Un appuntamento con la storia.
Michael Schumacher e la
Ferrari si presentano a
Suzuka nell'Ottobre 2000 seriamente intenzionati a rompere il digiuno iridato che dura dalla stagione 1979, quando a Monza il sudafricano
Jody Scheckter si aggiudicò davanti a
Gilles Villeneuve il titolo mondiale.
Le premesse, a dire il vero ci sono tutte. Vero, la
McLaren-Mercedes era riuscita a recuperare il travolgente avvio in campionato della Rossa (3 vittorie nelle prime 3 gare con Schumi rispettivamente in Australia, Brasile e Imola), e addirittura a superarla in classifica in Belgio grazie al celeberrimo sorpasso di Hakkinen ai danni del campione tedesco di Kerpen in occasione del doppiaggio della
BAR-Honda di
Zonta. D'altra parte però nè la stessa Ferrari, né lo stesso Schumacher nel momento più difficile si erano arresi andando a conquistare prima il Gp d'Italia a Monza e poi il Gp degli Usa sul rinnovato circuito di Indianapolis, portando a casa anche un'importantissima doppietta grazie al secondo posto di Barrichello in terra americana, e approfittando anche in quell'occasione della rottura del motore di Hakkinen con conseguente ritiro del pilota finlandese.
Solamente 8 punti separano i due contendenti a due gare dal termine. Hakkinen per sperare nella riconferma del titolo mondiale (già vinto nel 1998 e nel 1999) andando così a superare il rivale tedesco della Ferrari nella classifica dei titoli mondiali vinti nella storia della F1 deve per forza di cose ottenere due vittorie; a Schumacher bastano solo due secondi posti. Conoscendo però il campione tedesco, tutti dubitano che egli possa accontentarsi di arrivare secondo.
In quei giorni sul Corriere Dello Sport-Stadio esce un'interessantissima statistica: la Ferrari ha finora vinto i propri titoli piloti nel 196
1 con Phil Hill, nel 195
2 e nel 195
3 con Alberto Ascari, nel 196
4 con John Surtees, nel 197
5 con Niki Lauda, nel 195
6 con Juan Manuel Fangio, nel 197
7 ancora con Lauda, nel 195
8 con Mike Hawthorn e infine nel 197
9 con Jody Scheckter. Nessun pilota della Rossa si è mai aggiudicato il titolo iridato in un anno che finisce con lo
0. Che il 2000 sia l'anno giusto per interrompere il tabu iridato?
Le qualifiche del GP del Giappone vedono
Schumacher ottenere la pole position con un vantaggio di soli 9 millesimi su
Hakkinen, con i due piloti che si danno battaglia scambiandosi la testa della classfica dei tempi almeno 5 volte. Dietro i due alfieri di Ferrari e McLaren i rispettivi compagni di squadra con
Coulthard davanti a
Barrichello, ma decisamente staccati. La sensazione nel paddock è che a giocarsi la gara siano solo i due candidati al titolo. Non sarà sbagliata.
Per averne una conferma bisogna andare per l'appunto alla gara, Domenica 8 Ottobre 2000. In Ferrari c'è preccupazione per il via. Vero, Schumi è in pole position, ma non bisogna dimenticare che anche nelle precedenti edizioni del Gp disputate a Suzuka e poi culminate con i due titoli mondiali vinti da Hakkinen, il campione tedesco era in pole e poi veniva o frenato da un problema tecnico al termine del giro di ricognizione, o effettuava una partenza non proprio ottimale.
La partenza sembra confermare il trend degli anni precedenti, con Hakkinen che riesce a partire meglio del campione di Kerpen e passa così in testa, seguiti poi dall'altra McLaren di Coulthard, dalla Williams di Ralf Schumacher e dall'altra Ferrari di Barrichello che perde così una posiione al via.
Dopo pochi giri si capisce subito come le indiscrezioni girate nel paddock fossero corrette: come un anno prima Hakkinen e Schumacher cominciano a girare a un ritmo veramente impossibile per gli altri a tal punto da distanziarli nettamente.
Al 22° giro il primo pit stop di Hakkinen, poi al 24° giro è Schumi a rifornire, ed è a questo punto che
Ross Brawn, il Direttore Tecnico del Cavallino, mette a punto una tattica che ai fini della gara si rivelerà decisiva:
ordina ai meccanici di mettere più benzina sulla Ferrari numero 3 in modo tale da poter posticipare il secondo e ultimo pit stop rispetto alla McLaren del finlandese.
Schumi rientra così in pista dietro Hakkinen e con una Ferrari leggermente più pesante rispetto alla McLaren. Sembrerebbe un punto a favore della scuderia di Woking, ma improvvisamente sul circuito di Suzuka comincia a piovigginare. Non è una pioggia tale da necessitare le gomme da bagnato, ma di fatto rende la pista più viscida e leggermente bagnata. Condizioni nelle quali Michael Schumacher ha sempre fatto la differenza, e così mano a mano pur con la vettura più pesante il campione tedesco della Ferrari comincia progressivamente a recuperare il distacco nei confronti del rivale, arrivando così da circa 2.5 secondi fino a circa 8 decimi dal finlandese della McLaren.
Al 37° giro Hakkinen torna ai box per il secondo e ultimo pit stop, Schumacher prosegue, forte della benzina in più inserita dai meccanici in occasione del primo pit. Nei tre giri in più che resterà fuori, il campione di Kerpen gira a ritmi quasi da qualifica per cercare di ottenere più vantaggio possibile nei confronti del rivale della McLaren.
Arriviamo così al 40° giro con Schumi che si ferma ai box, e con un tempo di sosta di 6 secondi riesce a tornare decisamente davanti ad Hakkinen. Gli ultimi 13 giri saranno giri decisamente delicati con il pilota finlandese che a quel punto comincerà a recuperare decimi su decimi su Schumacher e con il gap tra i due che scende sotto i 2 secondi, ma il campione di Kerpen non molla, e gestendo perfettamente la situazione riesce così ad aggiudicarsi la gara, a vincere il suo terzo mondiale piloti (il primo con la Ferrari) e a riportare il titolo iridato sotto le insegne del Cavallino Rampante 21 anni dopo Jody Scheckter.
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Sperando di farvi cosa gradita, andiamo a rivivere insieme con questa sintesi le principali emozioni della gara.
Celeberrime nel post gara, le foto del podio con il Team Principal della scuderia del Cavallino,
Jean Todt, che, per la gioia prova a sollevare
Schumi.
Non finisce qui. Due settimane dopo in Malesia, sul circuito di
Sepang, grazie all'ennesima vittoria di
Schumacher e al terzo posto di
Barrichello, la Rossa bissa il titolo costruttori già vinto l'anno precedente.
Celeberrima l'esultanza scelta dalla Ferrari per festeggiare entrambi i titoli, con meccanici e piloti che in occasione della cerimonia del podio e nelle foto di gruppo post gara (in quella che abbiamo trovato solo i piloti) indossano una parrucca rossa.
Nessuno se lo può immaginare, ma dopo il titolo costruttori vinto nel 1999 e il doppio titolo vinto nel 2000, inizierà un vero e proprio ciclo Ferrari, con la Rossa di Maranello che fino al 2004 compreso vincerà ininterrottamente sia il titolo piloti con Schumacher che quello costruttori. Ma, come direbbe Michael Ende, questa è un'altra storia.
Rüdiger Franz Gaetano Herberhold
Twitter: @ruggero81