Il ritorno di Tonali

C’era bisogno di PSG-Milan per scoprire Mbappé e il 4-2-4? Bela Guttmann, perdonali. Ma in casa Milan la vera domanda è la seguente: Il Newcastle ha margini per fare causa, come sta progettando di fare, ed annullare l’acquisto di Tonali? Domanda da 80 milioni di euro. Dovrà dimostrare che il club rossonero sapeva delle scommesse del centrocampista, cosa già difficile senza intercettazioni della magistratura ordinaria (quella sportiva va necessariamente a rimorchio), ed anche il dolo. Molto difficile. Di sicuro la linea del Newcastle è ben più dura di quella utilizzata dalla Juventus con Fagioli: sospensione dello stipendio di Tonali per tutta la durata della squalifica (Fagioli sarà invece pagato regolarmente), poi si vedrà. Intanto il giocatore ha raggiunto l’accordo con la procura della FIGC: 10 mesi di squalifica vera e 8 di provvedimenti alternativi ai confini della barzelletta (chissà che belle le lezioni di Tonali nelle scuole). Una linea morbida con due motivazioni: non azzerare la Nazionale del futuro e tenere conto che può saltare fuori qualcosa di peggio.

Assemblea dell’Inter senza Steven Zhang, peraltro assente dall’Italia da più di tre mesi senza un vero perché. Veniamo al punto: novità sull’Inter in vendita? Zhang in videocollegamento ha parlato di seconda stella e di piani per il futuro, ma questa può benissimo anche essere una tattica per non svendere e domani mattina magari vedremo la stretta di mano fra il sempre giovane Steven, generatore a ciclo continuo di leggende metropolitane, e l’arabo di turno. Di certo c’è che finora di sole ricapitalizzazioni e versamenti a vario titolo Suning ha speso per l’Inter più di 800 milioni di euro in 7 anni (più quanto Exor ha messo nella Juventus nello stesso periodo) e non mollerà l’osso per meno dell’iconico miliardo, tipo Signor Bonaventura (era un milione, ma il concetto è quello). Senza vendita entro maggio dovrà far saltare fuori 350 milioni per Oaktree, con nuovi partner o un rifinanziamento, e la logica dice che li troverà, rilanciando. Si può dire che per i motivi sbagliati, cioè debiti propri o della controllante, e gestioni quasi sempre in passivo (il meno 85 milioni dell’Inter 2022-23 è stato venduto come un bel risultato perché l’anno prima erano andati sotto di 140…), tutti i grandi club italiani siano costretti a fare scelte giuste, cioè mettere in mano la squadra a chi più o meno ne capisce.

La vituperata Italia dopo la sconfitta di Wembley con l’Inghilterra è sempre la nona squadra nazionale del mondo, almeno secondo l’arido algoritmo del ranking FIFA appena aggiornato. Prima l’Argentina, davanti a Francia, Brasile, Inghilterra, Belgio, Portogallo, Paesi Bassi, Spagna e appunto Italia. Magra consolazione, per una squadra che il 20 novembre a Leverkusen si giocherà la qualificazione a Euro 2024, e per una federazione che si sta inventando qualsiasi escamotage per salvare la nostra meglio (per non dire peggio) gioventù. E le donne? Diciassettesime, non malissimo, pur ricordando che nel calcio femminile le differenze di valore, anche fra posizioni vicine, sono enormi, tipo rugby.

Per cinque anni ci siamo liberati dei discorsi, soprattutto dei nostri, sulle grandi strategie televisive della Serie A, sul canale della Lega, lo streaming, eccetera. La montagna di discorsi seriosi ha partorito una… montagna, sia pure meno ricca rispetto a quella precedente, ma comunque sicura per chi non è del mestiere. Rimane interessante il modo in cui torneranno i conti, perché il numero di abbonati attuali a DAZN, in zona 1,6 milioni (sono stime della Lega e del mercato pubblicitario, l’azienda non fornisce dati ufficiali), non li fa tornare e non ci sono segnali di una Serie A più attraente nei prossimi anni. Affari loro, come hanno pensato i presidenti della Serie A.