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F1 Amarcord, Lauda e il rogo del Nürburgring

F1 Amarcord, Lauda e il rogo del Nürburgring

Redazione

01.08.2016 ( Aggiornata il 01.08.2016 23:26 )

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Ci sono gare che vengono ricordate per un duello in pista o un sorpasso, e gare che vengono ricordate purtroppo per un incidente. Quella del Nürburgring, andata in scena il 1° Agosto del 1976 (esattamente quarant'anni fa), viene ricordata in questa seconda categoria a causa del bruttissimo incidente che vide coinvolto l'allora pilota della Ferrari, Niki Lauda, campione del mondo uscente con il Cavallino e alla vigilia della gara tedesca leader del Mondiale.

Prima però di ricostruire cosa accadde quella prima domenica di agosto, facciamo un salto indietro di ben 24 ore. Dopo una prima giornata di prove che aveva visto la McLaren del pilota inglese James Hunt in testa con il tempo di 7'06”5, seguito a meno di un secondo dalla Ferrari di Lauda (7'07”4) alle prese con un problema di sottosterzo poi risolto, in occasione delle qualifiche cadde in pista una leggera pioggia che di fatto impedì ai piloti di migliorare il tempo effettuato il giorno prima. Hunt ottenne così la pole davanti a Lauda, alla Tyrrell P34 di Depailler, alla March di Stuck, all'altra Ferrari di Regazzoni, e alla Ligier di Laffitte.

Torniamo ora a quel 1° Agosto 1976. Poco prima della corsa torna nuovamente a piovere, questa volta con molta più insistenza del giorno precedente. Lauda propone agli altri piloti e alla Direzione Gara di annullare il Gran Premio, già posticipato rispetto all'orario originario a causa di una riparazione delle barriere di protezione, danneggiatesi durante una gara di contorno. La paura (quasi una premonizione) del pilota austriaco è che la pista tedesca sotto l'acqua possa rilevarsi a dir poco ostica. Gli altri piloti non ci stanno, desiderano ugualmente correre, per cui alla fine la proposta del pilota austriaco della Ferrari viene bocciata.

Le macchine si schierano sul via, mentre mano a mano la pioggia comincia progressivamente a calare d'intensità. Tutti i piloti decidono di scegliere le gomme da bagnato, ad eccezione del pilota tedesco della McLaren, Jochen Mass, che, suggerito da un amico, decide di azzardare le gomme d'asciutto. Sarà la scelta vincente.

Nurburgring 1976 Start

Al via la Ferrari di Regazzoni prende la testa seguito da Laffitte, Hunt, Mass e Pace, con Hunt che alla prima curva riesce subito a passare Laffitte, seguito poi da Mass e Pace. Chi invece sbaglia la partenza è il leader del Mondiale, Niki Lauda, che in pochi secondi da secondo si ritrova addirittura ottavo, superato anche dalla Tyrrell di Scheckter e dalla March di Ronnie Peterson,autore di una numerosa serie di sorpassi che lo porterà al termine del primo giro, approfittando anche di un testacoda di Regazzoni, a prendere la testa della gara. Lungo il circuito smette di piovere, così quasi tutti i piloti decidono di tornare ai box per montare le gomme d'asciutto, tra cui Niki, con Regazzoni che decide di fare ancora una tornata con le gomme da bagnato al pari di Peterson.

Rientrato in pista, Niki cerca di alzare il ritmo cercando una rimonta nei confronti dei primi, ma improvvisamente nel corso di quel secondo giro, al Bergwerk la Ferrari 412 T2 del pilota austriaco esce di strada, sbatte violentemente contro il guardrail (per alcune fonti contro un costone di roccia), ritornando in pista, e, a causa della grande quantità di benzina presente nel serbatoio, comincia a prendere fuoco.

Nurburgring 1976 Lauda bis

La Hesketh di Edwards evita la Ferrari, cosa che invece non succede allaltra Hesketh di Ertl e alla Surtees di Lunger, che colpiscono la Rossa ormai infuocata.

Prima di procedere con il racconto dei soccorsi, soffermiamoci un attimo sulle cause dell'incidente. Cosa è successo alla Ferrari di Lauda? Cosa ha determinato il fuoripista al Bergwerk?

