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F1 Amarcord, la storica doppietta della Tyrrell P34

F1 Amarcord, la storica doppietta della Tyrrell P34

Redazione

13.06.2016 ( Aggiornata il 13.06.2016 15:00 )

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Una doppietta entrata nella storia della Formula 1. La vittoria conseguita il 13 Giugno 1976 sul circuito di Anderstorp in Svezia dal pilota sudafricano Jody Scheckter (seguito a quasi 20 secondi dal compagno di squadra, il francese Patrick Depailler) è diversa da quelle finora conseguite nella massima competizione motoristica, in quanto è la prima (ed unica) ad essere conquistata da una monoposto a sei ruote, la Tyrrell P34.

Un progetto, quello di una monoposto a sei ruote, fortemente voluto dal progettista inglese Derek Gardner, assunto dal patron Ken Tyrrell nel 1970, e papà delle Tyrrell iridate 003 (1971) e 006 (1973), entrambe guidate da Jackie Stewart. Alla base di questa monoposto rivoluzionaria il concetto che le ruote di dimensione più piccola sull'anteriore (4 gomme con cerchiatura 10 pollici contro i tradizionali 13 realizzate dal gommista americano Goodyear), quasi carenate dietro l'alettone anteriore (leggermente più piccolo rispetto alle monoposto concorrenti) potessero garantire oltre che a una migliore impronta a terra anche una migliore aderenza (e quindi stabilità) in pista difficile da trovare sulle monoposto a 4 ruote dell'epoca.

Il debutto avvenne a Jarama il 2 Maggio 1976 in occasione del Gp di Spagna con un solo esemplare affidato a Depailler, che ottenne un promettente terzo posto in qualifica (dietro alla McLaren di Hunt e alla Ferrari di Lauda, e davanti di 3 centesimi all'altra McLaren di Mass), ma che poi fu costretto a ritrarsi in gara al 26° giro per un problema ai freni. Per assistere al primo podio della Tyrrell P34 fu necessario aspettare il GP di Monaco, disputato il 30 Maggio, per vedere Scheckter e Depailler sui due gradini più bassi del podio, subito dopo il vincitore, l'austriaco Niki Lauda su Ferrari.

In Svezia, due settimane dopo, la Tyrrell P34 convince e non poco conquistando nella mattina del venerdì le prime due prestazioni, e poi nel sabato pomeriggio la pole position con Jody Scheckter. Secondo in griglia a quasi quattro decimi la Lotus di Mario Andretti, seguiti poi dalla Ensign di Chris Amon, dall'altra Tyrrell di Depailler, e dalla Ferrari di Niki Lauda.

In gara al via subito il primo colpo di scena: Mario Andretti su Lotus passa in testa seguito dalle Tyrrell di Scheckter e di Depailler, dalla Ensign di Amon, dalla Lotus di Nillson e dalla Ferrari di Lauda. Le immagini successive, però dimostreranno come il pilota italo-americano della Lotus sia in realtà partito in anticipo rispetto agli altri. Anche la Direzione Gara se ne accorge e al quinto giro arriva la sanzione: al termine della gara verrà sommato un minuto al distacco maturato o subito dal pilota.

Nella prima parte della corsa non si registrano particolari stravolgimenti in testa, eccetto il ritiro di Nillson al terzo giro causa testacoda generato dalla pressione di Lauda sul pilota svedese della Lotus (portato così all'errore), e il ritiro di Amon al 38° giro a causa della rottura della sospensione posteriore. Passata metà gara, quindi, la classifica vede in testa Andretti (con la penalizzazione da scontare a fine corsa), seguito dalle due Tyrrell di Scheckter (vicinissimo alla Lotus) e di Depailler, e dalla Ferrari di Lauda. Al 46° giro un nuovo colpo di scena consegna definitivamente la gara alle due Tyrrell: Andretti è costretto a ritirarsi a causa di una rottura del propulsore Ford-Cosworth che equipaggia la sua Lotus.

Tyrrell P 34 Scheckter Depailler Anderstorp 1976

Via libera, dunque, a Scheckter, che passa in testa e che si aggiudicherà poi la gara con 19”766 di vantaggio sul compagno di squadra Depailler, e con 33”866 di vantaggio sulla Ferrari di Lauda, il quale con questo risultato mantiene la testa della classifica a 52 punti, seguito a 23 punti proprio da Scheckter, a 20 da Depailler, a 17 da Hunt (divenuto poi campione del mondo al termine della stagione) e a 16 da Regazzoni.

In classifica costruttori Ferrari prima a 55 punti, seguita dalla Tyrrell Ford a 31 punti e dalla McLaren-Ford a 23 punti.

La vittoria di Anderstorp sembra dare ulteriore slancio al progetto della Tyrrell P34 a sei ruote, in realtà non sarà così. Se è vero che a fine stagione la Tyrrell porterà a casa un interessantissimo terzo posto finale in classifica costruttori, dall'altra parte cominciarono piano piano ad emergere i primi malumori. Le gomme anteriori da 10 pollici se da una parte potevano favorire una migliore aderenza, dall'altra generavano a loro volta un surriscaldamento della mescola stessa. Conseguenza, questa, del cambio di direzione stabilito dalla Goodyear, la quale dopo essersi inizialmente impegnata a progettare le nuove gomme da 10 pollici preferì restare in battaglia con l'altro gommista, la francese Michelin, abbandonando piano piano il progetto.

A questo aggiungiamo anche il flop della monoposto 1977, la quale seppur presentando una scocca rinforzata, non ottenne grandi risultati (se escludiamo i terzi posti ottenuti da Ronnie Peterson (chiamato a sostituire Scheckter, passato alla Wolf) in Belgio, e da Patrick Depailler in Sudafrica e Giappone), con la conseguenza che Gardner, deluso per il progressivo abbandono del progetto, lasciò la squadra e la Formula 1, e che la Tyrrell, nella stagione successiva con la 008 progettata dal sostituto di Gardner, il francese Maurice Philippe, tornerà alle tradizionali quattro ruote.

Eppure, nonostante questo, la Tyrrell P34 resta ancora oggi indipendentemente dai risultati una delle monoposto più amate dai tifosi. Non solo. La stessa monoposto a sei ruote generò nel suo momento di massimo splendore una profonda curiosità anche negli altri costruttori, tanto che c'è chi addirittura valutò la possibilità di mandare in pista una propria monoposto a sei ruote. Ma, come direbbe Michael Ende, questa è un'altra storia.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold Twitter: @ruggero81

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