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Formula 1 e Brexit

Redazione

29.06.2016 ( Aggiornata il 29.06.2016 13:33 )

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Uno scenario che difficilmente decifreremo in tempi rapidi. La vittoria del Leave nel recente referendum in cui veniva chiesto ai cittadini del Regno Unito se volevano rimanere o meno nell'Unione Europea apre una serie di punti interrogativi in ambito sportivo: cosa succederà in seguito al Brexit?

Nel calcio, come abbiamo letto in questi giorni, il rischio più serio e probabile è che i giocatori stranieri in arrivo nel Regno Unito vengano considerati non più come comunitari, ma come extracomunitari con un tetto di partite disputate con la propria nazionale due anni prima del tesseramento con il relativo club inglese atto ad acquisire il permesso di lavoro.

Passando però alla Formula 1 cosa può seriamente succedere? Secondo il padre padrone della Formula 1, Bernie Ecclestone, fortemente favorevole al Leave, con la Brexit non cambierà nulla, in quanto se si ha uno spettacolo da vedere la gente lo comprerà a prescindere dalla nazionalità. Di diverso parere McLaren e Mercedes, con Ron Dennis che sosteneva come fosse importante per la prosperita della McLaren (che ha sede in Inghilterra e che da lavoro a circa 3000 famiglie inglesi) poter rimanere in Europa, e con il patron Mercedes, Dieter Zetsche contrario alla Brexit sottolineando come la vittoria del Leave rappresenti un giorno negativo negativo sia per l'Europa che per il Regno Unito, ma anche come almeno per il momento non sia preventivabile alcun impatto a medio termine.

Andando però in profondità, due considerazioni è giusto farle. Delle 11 scuderie facenti parti del Mondiale ben 7 hanno sede in Inghilterra (le 4 squadre con sede fuori dal Regno Unito sono la Ferrari a Maranello, la Haas a Kannapolis nella Carolina del Nord, la Toro Rosso a Faenza, e la Sauber in Svizzera a Hinwill). C'è chi in questi giorni ha ipotizzato uno spostamento delle squadre avente sede in Inghilterra in un paese europeo (Spagna), ma la notizia almeno per il momento non trova nessuna conferma.

Quello che potrebbe cambiare (salvo un diverso accordo in sede di Unione Europea, al momento dell'uscita dalla stessa) potrebbe riguardare i costi di approvigionamento per quanto riguarda il materiale tecnico (ad esempio le gomme Pirelli, o le pinze dei freni da parte della Brembo o della Carbon Industrie), che, provenendo da paesi facenti dell'UE, subirebbero un aumento del costo al momento di varcare la soglia inglese in seguito alla svalutazione della sterlina nei confronti dell'euro.

Per quanto riguarda gli accordi commerciali in ambito Formula 1 con l'avvento della Brexit non dovrebbe cambiare praticamente nulla perchè se da una parte è vero che la sede della FOM si trova a Londra, dall'altra è altresi vero che i pagamenti dei vari contratti commerciali non avvengono in sterline ma in dollari, motivo per il quale alla fine non ci dovrebbero essere grosse differenze.

Per quanto riguarda infine i costi di viaggio delle monoposto da un circuito all'altro per le gare europee, uno scenario abbastanza verosimile potrebbe essere quello di una maggiorazione dei costi per via della già citata svalutazione della sterlina nei paesi dove invece viene utilizzato l'Euro. Uno svantaggio che però verrebbe azzerato dal fatto che i premi pagati ai vari team dalla FOM sono in dollari,i quali hanno un cambio più favorevole nei confronti della sterlina inglese andando così ad azzerare l'handicap nei confronti dell'Euro.

Una cosa comunque è certa: per avere una seria indicazione degli effetti del Brexit sulla Formula 1 bisognerà aspettare la reale uscita del Regno Unito dall'Unione Europea. Solo a quel punto potremo avere un'idea la più attendibile possibile, e poter così avere un quadro preciso della situazione, con l'auspicio che alla fine i cambiamenti siano i meno drastici possibili.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold Twitter: @ruggero81

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