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F1, Ecclestone e il ritorno del rischio in Formula 1

F1, Ecclestone e il ritorno del rischio in Formula 1

Redazione

28.10.2016 ( Aggiornata il 28.10.2016 12:07 )

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Un Bernie Ecclestone a 360°. Già ieri mattina era uscita un'intevista a un noto media italiano in cui egli sosteneva la necessità che la Ferrari assumesse un consulente, o comunque una nuova figura da affiancare all'attuale Team Principal, Maurizio Arrivabene (difeso da Sebastian Vettel ieri) per consentire alla scuderia di Maranello di poter tornare a vincere. Sempre ieri il boss della Formula 1 (che festeggia oggi 86 anni) ha rilasciato un'intervista al Daily Mail uscita in serata che non mancherà di far discutere gli appassionati del Circus e in cui, oltre ad affrontare diversi argomenti anche di carattere politico (le prossime elezioni negli Usa), si sofferma in particolare sulla questione relativa al rischio in F1.

Ecclestone sostiene che anni fa la gente veniva a guardare i gran premi, consapevole del fatto che il pilota sarebbe potuto morire. Se per quanto riguarda la sicurezza la F1 ha fatto notevoli passi avanti, il padre padrone della Formula 1 intende comunque riportare un po' la sensazione del rischio all'interno del Circus ipotizzando la costruzione di muretti di circa 40 cm da posizionare intorno alle curve (così come avviene nei circuiti cittadini come Montecarlo, Singapore e Baku) al fine di impedire ai piloti di uscire fuori dal tracciato e di utilizzare così le vie di fuga.

Una visione, quella del 86enne Bernie, decisamente agli antipodi rispetto a quella della FIA, da sempre alla ricerca della massima sicurezza in pista per quanto riguarda i piloti, che alla fine, non bisogna dimenticarlo, sono pur sempre i principali protagonisti della Formula 1.

Alonso post incidente

Una visione che si estremizza ancor di più quando affronta la questione relativa ai soccorsi di un pilota incappato in un brutto incidente, come ad esempio quello di Alonso in Australia a inizio stagione dopo il contatto con la Haas di Gutierrez (con la McLaren del pilota asturiano che va prima a sbattere contro la barriere e poi contro il muretto a bordo pista riducendosi in un bruttissimo stato), arrivando addirittura a suggerire una ricetta per tenere alta la tensione (e l'interesse morboso) del pubblico.

Quando hai un grande incidente come quello di Fernando, noi dovremmo mettere dei grandi teli intorno alla scena, caricarlo sull'ambulanza e portarlo via. Il pilota va così in ospedale, e più tardi tu annunci che, grazie a Dio, sta bene. Un po' di spettacolo. Alla gente piace ciò”.

Oltre a parlare di ciò, nel corso dell'intervista Ecclestone ha affrontato altri argomenti quali ad esempio la decisione da parte della FIA di vietare ai piloti di spostarsi da una parte all'altra della pista al momento della frenata difendendo il comportamento finora assunto da Max Verstappen (criticato fortemente nel corso del briefing tra i piloti e il Direttore di Gara, Charlie Whiting, di venerdì scorso (tra i vari piloti, da quanto si apprende i più critici sono stati i due piloti della Ferrari (Vettel e Raikkonen), Nico Hulkenberg, Fernando Alonso e Lewis Hamilton)), e sottolineando come la gente ami il giovane pilota olandese perchè è un corridore.

Per quanto riguarda i rapporti con il futuro Presidente della Formula 1,Chase Carey, che diversi media definivano come travagliati fin dal debutto ufficiale di quest'ultimo a Singapore, Bernie smentisce definendoli nella norma, e rilevando come al momento non ci sia stata alcuna interferenza. In merito poi alla manifestata intenzione da parte di Carey, di effettuare una corsa supplementare negli States, Ecclestone sostiene che in passato aveva provato ad organizzare una gara a New York, ma che purtroppo era stato costretto a rinunciare, in quanto “il problema con gli Americani è che tu vuoi raggiungere un accordo con loro, ma loro vogliono un profitto garantito prima di cominciare”.

Non mancherà di far discutere la parte finale dell'intervista, dedicata agli attuali capi delle scuderie, con una critica non troppo velata nei confronti del Team Principal della scuderia Mercedes, Toto Wolff. L'86 enne padre padrone della Formula 1 sostiene che se Ron Dennis, Frank Williams e lui hanno fatto soldi in Formula 1, pur non essendo questa la loro intenzione, oggi ci sono dei capi di scuderie le cui intenzioni sono invece solo fare soldi, indicando proprio in Toto Wolff il migliore esempio.

Dichiarazioni, quelle di Ecclestone, che siamo certi non mancheranno di far discutere. Già a partire da questo weekend a Città del Messico.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold Twitter: @ruggero81

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