Secondo la ricostruzione effettuata dal regista Ron Howard in Rush (il film che racconta la rivalità alla base del mondiale 1976 tra Lauda e Hunt), l'incidente del pilota austriaco sarebbe stato causato dal cedimento della sospensione Ipotesi che però non trova fondamento in quanto all'epoca lo stesso Dt Ferrari, Daniele Audetto, escluse senza esitazione il problema tecnico, sostenendo che qualora fosse stata davvero la rottura della sospensione la causa dell'incidente, sull'asfalto si sarebbero dovute trovare tre tracce di frenata di cui più marcata dell'altra, invece delle tradizionali due (parallele e simmetriche), invece presenti nel punto dell'incidente.

Un'altra ipotesi che però non trova conferma è che Lauda fosse sotto stress con la Ferrari per via di alcune polemiche relative al suo rendimento.

Oltre a queste due ipotesi, c'è una terza, la quale sostiene che a determinare l'incidente furono delle chiazze di umido presenti sull'asfalto unite alla non perfetta temperature delle gomme appena sostituite. Un'ipotesi, quest'ultima, assolutamente credibile.

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Se andiamo infatti a osservare lentamente il filmato dell'incidente (realizzato amatorialmente con una Super 8, e quindi, purtroppo, con una qualità delle immagini non propriamente eccellente), possiamo comunque notare che Lauda rispetto alla monoposto che gli è davanti compie un ingresso in curva più stretto, come se salisse sopra a un cordolo. Teniamo conto che ha appena smesso di piovere, e che i cordoli in quel punto di pista, oltre ad essere piuttosto alti, potrebbero esser stati ancora bagnati. Se continuiamo ad osservare con attenzione il video, la monoposto di Lauda si scompone non appena la macchina tocca con le gomme l'asfalto della pista. Possibile, quindi, che in quel momento la F312T2 dopo aver toccato questi cordoli bagnati abbia cominciato a perdere grip, aderenza, e che a quel punto, toccato l'asfalto con le gomme non ancora scaldate sia andata in testacoda contro il guardrail innescando l'incidente suddetto.

Torniamo però all'incidente. Edwards, Ertl , Lunger e il pilota della Wolf Williams, Arturo Merzario, provano inizialmente a estrarre Lauda dalla sempre infuocata Ferrari 312 T2 senza inizialmente riuscirci. Ertl riesce a trovare un estintore, e sprigionando il suo contenuto contro la monoposto, protegge Merzario, il quale si dirige tra le fiamme verso l'abitacolo della Rossa, e riesce questa volta a estrarre Niki dalle fiamme.

Il pilota della Ferrari è semicosciente, in condizioni gravissime. Dopo dieci minuti arriva sul posto l'ambulanza, che lo trasporta prima all'ospedale militare di Coblenza, poi al Trauma Clinic di Ludwigshafen e poi all'ospedale di Mannheim, dove, i medici capiscono che il problema più grave per Lauda più che le gravi ustioni al viso e nel corpo può essere l'inalazione dei fumi della benzina al momento dell'incendio. A Lauda viene impartita anche l'estrema unzione, per paura che il pilota, dato più morto che vivo, non ce la facesse. Invece non solo Niki verrà dichiarato fuori pericolo dai medici il 5 Agosto, e da qui trasportato nuovamente a Ludwigshafen, specializzato nelle cure per le ustioni più importanti, ma dopo un po' di tempo viene dimesso per poter effettuare a casa la propria convalescenza.

Se l'uomo Lauda può affrontare serenamente la propria convalescenza, molti, dopo l'incidente, danno il pilota Lauda per finito. Secondo gli stessi medici dell'ospedale di Mannheim, difficilmente lo stesso pilota sarebbe tornato a correre.

Lauda Monza 1976

E invece, a sorpresa, non solo Niki tornerà a correre con la Ferrari, ma lo farà addirittura 42 giorni dopo a Monza, il 12 Settembre, portando a casa un a dir poco miracoloso quarto posto nel Gp d'Italia, dimostrando a tutti che, seppur acciaccato e soffrendo per vie delle numerose ferite presenti sul volto, il campione era tornato. Ma questa è un'altra storia.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold Twitter: @ruggero81

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