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Il miracolo di Gravina© AFPS

Il miracolo di Gravina

Il numero uno della Lega Pro è diventato il nuovo presidente della FIGC. Non è il primo della storia moderna ad essersi formato in un club, ma è senz'altro il primo ad essere stato lanciato da una realtà piccola come quella del Castel di Sangro raccontato da Joe McGinnniss...

Redazione

22.10.2018 16:02

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Non c’erano dubbi sul fatto che Gabriele Gravina sarebbe diventato il trentacinquesimo presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio, ma il 97,2% a suo favore dei voti dei delegati presenti all’Hilton di Fiumicino fa lo stesso impressione. Si tratta infatti di un risultato arrivato al termine di un anno che per la federazione guida dello sport italiano è stato a dir poco turbolento, fra le dimissioni di Tavecchio, il commissariamento e tutto il resto. Il sessantacinquenne presidente della Lega Pro inizia così la sua era, su cui per ora si possono fare soltanto considerazioni statistiche: Gravina sarebbe tecnicamente il leader numero 43 della FIGC, fra presidenti eletti, commissari e reggenti, ma non contando chi è apparso più volte (Montù, Mauro, Bozino, oltre ai più recenti Artemio Franchi e Franco Carraro), è forse più giusto dire che si tratta del numero 35.

Come molti suoi predecessori (Umberto Agnelli-Juventus, Pasquale-Spal, Franchi-Fiorentina, Carraro-Milan, Sordillo-Milan, Matarrese-Bari, Nizzola-Torino) nella storia recente deve la sua carriera federale ad un concreto passato nel calcio di club, anche se il Castel di Sangro non può certo essere paragonato alle squadre che hanno dato il via ad altre carriere. In questo senso il percorso di Gravina è davvero interessante, perché partito dalla Seconda Categoria abruzzese e proseguito con una serie incredibile di promozioni ottenute sul campo: in Prima Categoria, poi in Promozione, in Interregionale, in C2, in C1, fino alla storica (per un paese di circa 5.000 abitanti) salita in serie B del 1996. Periodo reso immortale dal libro di Joe McGinnis, ’Il miracolo del Castel di Sangro’ (da cui Gravina non esce certo bene) e da una combattuta salvezza sotto la guida di Osvaldo Jaconi, prima del ritorno in basso e del fallimento del 2005. Gravina aveva passato la mano già dal 2000, entrando nel giro federale, non solo a livello di serie C ma anche come dirigente delle nazionali giovanili e di quella olimpica. Tante belle esperienze, ma da oggi Gravina gioca in un altro campionato.

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