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Un c.t. per Balotelli© AFPS

Un c.t. per Balotelli

L'ennesima mancata convocazione azzurra dell'attaccante del Nizza conferma che nemmeno in versione riveduta e corretta questo giocatore ha superato la diffidenza del cosiddetto ambiente. Chissà se il successore di Di Biagio avrà voglia di cercarsi grane...

Redazione

21.03.2018 20:48

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Tutto si può dire di Mario Balotelli, ma non che non faccia notizia: la farà fino al giorno del suo ritiro perché, anche nell'era del marketing, personaggi o lo si è o non lo si sarà mai. Così la sua mancata convocazione in Nazionale da parte del traghettatore Gigi Di Biagio è diventata un caso, visto anche l’attacco che Raiola ha portato al c.t. più provvisorio della storia azzurra, accusandolo di non avere personalità, come Ventura, e fra le righe di subire i suggerimenti dei senatori, ormai peraltro pochissimi. Traduzione: Buffon che non si vuole ritirare danneggia anche la carriera internazionale di un altro assistito di Raiola come Donnarumma…

Ma al di là dell’attualità e della convenienza del suo procuratore, come sta giocando Balotelli? L’impressione televisiva è quella di un giocatore che a 27 anni ha perso lo smalto fisico di un tempo ma che ha ritrovato certe fiammate, che poi sono quelle decisive per un attaccante. In generale un Balotelli ben inserito nel calcio sottoritmo alla francese, a lui più congeniale di quello della Premier League e di quello italiano. Le cifre di questa stagione nel Nizza, in media un gol (21 in totale in partite ufficiali) ogni 110 minuti di impiego, possono essere falsate dal basso livello della Ligue 1 e quindi non peggiori di quelle di Cutrone (un gol ogni 143 minuti), ma di sicuro sono da giocatore che un’Italia depressa come l’attuale potrebbe prendere almeno in considerazione. Favre lo utilizza sempre da punta centrale, con Saint-Maximin a destra e Pléa a sinistra, in una squadra da centroclassifica che sta giusto facendo il suo. Non certo l’ambiente più stimolante per un attaccante dal grande futuro dietro le spalle ma ancora giovane e con almeno un grande contratto ancora da strappare dopo la scadenza dell’attuale, fra tre mesi.

Ma a noi interessa soprattutto il Balotelli azzurro, quello che secondo i tanti suoi antipatizzanti non lo farebbe integrare con lo spogliatoio. In azzurro Balotelli è stato convocato soltanto da Prandelli, che lo ha schierato 33 volte, nonostante con Conte e Ventura abbiano vestito la maglia più importante del nostro calcio anche Destro, Pellé, Eder, Giovinco, Matri, Okaka, Gabbiadini, Sansone, Petagna, Verdi… Non esattamente Riva o Baggio, ma forse meglio integrabili nel mitico spogliatoio. Certo è che Di  Biagio è il quarto commissario tecnico (il primo fu Lippi, gli altri Conte e Ventura) che decide in maniera ostinata di fare a meno di Balotelli. Con Prandelli trascinatore a 21 anni verso un brillante secondo posto europeo nel 2012 e al Mondiale 2014 dopo la partita d’esordio con l’Inghilterra quasi omaggiato con una statua equestre. Parlare bene di lui è impopolare perché per motivi diversi non piace (eufemismo) alla stragrande maggioranza di juventini, interisti e milanisti ed è anche per questo che ad un allenatore viene più comodo non convocarlo che convocarlo. Chissà se il prossimo c.t. avrà la personalità per chiamarlo.  

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