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Lo sbarco del diamante Uribe

Lo sbarco del diamante Uribe

Redazione

11.08.2017 ( Aggiornata il 11.08.2017 11:25 )

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Negli anni Ottanta l'arrivo in Italia di un nuovo straniero era un grande evento, che coinvolgeva tutti gli appassionati di calcio e non soltanto i tifosi di una singola squadra. Fu così anche per il ventiquattrenne Julio Cesar Uribe, che l'11 agosto del 1982, esattamente 35 anni fa, arrivò prima a Fiumicino e poi a Cagliari, accompagnato nel suo viaggio dal Perù nientemeno che da Gigi Riva. Proprio il mito del Cagliari e della Nazionale aveva condotto e concluso la trattativa, chiudendo a un ingaggio di circa 140 milioni di lire a stagione, aiutato dalla mediazione di Alberto Gallardo, allenatore dello Sporting Cristal in cui giocava Uribe. Grande personaggio del calcio peruviano, Gallardo, con un grande Mondiale 1970 (fu tra i migliori in campo nello storico quarto di finale contro il Brasile di Pelé), ma soprattutto primo straniero del Cagliari in serie A, nel 1964, dove era arrivato via Milan. Di famiglia molto sotto la soglia di povertà, anche per gli standard peruviani dell'epoca, Uribe era considerato in Sudamerica una stella assoluta, non troppo distante dagli Zico e dai Maradona, e per questo il Mondiale spagnolo era stato per lui una mezza delusione con tanto di litigi con il c.t. Tim. Si aspettava una grande carriera europea ed era convinto che il Cagliari di Giagnoni sarebbe stato soltanto la prima tappa. Il cosiddetto 'Diamante nero', che Riva parlando con i giornalisti paragonò a Beccalossi (come posizione forse, ma Uribe era molto più atletico) disputò in Sardegna tre discreti campionati, anche se il primo, giocato dietro alle punte Victorino e Piras, si concluse con la retrocessione in B (all'ultima giornata, dopo aver perso lo scontro diretto con l'Ascoli) e negli altri due, con Tiddia e Veneranda in panchina, la squadra non sarebbe stata da promozione. Uribe avrebbe poi raccolto onori e soldi in Colombia e Messico, prima di diventare allenatore ed arrivare anche sulla panchina della sua nazionale, ma la considerazione storica ci fa sempre impressione: in quell'età per noi dell'oro uno dei migliori calciatori del Sudamerica giocava senza problemi nella serie B italiana.

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