemiche), pur di superare il rivale. La prima ad accendere le micce è stata nelle scorse settimane la scuderia di Milton Keynes, che in vista dell’effettiva partenza del reparto Red Bull Powertrains (chiamato non solo a gestire le power unit Honda dal prossimo anno, quando il motorista nipponico saluterà la Formula 1, ma anche a progettare e realizzare la nuova generazione di power unit che debutterà nel 2025) non ha esitato a corteggiare e a mettere sotto contratto il motorista Mercedes Ben Hodgkinson, a cui sono seguiti nei giorni scorsi altri cinque tecnici motoristi provenienti dalla scuderia tedesca, la quale non ha per niente tollerato le modalità d’ingaggio utilizzate dalla Red Bull per conquistare il tecnico britannico, legato da un rapporto ventennale con la casa di Stoccarda.

Da quel momento in poi, vuoi anche la ritrovata competitività della scuderia di Milton Keynes dopo i test precampionato e la prima gara stagionale in Bahrain, è iniziata una vera e propria battaglia di nervi tra le squadre, volta a mettere sotto l’avversario, fatta di provocazioni, battute piccate e quant’altro. Un esempio su tutti è rappresentato dal team radio della McLaren a Lando Norris, con il team di Woking che nelle qualifiche del Gp di Portogallo chiese al 21enne talento di Bristol di non fare favori a Verstappen che stava arrivando lanciato alle sue spalle. Se è vero che alla fine Norris non dette affatto noia al giovane pilota olandese della Red Bull, il quale riuscì regolarmente a concludere il suo giro lanciato, c’è chi (Helmut Marko) all’interno del team austriaco in quelle parole del muretto McLaren volle vedere un tentativo da parte di Mercedes (che da quest’anno è tornata a fornire le proprie power unit al team McLaren) di ostacolare proprio Verstappen, con il Team Principal della scuderia campione del mondo Toto Wolff pronto a rispedire al mittente ogni qualsivoglia provocazione, rispondendo che Helmut Marko è solito vedere cospirazioni ovunque.

Nel weekend di gara in Spagna (7-9 Maggio 2021) è stata invece la Mercedes a sparare a zero sui rivali. Prima nella consueta Press Conference del giovedì con Valtteri Bottas, che a una precisa domanda da parte dei giornalisti accreditati in merito a una sua possibile sostituzione con George Russell (Williams) nel corso della stagione attualmente in corso, ha risposto dichiarando che ha un contratto fino al termine di quest’anno, e che in F1 c’è solo una squadra che si comporta così. Chiara l’allusione a Red Bull, che nel 2016 dopo sole quattro gare promosse in prima squadra Max Verstappen retrocedendo Daniil Kvyat in Toro Rosso, e che nel 2019 a metà stagione ripetè la stessa operazione ai danni di Pierre Gasly, retrocesso in Toro Rosso al posto di Alexander Albon, con l’anglo-thailandese promosso in prima squadra al fianco di Verstappen.

In un secondo momento ci ha poi pensato Lewis Hamilton a rincarare le dose, dichiarando ai microfoni di Sky Sports Uk al termine delle libere del Gp di Spagna che la Red Bull restava la monoposto più forte a livello prestazionale, ma che la stessa scuderia di Milton Keynes stava facendo anche un sacco di errori e che in Mercedes non potevano fare affidamento su questo aspetto per ottenere i risultati fino a quel momento conseguiti. Dichiarazioni alle quali il Team Principal Red Bull Horner ha risposto in un’intervista rilasciata all’americana ESPN sostenendo che anche Hamilton commette degli errori significativi (vedi Imola), e che in quel caso è stato molto fortunato a non finire doppiato e a pagare un prezzo più alto.

Sempre durante il weekend del Gp di Spagna lo stesso Hamilton ha infine dichiarato ai media che la Red Bull possiede un’ala posteriore che si flette in rettilineo rendendola più veloce nell’ordine di circa tre decimi. Una provocazione, quella del sette volte campione del mondo della Mercedes, che ha innalzato ulteriormente lo scontro tra Mercedes e Red Bull, con il team austriaco che ritiene che Hamilton sia stato di fatto imboccato dal Team Principal Mercedes Toto Wolff, il quale aveva già affrontato precedentemente l’argomento con il suo omologo in Red Bull, Chris Horner.

Un’affermazione, quella di Hamilton, su cui la Federazione non poteva restare in silenzio, visto che il Regolamento vieta tassativamente la presenza di ali flessibili (siano essere anteriori o posteriori) all’interno delle monoposto. Volutamente abbiamo parlato anche di ala anteriore, perché secondo quanto riportato lo scorso 11 Maggio dal quotidiano francese L’Equipe, a sua volta la Mercedes sarebbe finita sotto la lente d’ingrandimento per la possibile presenza di un’ala anteriore che si fletterebbe ad alta velocità.

Ali flessibili: i nuovi controlli stringenti della Federazione

Nei giorni immediatamente successivi al Gp di Spagna, quindi, la Federazione invia una lettera alle squadre partecipanti al Mondiale 2021 di Formula 1 informandole che nonostante le monoposto attualmente in uso rispettino tutti i criteri stabiliti dal Regolamento in fase di flessibilità delle ali verificate nei test (l’articolo 3.15.7 del Regolamento tecnico 2021 stabilisce infatti che non può superare di 3 mm la flessibilità dell’ala posteriore in verticale o di un grado in orizzontale quando vengono applicate forze nell’ordine dei 750 N·m), vi sono comunque dei progetti che presentano delle variazioni nelle ali mentre le vetture sono in movimento, con la conseguenza che queste deformazioni potrebbero avere un effetto sulle prestazioni aerodinamiche delle vetture. Non è infatti un mistero che con un’ala posteriore flessibile sia possibile ottenere non solo nei rettilinei una minore resistenza all’avanzamento per via dello schiacciamento dell’ala, ma, anche, una volta che l’ala stessa è tornata nella sua posizione tradizionale, una migliore prestazione nell’affrontare le curve.
Da qui, pertanto, l’intenzione della Federazione di stanare la presenza di ali posteriori flessibili applicando dei nuovi test in fase di controllo a partire dal prossimo 15 Giugno che limitino la rotazione dell’ala posteriore di un solo mm sia nel caso vengano applicate due forze da 750 N·m, sia nel caso in cui venga applicata una sola forza da 1000 N, oltre alla possibilità di utilizzare telecamere a bordo, per valutare il comportamento delle ali mentre le monoposto sono in movimento.

Non sono ovviamente mancate le dichiarazioni in casa Red Bull alla notizia dei controlli stringenti da parte della Federazione per quanto riguarda le ali posteriori. Se il Team Principal Chris Horner sottolinea il fatto che la monoposto del suo team è conforme perché ha superato i test già oggi piuttosto severi della Federazione (con la monoposto verificata con cura, e le ali sottoposte alle prove di flessione), Helmut Marko ha dichiarato che la Red Bull ha sempre superato i test fino a ora e continuerà a farlo anche con le nuove impostazioni, e che le parole di Hamilton sono la dimostrazione del fatto che la scuderia di Milton Keynes è temuta dalla Mercedes.

Una cosa, comunque, è certa: questo nuovo giro di vite voluto dalla Federazione sulla carta potrebbe portare a uno stravolgimento delle forze in campo in Classifica Costruttori nelle posizioni immediatamente successive a quella occupata dalla Mercedes. Chi ne sarà coinvolto, e in quale misura sarà solo il tempo a dirlo.

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